Di Davide Saraceni
Il professor Fernando Aiuti è nato a Urbino l’8 giugno 1935, coniugato con tre figli. Ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università La sapienza di Roma. Sempre in prima linea per la lotta contro l’HIV con la fondazione ANLAIDS (fondata nel 1985 da Francesco De Lorenzo) di cui Fernando ne era attualmente presidente onorario. Oltre 600 pubblicazioni scientifiche hanno la sua firma; nel 1992 ricevette il titolo di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica e nel 2010 fu nominato professore emerito a vita dal Ministro dell’Istruzione, su proposta del Senato Accademico dell’Università La Sapienza di Roma.
Fernando Aiuti è precipitato per oltre dieci metri dalla tromba delle scale adiacenti al reparto di medicina generale del Policlinico Gemelli, a Roma, dove era ricoverato per una grave cardiopatia.
È morto così, a 84 anni, il medico ricercatore pioniere nella lotta contro l’HIV. L’immunologo di fama mondiale che ha dedicato gran parte della sua attività alla lotta all’AIDS tramite la ricerca, ma anche a mezzo di gesti provocatori.
Fece il giro del mondo la foto scattata nel 1991 durante un congresso a Cagliari, che ritraeva il professor Aiuti mentre baciava sulla bocca la giovane Rosaria Iardino, al tempo sua paziente. Lo fece per dimostrare che l’HIV non si poteva contrarre tramite effusioni con una persona sieropositiva, «Porterò con me per sempre il suo coraggio», commenta oggi Iardino.
Non esiste, al momento, un vaccino profilattico contro l’HIV, anche per questo nei bambini sieropositivi il tasso di mortalità è alto, mentre i vaccini terapeutici sperimentali mirano a reagire contro il virus che hanno infettato l’organismo da poche ore, agendo sul sistema immunitario.
Nel 1987, a tempo di record fu approvato un primo farmaco, la molecola dell’AZT. La terapia però non era del tutto soddisfacente per la facilità con cui il virus riusciva a sviluppare ceppi resistenti. Nonostante le difficoltà di assunzione e i pesanti effetti collaterali, il farmaco dimostrò di prolungare la vita e riaccese la speranza a migliaia di sieropositivi. La svolta avvenne nel 1996, con l’abbandono dell’AZT e la presentazione di vari studi clinici sull’Haart, che diventò lo standard mondiale nella cura dell’HIV. Ad oggi la ricerca per il vaccino rimane ancora lunga. La situazione attuale dell’epidemia nel mondo è complessa e articolata. Che cosa vuol dire essere emarginato perché affetto da HIV? Voglio sperare che tutta la meschinità, la malvagità e l’ignoranza rispetto all’argomento vengano al più presto superate. Per lottare e vincere la battaglia dobbiamo fare tutto il possibile affinché questi malati non vengano additati. Sicuramente Ferdinando Aiuti è stato uomo che ha eclissato lo stigma di questa malattia.