Di Alessandra Vismara
Immagina di trovarti nei pressi di una cittadina: davanti a te una corona di montagne che incornicia l’orizzonte, interrotta solamente dalle rive di un lago cristallino. Lo sguardo spazia su prati verdi e isole di cemento con casupole colorate, tra le quali si insinuano come scie di fumo, le vie d’asfalto. Sembra un paesaggio surreale e a ben vedere succedono davvero cose fuori dall’ordinario, oggi come già nel lontano 1954. È proprio questo l’anno della fondazione della Comunità Europea per la Ricerca Nucleare, meglio nota come CERN, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Le più promettenti menti scientifiche scelsero proprio Ginevra come città ospite. Laddove il confine tra Svizzera e Francia sembra sparire, le barriere culturali divengono ponti per unire tutti in nome della stessa lingua madre: la scienza.
Immagina di camminare tra questi edifici, che si ergono a delineare un vero e proprio paesino, dentro cui si affaccendano laboriosi ingegneri, tecnici e operai specializzati. Ecco, non te ne accorgi nemmeno, ma sotto ai tuoi piedi si snoda una delle macchine più grandi mai costruite dall’uomo, l’LHC (Large Hadron Collider). Immagina questo enorme acceleratore di particelle come una sorta di tubo massiccio sotterraneo, disposto a formare una circonferenza di ben 27 km! All’interno avviene una vera e propria magia: a partire dallo scontro di due fasci di protoni ad elevatissime velocità, ecco nascere nuove particelle. Così stupefacente eppure così lontano, così estraneo ti può sembrare… In realtà non serve un grande sforzo di immaginazione per rendersi conto che usiamo le tecnologie sviluppate dal CERN tutti i giorni. Ormai chi non naviga quotidianamente su Internet? Ebbene il World Wide Web fu sviluppato qui, nel laboratorio europeo. Inizialmente era utilizzato dai diversi gruppi di lavoro, operanti all’interno del CERN, per condividere informazioni. Oggi mette in contatto oltre 4 miliardi di persone. Probabilmente sarebbe stato inventato ugualmente alcuni anni più tardi, ma quanto è essenziale il tempismo quando si tratta di salvare vite umane? Ecco che l’introduzione della PET (tomografia ad emissione di positroni) ne è un esempio. Questo esame ha permesso l’evoluzione dei sistemi di diagnosi, rendendo più efficaci cure ed interventi tempestivi, tant’è che tuttora riveste un ruolo chiave in ambito medico. Indovinate un po’ dove è stata messa a punto…
Italiani, indiani, francesi, giapponesi, tedeschi, israeliani… Invenzioni strabilianti sono rese possibili dalla collaborazione di ben 70 nazioni diverse. Immagina tutte queste persone riunite sotto lo stesso tetto, unite da un medesimo obiettivo. Alla ricerca di una comune soluzione, mettono in campo approcci diversi con modi di pensare differenti: è proprio l’insieme di tante culture a rendere così prolifico il CERN. Gomito a gomito in un’Europa sempre più divisa, questo esempio virtuoso pare resistere come un faro che si staglia solitario. Ricorda che l’unione di intenti può superare l’interesse nazionale e quando ciò accade, si compiono magie.
Immagina che questo possa accadere anche in altri campi: nella lotta contro il riscaldamento globale o ad esempio nella ricerca di nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Nazioni cooperanti che superano divisioni, lavorando per un bene comune più importante. Sembra una fantasia…
Eppure nel cuore pulsante dell’Europa è l’unione a fare la forza. Risultato? È l’umanità a vincere.