Non una protesta ma una pacifica richiesta d’attenzione
Di Cristina Gabetti
Il 15 marzo 2019 resterà sempre nel mio cuore. Ho iniziato a seguire #fridaysforfuturemilano dal primo venerdì del 2019, quando la mia amica Sara Marder ha postato su Instagram il raduno di pochi ma convinti sostenitori di Greta Thunberg. Di settimana in settimana Piazza della Scala è diventata man mano più popolata, e mi sono sempre promessa di unirmi.
Il futuro dell’umanità su questo pianeta
Finché, la piccola eroina svedese ha annunciato l’evento globale del 15 marzo. Ho segnato la data sul calendario per partecipare e per esserne testimone. Volevo condividere l’esito di una movimentazione carica di aspettative, per chi ha a cuore il futuro dell’umanità su questo Pianeta, anche se nessuno sapeva che dimensioni avrebbe preso. Il lunedì di quella settimana, ho incontrato Sara per sapere come stava evolvendo la situazione. Era soddisfatta. I luoghi registrati per lo sciopero, che erano meno di 1000, in 82 Paesi, nel giro di 4 giorni sono più che raddoppiati. I social media, per una volta, davano prova del loro potenziale positivo. Siamo arrivati in Largo Cairoli il venerdì mattina alle 8.45, pieni di entusiasmo, ma nel corso della mattinata siamo stati assaliti da un’emozione senza precedenti.
100.000 persone in piazza
Non mi ero mai trovata in mezzo a 100mila persone senza un briciolo di apprensione. Bimbi dell’asilo con le loro maestre, nonni e nipoti, madri e padri, adolescenti e prof, imprenditori e attivisti, poi amici, tanti amici, hanno marciato insieme dispensando sorrisi e abbracci. Felici di esserci. Curiosi di leggere cartelli in tutte le lingue, di unirsi a cori e canti. Non è stata una protesta, bensì una corale e pacifica richiesta di attenzione. Non ho sentito un insulto, uno sgarbo, un’offesa. L’energia elettrizzante e rassicurante mi è entrata sottopelle e si è calata in profondità. E non è stata scalfita dalle critiche e dalle insolenze che nei giorni a seguire, alcuni hanno espresso contro qualcosa che non hanno capito. Perché non c’erano. Chi ha buttato l’occhio da fuori, chi pensa ancora che i cambiamenti climatici siano una speculazione, non sa quanto questa movimentazione sarà capace di muovere.
Come dice Greta, non ci sono aree grigie quando si tratta di sopravvivenza.
E poiché la crisi climatica non è mai stata trattata come una crisi, le persone semplicemente non sono consapevoli delle piene conseguenze sulla nostra vita quotidiana.
Ciò che distingue #fridaysforfuture da qualunque altra manifestazione, è la cadenza settimanale. La perseveranza, che settimana dopo settimana, avrà modo di corroborarsi. Siamo solo all’inizio, e non molleremo.
Non è solo il Pianeta ad essere in fiamme. Lo sono i cuori di milioni di persone che stanno iniziando a farsi sentire.