Non muore chi vive nel cuore di chi resta

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E se dovessi morire domani cosa vorresti aver fatto?

Di Oriana Gullone

«La musica ci salverà e ci renderà immortali».

È partita da qui la riflessione. Da una frase che, come spesso mi capita, non ricordavo di aver scritto. Pensavo a Dre, a quante persone si stanno muovendo per realizzare il suo disco. Alle sue parole scritte sui quaderni che mi ha lasciato. Al regalo di immortalità che gli – e ci – faremo.

E penso a me. Alla mia ossessione di essere dimenticata. A quante volte ho realizzato che il mio bisogno spasmodico di scrivere fosse il mio unico modo per lasciare qualcosa nel mondo, quando non ci sarò più.

E penso a tutti quei personaggi che non sono più su questa Terra, ma che in realtà non sono morti mai. Che hanno avuto un impatto tale sul mondo, che la loro eco risuona ancora dopo decenni, dopo secoli. Penso a Leonardo Da Vinci, a Mozart, a Nelson Mandela, a Freddie Mercury, a Jim Morrison, Gandhi, Giordano Bruno, Claire, la nostra Eleonora, la Cleme, Leo, Isa

Le illustrazioni in queste pagine sono di Édouard Riou. È stato un pittore e illustratore francese che ha illustrato sei romanzi di Jules Verne, oltre a molte altre opere famose

Era Jim Morrison, credo, che scriveva «Non muore chi vive nel cuore di chi resta».

L’essere umano, in realtà, forse lo è davvero potenzialmente immortale. Ma chi ancora è vivo, spesso fraintende il significato di immortalità. Mi raccontava un conducente di Blablacar che sono in corso degli studi per ringiovanire le cellule del corpo umano a zone, rendendole praticamente immortali, o quasi. I pochi eletti che potranno sperimentare queste nuove tecniche, avranno un’ aspettativa di vita di duecento, trecento anni probabilmente. Forse di più. Ma, seriamente, siamo sicuri di volerlo? Trecento anni di vita sono davvero tanti. Non si rischia una noia mortale? Una stanchezza di spirito insopportabile? Un’antipatia acuta verso gli altri abitanti del pianeta?

Io so che vivo più serena da quando ho fatto pace con l’idea di morire, prima o poi. E capita ancora che mi chieda: «Se dovessi morire domani, sarei felice di quanto ho vissuto? Di quello che ho lasciato a chi resta?», e la risposta la maggior parte delle volte è .

Tanto non c’è modo di sapere quando arriverà quell’ultimo respiro. Tanto vale viverseli tutti, cercando magari di lasciare quanto di meglio possibile a chi rimane.

Se dovessi morire domani cosa vorresti aver fatto?

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