Alla scoperta dei segreti della distilleria Branca

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Di Ada Andrea Baldovin

I B.Livers si sono avventurati alla scoperta di un nuovo meraviglioso mondo quando, in una mattina di aprile, si sono fatti aprire i cancelli di uno dei giganti del Made in Italy: le Distillerie Fratelli Branca. Il Fernet è un liquore amaro prodotto da più di 170 anni, la cui miscela segreta è nota solo al membro della famiglia che in quel momento dirige l’azienda. Fernet-Branca è al quattordicesimo posto nella classifica dei brand internazionali. Infatti vengono prodotte in Italia circa 22 milioni di bottiglie all’anno, di cui 10 destinate al mercato nazionale. La cosa interessante sono i numeri in Argentina, dove si trova il secondo stabilimento dell’azienda: 55 milioni di bottiglie che vengono vendute solo all’interno del Paese. Qui infatti hanno ideato un cocktail diventato un must, chiamato Fernandito che contiene cola, Fernet-Branca e due cubetti di ghiaccio. Il famoso amaro però nasce in tutt’altro modo: fu concepito in origine come farmaco antimalarico e stimolatore dell’appetito, grazie ai principi attivi delle spezie che lo compongono che in tutto sono 27 e che provengono da quattro continenti diversi. Agli inizi del secolo la fabbrica era una vera e propria cittadina che contava circa novecento operai ed era situata in quella che allora era aperta campagna e che oggi altro non è che Viale Jenner, quasi nel centro di Milano. Da allora l’azienda si è ingrandita e ha sviluppato tanti altri prodotti apprezzati in tutto il mondo, come il Caffè Borghetti, all’interno del quale c’è vero caffè espresso preparato in gigantesche caffettiere industriali. Al giorno d’oggi infatti sarebbe facile aggiungere aromi artificiali per dare questo gusto caratteristico, ma poi perderebbe di qualità, cosa che invece è fondamentale per l’azienda e per i clienti affezionati alle sue specialità.

Nel 1910 la distilleria acquista la botte di rovere di Slavonia più grande al mondo (di allora), ed è lì che ancora oggi si lascia invecchiare il brandy con tecnica artigianale. Il Fernet-Branca è il prodotto italiano con la crescita più veloce. Gli utili che il famoso amaro procura sono generati nel rispetto delle persone e dell’ambiente, come ci racconta il presidente e amministratore delegato, Niccolò Branca. «Occorre una buona motivazione. Se si può fare la differenza bisogna pensare a che scopo. Ogni azione ha una serie di effetti. Il Fernet-Branca nasce anche per il bene degli altri: d’altronde era un farmaco per il colera e la malaria». Il presidente ci spiega inoltre il concetto secondo cui i consumatori non sono altro che co-imprenditori dell’azienda, dal momento che è solo grazie a loro e alla loro fedeltà al prodotto, che l’impresa è riuscita a crescere così tanto e così in fretta. Parlando invece di azienda e famiglia e di come queste collimino all’interno di una tradizione così antica, Niccolò Branca ci restituisce una risposta inaspettata: «è una domanda complessa», infatti ci fa capire come l’azienda sia un organismo vivente che prescinde dai legami famigliari e che spesso addirittura è capace di trascenderli. I rapporti con il padre non sono sempre stati idilliaci. «Il passaggio del testimone», ci dice «è la cosa più difficile in assoluto». «La meritocrazia all’interno di un’impresa come la nostra è fondamentale per la sua crescita», non si fanno sconti ai figli dei dipendenti in quanto non è discutibile la qualità dei prodotti. «Una volta finiti gli studi ero molto indeciso se assumere il ruolo di mio padre in azienda e per un po’ ho preferito dedicare del tempo a me stesso, imparando i segreti della Psicosintesi, ovvero un metodo di auto-formazione che si basa su una visione olistica dell’uomo». Tutto questo servì molto a Niccolò Branca per portare un rinnovato senso di umanità all’interno del lavoro. Per questo ultimamente l’altoforno storico è stato decorato dagli artisti di Orticanoodles con un’opera altamente simbolica: un’albero che affonda le sue radici nella fabbrica. Queste ultime hanno le dediche e le firme di tutti gli operai dello stabilimento, in segno di gratitudine nei confronti di coloro che ogni giorno rendono grande la Distilleria Fratelli Branca. Alla nostra ultima e tradizionale domanda, Niccolò Branca ci rivela le sue tre parole in stile B.LIVE: «trasparenza, saggezza e consapevolezza».

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