Di Andrea Pravadelli
790.000 in un anno, circa 2.200 al giorno, i voli gestiti dall’ACC di Milano che opera in concomitanza con le altre tre ACC italiane (Padova, Brindisi e Roma). Ma che cos’è un’ACC? Si tratta di un centro di controllo d’area che gestisce il traffico aereo civile in Italia, insieme alle torri di controllo di 45 aeroporti, il tutto sotto l’ENAV, la società che se ne occupa.
Grazie a questo complesso sistema di coesistenza tra tecnologia e uomo, tanto a terra quanto in aria, è possibile solcare i cieli del nostro Paese sognando destinazioni ignote, per farlo però è necessario il lavoro costante e scrupoloso di migliaia di persone.
Mentre noi ci godiamo la partenza con i passaporti in mano e il trolley al seguito, l’equipaggio del nostro aereo comincia a comunicare con la torre di controllo. Il pilota in primo luogo verifica le condizioni meteo che gli vengono comunicate, quindi chiama la torre per poter avere l’autorizzazione dalla «delivery» alla messa in moto che, se orario e dati corrispondono, viene concessa. La «delivery» fornisce anche la rotta d’uscita che in una situazione normale è sempre la stessa, ma potrebbe cambiare in determinati casi, quindi la comunicazione viene passata alla «ground» che segue i movimenti sul piazzale fino all’ingresso in pista, dove ancora con l’aiuto dei controllori di volo, il velivolo decolla.
Quando un aereo si sta avvicinando alla pista, a 5 miglia di distanza, contatta la torre di controllo comunicando il suo «nome», il suo identificativo, da qui la torre di controllo segue l’atterraggio che viene compiuto dal pilota. Anche l’autopilota può fare atterrare l’aereo, ma ci spiegano che questo in Italia non avviene mai e dal «punto di decisione» in poi, è il pilota a condurre l’aereo a terra. Una volta atterrato e liberata la pista, la comunicazione passa alla «ground» che lo accompagna al parcheggio.
Ce lo racconta Maria Naldi, responsabile delle operazioni, che ci parla del suo lavoro con grande passione, e di come sia arrivata a questo insolito mestiere: «Facevo ragioneria, ma non mi trovavo, così, poco prima di iniziare la terza superiore, una mia amica mi parlò dell’Istituto Tecnico Aeronautico di Forlì. Capii subito che era la mia scuola quando realizzai che sarei potuta andare a vivere fuori casa», dice con il sorriso, e continua, «decisi quindi di iscrivermi, ma non avrei fatto in tempo a studiare per gli esami integrativi, quindi, piuttosto che rinunciare, ho ricominciato dalla prima liceo». Anche lei è una B.Liver, ci racconta di come il cancro e poi l’anoressia siano stati parte della vita di una persona a lei molto cara.
Quando Maria ha iniziato era l’unica donna della torre di controllo, ma oggi non è più così, insieme a lei lavora Marinella Massari, responsabile dell’ACC di Milano. Il centro di controllo d’area si occupa del velivolo una volta decollato e uscito dallo spicchio di cielo di competenza della torre di controllo. Si tratta, per dirlo in parole spicce, di una sala piena di computer ipertecnologici, simile a quelle di un film di spionaggio. Su ognuno di questi schermi è monitorato tutto il traffico aereo dell’Italia nord-occidentale, poi viene passato all’ACC francese o a quella di Roma, o di Padova. Il pilota deve quindi cambiare frequenza quando si sposta dall’una all’altra ACC per poter essere condotto in questa immensa rete di strade nel cielo. Da terra tutto viene coordinato affinché nessuna via si intersechi, nessun aereo sia troppo vicino a quello che lo segue o a quello che gli sta sopra, è tutto magistralmente coordinato come in un alveare.
Certo non è difficile pensare allo stress che si deve provare lavorando qui, che sia nella torre o nell’ACC, mentre si fa atterrare o transitare un aereo carico di persone e non c’è spazio per l’errore umano. Nella torre infatti, la serietà e la disciplina sono quelle di un soldato, anche tra i sorrisi e le chiacchiere, non appena alla radio la voce del pilota gracchia, è come un comando e l’attenzione verte subito sul suo aereo. È una danza affascinante di procedure e «strip», le strisce che riportano l’identificativo dell’aereo in avvicinamento.
Grazie a un’invenzione che oltre 100 anni fa ha rivoluzionato completamente la nostra concezione di distanza e probabilmente del nostro pianeta, oggi siamo in grado di volare, di raggiungere distanze enormi in appena qualche ora. Possiamo vedere il sole nascere e sparire all’orizzonte dall’oblò del nostro aereo, o decidere di fare una riunione a Parigi e un appuntamento a Londra nella stessa giornata. Ma questo è possibile grazie al lavoro costante di una moltitudine di uomini impegnati ogni giorno a garantire che nei nostri cieli tutto accada in sicurezza.