Cari amici del CHE BLOG ! a quanti di voi capita di avere rituali settimanali fissi? Che ne so, come comprarsi le sigarette al solito tabaccaio, andare a fare l’abbonamento per i mezzi, andare a trovare i nonni… ecco dovete sapere che anche io il giovedì mattina ho un incarico fisso: quello di spostare la macchina.
“Una cosa da niente” penserete voi, ma no! Stiamo parlando di una corsa contro il tempo, di una missione di vita che solo un’eroina può portate a termine senza incombere.
Prima di iniziare a raccontarvi questa epopea settimanale sono dovute un paio di precisazioni. Mia madre esce di casa presto e nessuno ha voglia di spostare la macchina la sera perché non si trova più parcheggio, mio padre non guida, e io devo essere a lavoro per le 12.30 .
Il condominio in cui abito fa angolo con due strade: su quella davanti al portone (la via principale), che qui chiamerò Via A, fanno le pulizie il venerdì mattina, mentre sulla via che dà il fianco al condominio, che chiameremo Via B, le fanno il giovedì mattina alle 11.30 .
Il sabato i miei genitori vanno a fare la spesa e quando tornano lasciano la macchina sulla Via A.
É compito mio dunque spostare la macchina il giovedì mattina dalla Via A alla Via B appena hanno finito di fare le pulizie nella seconda via così che la macchina sia sempre sotto casa in caso di bisogno. Tutto chiaro no? Cristallino?
Bene. La giornata inizia dunque alle 11.20. Il mio appartamento è sull’angolo del condominio e quindi ho la fortuna di avere due balconi: uno che da sulla Via A e uno che da sulla Via B.
FASE 1 – L’APPOSTAMENTO: mi posiziono sul balcone e attendo scrupolosamente il suono della camionetta delle pulizie. L’orario è dalle 11.30 alle 12.30, ma solitamente arriva attorno alle 11.40 . Quando per quell’ora la camionetta ancora non si è fatta sentire, scendo e inizio a mettermi in macchina (nella Via A) facendo la sauna aspettando il religioso silenzio l’avvento dell’ AMSA.
FASE 2 – L’INSEGUIMENTO: appena il suono della camionetta si fa concreto, scappo in macchina (se ancora non ci sono dentro) e metto in moto il motore, pronta a sgommare. Appena la camionetta mi ha superata ecco che metto la freccia e la inseguo alla folle velocità di 7 km/h e in men che non si dica eccoci nella Via B.
FASE 3 – LA GUERRA: non sono l’unica malata di mente patologica che tenta questa impresa il giovedì mattina e se malauguratamente dovessi farmi trovare impreparata all’inseguimento dell’AMSA, ecco che davanti a me si prepara la Guerra dei Mondi… tutta la fauna urbana di terza età del mio quartiere è già pronta a soffiarmi il posto sotto casa ! Ma questo non accade… eheh… e no che non accade! Ormai Vin Diesel dovrebbe solo posare tappeti di rose al mio passaggio perché faccio mangiare la polvere ai quei nonni col girello che provano a superarmi ! QUEL POSTO É MIO ! Non mi importa se sei stato invitato alla prima comunione di Garibaldi o c’eri quando è stata scritta la Bibbia, la guerra è guerra. E arrivando in derapata, addirittura a 9 km/h sempre dietro alla camionetta, ecco che riesco a mettere la macchina nel posto proprio sotto casa, rubandolo ad un vecchietto che era troppo occupato a sistemarsi la dentiera.
FASE 4 – LA VITTORIA: una volta compiuto il miracolo eccomi, raggiante più che mai uscire dalla mia Renault Clio con gli occhiali da sole e lo zaino pronta per affrontare la City suscitando invidia e ammirazione tra tutti i pensionati del quartiere. Basta un cenno con la testa per esprimerci tutto il nostro rispetto reciproco.
La guerra è finita, la guerra è vinta, ora posso cominciare la giornata con un altro spirito, consapevole ancora una volta di aver lottato con onore a difesa del mio parcheggio, consapevole di aver lottato a nome di tutta la mia famiglia che al mio ritorno a casa per cena mi festeggia come se fossi un eroe, con tanto di cotoletta già pronta dell’ Esselunga. Ma la gioia più grande è quando mia madre alle 12.35 puntualissima mi scrive “Allora, hai parcheggiato al solito posto?”.
“Si mamma, l’ho fatto ! É proprio sotto casa”
“Brava, così si fa ! ”
In sottofondo partono le parole Don’t you, forget about me da The Breakfast Club e il mio pugno alzato verso il cielo.
Bene amici del CHE BLOG ! come avrete capito la follia è parte di me, ma sono certa di non essere l’unica persona con abitudini strane, quindi non fatemi sentire sola nella mia pazzia e scrivetemi un commento qui sotto se anche voi avete della avventure settimanali simili a questa.
Come al solito, un grande bacio a tutti gli amici del CHE BLOG !