Responsabilità Sociale – Quando basta un Chicco di Felicità

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Di Francesca Filardi

Spesso noi B.Livers ci chiediamo se sia possibile costruire un ponte virtuoso tra profit e no profit e come poterlo realizzare. 

Sono sempre stata convinta che a muovere una persona in qualsiasi ambito della vita sia una spinta che la porta a fare una scelta piuttosto che un’altra, un senso che se condiviso, può portare grandi risultati. Come si può pensare che anche a un risultato meramente economico non si arrivi con un motore che vada al di là di quello? È forse ciò che le aziende chiamano mission e vision, ma io credo sia molto altro, molto di più. È l’insieme dei valori che non si guadagnano e non si comprano, ma che sono alla base stessa del nostro essere umani. 

È questa forse la prova che quattro donne: Francesca Catelli, Carlotta Anderloni, Sara Luraschi dell’azienda Artsana Group ed Emanuela Angelini, responsabile comunicazione e raccolta fondi dell’Associazione CAF, ospiti nella nostra sede, ci hanno portato. Il lavoro che quotidianamente operano è testimonianza di questo.

Francesca Catelli (Foto: Davide Papagni)

Artsana nasce nell’immediato dopoguerra, nel 1946 su iniziativa di Pietro Catelli, padre di Francesca, qui portatrice dei valori che sono alla base dell’azienda. È questa la volontà sua e dei suoi due fratelli che oggi detengono il 40% del Gruppo mentre il restante 60% è di proprietà di Investindustrial, società di investimento indipendente. 

Fondata sulle rive del Lago di Como come agenzia commerciale, specializzata nella veni puntura e nella medicazione, in pochi anni diventa leader nel campo della distribuzione di prodotti sanitari e per l’infanzia.

Oltre al marchio Chicco, il più conosciuto, che nel giro di pochi anni diviene sinonimo di puericultura nelle famiglie italiane grazie all’estro del suo fondatore, l’azienda cresce a vista d’occhio e nasceranno altri marchi tra cui NeoBaby, PiC, LyciaPrénatal. Non solo nell’area Baby Care, ma anche in quella dell’Health & Beauty Care, quindi per il benessere della persona attraverso soluzioni sicure ed efficaci, vicine agli adulti. In quest’ultimo settore rientrano i marchi Goovi e Control.

Solid Passion for life, una solida passione per la vita è il segno distintivo di un’impresa nella quale passione, responsabilità, rispetto e integrità sono i valori di base che accompagnano la ricerca di uno sviluppo attento alle persone. Un’impresa per la quale, da oltre sessantacinque anni, chi vi entra a far parte possiede l’orgoglio di contribuire a un grande progetto che non è solo imprenditoriale, ma anche umano.

Come afferma Francesca Catelli: «Nostro padre ci ha lasciato una grande eredità valoriale dove la solidarietà è uno dei cardini. Capire che nella vita c’è chi è stato meno fortunato […]. Ognuno deve essere sempre grato, deve riuscire a trovare la positività e sicuramente il conforto negli altri. Il fatto di riuscire a farlo all’interno di un’azienda è importante; l’azienda è una comunità che interagisce con l’esterno e riesce ad influenzare positivamente tutti gli stakeholder con cui viene a contatto, attraverso risorse che non sono illimitate, però per noi è importante farlo in modo serio».

Un Gruppo internazionale (grazie all’espansione territoriale con filiali europee e non solo) che vuole guardare sempre più fuori dai propri confini: «perché la solidarietà non ha confini nazionali ed esplora diversi bisogni: povertà, pasti ai poveri, salute, bambini, accudimento, come nel caso di Associazione CAF».

Il Gruppo ha investito nell’area della Responsabilità Sociale dando vita a iniziative particolarmente coerenti con il proprio business, in partnership con enti no profit che condividono la visione dell’azienda. Progetti a lungo termine, trasparenti negli obiettivi e nei risultati raggiunti.

Chicco di Felicità è un esempio di «case history» di successo di sostegno all’infanzia in difficoltà, promosso con il brand italiano Chicco che si rivolge al mercato del bambino da 0 a 3 anni. 

«Quando abbiamo pensato a trovare un partner, abbiamo fatto una selezione e lo abbiamo cercato nel settore no profit che aiuta i bambini di quell’età. […] Nel caso di Chiccovolevamo anche qualcosa che fosse italiano e vicino territorialmente perché per noi era importante come l’attaccamento alla causa».

L’Associazione CAFCentro di Aiuto ai Minori e alla Famiglia in crisi – è un’organizzazione no profit, la cui mission è creare un dispositivo di cura in grado di recidere la catena di dolore che legava generazioni familiari. Come sostiene Emanuela Angelini: «Purtroppo i maltrattamenti sono tematiche che corrono, che passano di generazione in generazione in alcune famiglie. Era necessario intervenire per consentire al bambino che si era riusciti a togliere dalla situazione di disagio o di pericolo nella quale si trovava all’interno della propria famiglia, era importante agire tempestivamente per la cura delle ferite profonde che questi traumi avevano inferto. Quindi questo dispositivo non poteva solo essere educativo, com’era in uso prima del 1979, anno di fondazione della nostra Associazione, ma doveva avere una modalità di intervento psico-educativo, cioè affiancare all’attività di accoglienza di base (vitto e alloggio) ed educativa, anche la cura psicologica del trauma».

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