Di Emina Coric
La disabilità è un argomento di cui si parla poco e al quale lo Stato non si dedica abbastanza. Questa mancanza di informazione e di formazione fa sì che le persone, quando si trovano davanti a un soggetto disabile, abbiano paura: non sanno come comportarsi e lo vedono come diverso. La storia di Luca Trapanese ha fatto capire che c’è ancora chi decide di dedicare la propria vita agli altri.
Il suo primo contatto con la malattia avviene a 14 anni, quando Luca accompagna un amico malato grave nel suo percorso di cure. Durante un viaggio a Lourdes conosce il mondo della disabilità e da allora si accende in lui il desiderio di dedicarsi agli altri.
Qualche tempo dopo fonda l’associazione A Ruota Libera, unica nel sud Italia, che si dedica ad accompagnare i ragazzi disabili verso l’integrazione e verso la conquista di autonomia. Da qui nascono una serie di comunità per ragazzi disabili adulti, e la Casa di Matteo, una struttura unica in tutta Italia, che accoglie bambini con disabilità gravi, anche in stato terminale e le loro famiglie.
A un certo punto della sua vita Luca Trapanese inizia a sentire fortissimo il desiderio di diventare padre. Guidato da questo desiderio decide di iscriversi al registro degli affidi per i single di Napoli. Chiede così al tribunale che gli venga affidato un bambino disabile, senza dare nessun tipo di limite alla tipologia e gravità dell’handicap.
A distanza di poco tempo riceve una telefonata che gli cambierà la vita: il tribunale di Napoli gli propone in affido una bambina con la sindrome di Down di appena 30 giorni, rifiutata da molte famiglie. Senza pensarci un attimo, accetta. E corre in ospedale a prendere Alba. Luca racconta che appena l’ha vista, ha subito sentito un forte legame, quel legame fortissimo che scorre tra padre e figlia. Alba gli viene lasciata in affido per il periodo delle vacanze al termine del quale, visto il rapporto che si era istaurato, Luca inizia una serie di valutazioni per ottenere l’adozione e la ottiene. Da qui inizia una nuova vita sia per Luca che ora ha una figlia, sia per Alba che d’ora in poi ha un papà e una famiglia.
Alba oggi è una bambina felice, piena di voglia di vivere, con un papà che in lei non ha mai visto la disabilità, ma che cerca, consapevole dei suoi limiti e capacità, di stimolarla al massimo per farle avere delle piccole conquiste ogni giorno.
L’aspetto fondamentale della storia di Luca Trapanese, è il dedicare la vita, non solo per un futuro migliore di sua figlia, ma di tutti i ragazzi disabili. Qualche giorno fa sul suo profilo Facebook Luca ha pubblicato un post su quello che farebbe se fosse ministro della disabilità, mettendo un accento particolare sugli aspetti che rendono la vita più difficile, dalla burocrazia in poi. Cercando di far capire quante realtà potrebbero essere modificate e alleggerite e quanto queste renderebbero la vita più facile per tutti quelli che hanno a che fare con il mondo della disabilità.