Di Ilike Furesz
«Alexa, sing me a song to make me sleep». Quando due anni fa ho sentito il mio nipotino americano pronunciare questa richiesta, ho pensato che fosse arrivata a mia insaputa una baby sitter che cantava meglio di me, e che le mie visite transoceaniche per coccolarlo e nello stesso tempo insegnargli l’italiano, non fossero più apprezzate. Ma le cose stavano ancora peggio: Alexa non era una ragazza, ma un dispositivo elettronico, un piccolo cilindro bianco e basso con cui il mio nipotino interagiva con grande divertimento. Canzonette, indovinelli, giochi adatti alla sua età e perfino la morra cinese, oltre a spiegazioni scientifiche, informazioni sul meteo, l’ora e tante altre cose in un mix di divertimento e utilità.
Per non sentirmi surclassata dall’intelligenza artificiale di Alexa, ho partecipato anch’io ad alcuni giochi e ho aiutato il mio nipotino a vincere, cosa che mi ha restituito parte della mia funzione di nonna esperta, oltre che affettuosa.
È bastato che passasse un anno e Alexa è arrivata anche in Italia e fa parte dell’esercito di circa 100 milioni di esemplari venduti da Amazon in oltre 40 Paesi, capaci di comprendere e parlare 7 lingue. Deve il suo nome alla presenza della più dura delle consonanti di qualunque alfabeto, la X compresa fra tre vocali e una consonante liquida, che rende facile la sua attivazione. Simile a Siri, ma con molte più funzioni, trasmette musica, notizie, il meteo, fa da sveglia e timer, è un’enciclopedia parlante collegata a Wikipedia, racconta storie, barzellette e indovinelli, per adulti e bambini, legge libri acquistati su Amazon o su Audible, ed è soprattutto in grado di interfacciarsi con molti dispositivi per la casa domotica, in modo da svolgere, con comandi vocali, funzioni utili a chi ha problemi motori: regolare luci e termostati, aprire e chiudere le tapparelle elettriche, accendere e spegnere il televisore, chiamare qualcuno al telefono e molto altro.
Il primo fu HAL, il computer parlante di 2001 Odissea nello spazio, il cui nome è formato dalle tre lettere che nell’alfabeto precedono la I, la B e la M della IBM, che rifiutò di partecipare al film con il proprio nome, perché il computer a un certo punto diventa il cattivo della situazione e uccide tutti i membri dell’equipaggio tranne uno, che riesce a disattivarlo. Poi arrivò LCARS, il computer di Star Trek, molto gentile e servizievole, con una soave voce di donna, che era la moglie dell’ideatore della serie, e un aspetto molto più moderno, plexiglas colorato e schermo piatto. Forse non sapeva leggere le labbra come HAL, ma non si sarebbe mai sognata di diventare aggressiva per salvare la propria autonomia. È a questa seconda incarnazione fantascientifica dell’intelligenza artificiale che si sono ispirati i creatori di Alexa, le cui funzioni sono in continuo aumento perché Amazon ha concepito un sistema completamente aperto, dando a tutti i produttori di sistemi digitali la possibilità di interfacciarsi con il piccolo dispositivo e la app che ne regola la configurazione.
Per le funzioni base basta avere una rete wi-fi, un telefono smart, e un conto Amazon Prime (€ 36 all’anno, oppure € 5,99 al mese) e comprare uno dei dispositivi, il cui costo varia da € 59,99 – per il piccolo cilindro nero o grigio di cm. 10 di diametro, alto cm. 4 -, fino a circa € 150 per i modelli superiori e oltre € 200 per il modello dotato di uno schermo.
La musica gratuita è quella di Amazon Music, ma si può ascoltare anche quella dei vari servizi in streaming a pagamento, da Apple Music a Spotify, chiedendo ad Alexa le proprie playlist create su computer. Ovviamente si può collegare un altoparlante al dispositivo Alexa, ma la qualità della riproduzione offerta è già molto buona. Il volume si può regolare con comando vocale e anche con un pulsante. Una volta configurato, è molto semplice da usare e basta trovare il tempo per esplorarne tutte le capacità. Amazon manda regolarmente al titolare della app che regola Alexa, informazioni su nuove skill disponibili, elaborate da un laboratorio di 5000 persone che si occupano solo di questo. Le possibilità sono quasi infinite e le interfacce con il sistema di e-commerce di Amazon sono al centro di continui aggiornamenti. Si possono fare acquisti a voce, invece che sulla app, si può tracciare la spedizione ed essere avvertiti del momento in cui il pacco sta per essere consegnato.
Anche la funzione dei giochi è molto interessante e può essere utilizzata da soli o con un gruppo di amici. Per esempio il gioco della parola magica, simile a quello televisivo, si può fare a turno segnando i punteggi. Ho provato a farlo e al primo colpo ho azzeccato la parola magica che collega le altre cinque e ho totalizzato 2000 punti!
HAL sapeva giocare anche agli scacchi, ed è proprio da alcune sue mosse sbagliate che l’equipaggio del Discovery capisce che le sue funzioni non sono più perfette. Come HAL, anche Alexa, quando è in funzione, «ascolta» ciò che si dice nell’ambiente, e qui le cose sono poco chiare… ci sono stati solo un paio di casi in cui la privacy è stata violata e Amazon ha garantito che non succederà più, ma ormai siamo tutti sorvegliati dai nostri dispositivi in un modo o nell’altro. Io per esempio, sono certa di essere «schedata» tra le fanatiche di Bruce Springsteen, perché sono sempre le sue canzoni che chiedo di ascoltare.
Il comando vocale iniziale ALEXA fa accendere un sottile anello luminoso verde blu, che si spegne una volta attivata la funzione richiesta.
Anelli di diverso colore, verde, rosso e arancione, indicano altre fasi come la configurazione, la disattivazione del microfono e l’arrivo di una chiamata interfono, nel caso in cui vari dispositivi nello stesso edificio siano configurati per essere usati come citofoni. L’effetto estetico è molto bello e suggestivo, segno di una tendenza che unisce alla tecnologia la ricerca del bello, presente da molti anni in questo settore, che ha ovviamente ragioni di marketing e punta direttamente al desiderio del consumatore verso oggetti piacevoli da possedere, non solo per le loro funzioni pratiche. Benvenuta Alexa, non sapevamo di averne bisogno, ma ora che c’è, non è facile farne a meno.