Di Emanuela Niada
Ho fatto visita al nuovo hospice pediatrico dell’Associazione Vidas, che dal 1982 assiste malati inguaribili nelle loro case e in hospice. Sono stata accompagnata da una volontaria, l’amica Simona Giardino.
Gentilezza e disponibilità hanno caratterizzato l’incontro, a partire dalla direttrice sociosanitaria, la dottoressa Giada Lonati e dal coordinatore medico di Casa Sollievo Bimbi, dottor Igor Catalano. A farmi da cicerone Anna Vai, responsabile della raccolta fondi dei grandi donatori privati.
Vidas ha compiuto 37 anni nello scorso mese di maggio. È nata infatti nel 1982 dalla volontà di non lasciare mai soli i malati di Giovanna Cavazzoni: «c’è sempre qualcosa da fare anche quando non c’è più nulla da fare», sono state le parole d’ordine che hanno ispirato la sua lunga opera a fianco degli inguaribili.
Nel 2006 è sorta Casa Vidas, l’hospice per gli adulti che non potevano essere curati a domicilio, che ora è affiancato da Casa Sollievo Bimbi, struttura che accoglie bimbi e adolescenti con le loro famiglie, inaugurato nel maggio scorso. Il sogno che Giovanna Cavazzoni non è riuscita a vedere realizzato, essendo mancata nel maggio di tre anni fa.
Casa Sollievo Bimbi è il primo hospice pediatrico della Lombardia, destinato a minori con malattie croniche ad alta complessità e malattie inguaribili.
Tre gli obiettivi che si pone:
- offrire periodi di sollievo alla famiglia impegnata in un’assistenza costante e diuturna;
- aiutare i genitori all’uso di presidi medici e sanitari da utilizzare a casa, indispensabili per la sopravvivenza dei figli;
- accompagnare nel percorso di fine vita i bimbi che non possono trascorrere questo tempo nelle loro case.
Grazie all’attività del centro studi della Fondazione che affianca l’Associazione, l’attività sanitaria è sostenuta da un costante lavoro di analisi, ricerca e comparazione con altre analoghe esperienze in Italia e nel resto d’Europa, al fine di migliorare l’assistenza in tutti i suoi molteplici aspetti.
Casa Sollievo Bimbi da pochi mesi è pienamente operativa dopo le approvazioni delle autorità sanitarie.
Il quarto piano è destinato alla degenza, con sei mini appartamenti per l’accoglienza dei minori malati e di uno o più familiari. Gli spazi sono organizzati per essere modulabili sul bisogno di gioco e di relazione dei bambini, così come di intimità e socializzazione dei genitori.
Il day hospice, che sarà attivo nella primavera dell’anno prossimo, sito al terzo piano, ha obiettivi riabilitativi e di consulenza sui sintomi, con attività di supporto psicologico e di sportello sociale; dispone di ambulatori, studi medici e palestra, oltre ad ambienti per il gioco e per altre attività, completati da un giardino d’inverno.
All’ultimo piano un auditorium, aule per la formazione e un giardino pensile a disposizione dei bimbi.
Nell’ambiente ci sono aree di ristoro, complete di cucina e tavoli che aiutano a creare momenti conviviali di scambio e svago, proprio come se si fosse nella propria casa.
L’ambiente si presenta ampio, accogliente, caratterizzato da colori chiari in grandi spazi e affacci sul verde e sembra voler abbracciare coloro che qui approdano con le loro grandi sofferenze.
Medici, infermieri, assistenti uniscono all’evidente competenza e preparazione professionale, una grande sensibilità umana, dimostrando di comprendere appieno quali siano le necessità di giovani e familiari. Un personale sanitario caratterizzato nel suo complesso da un’evidente forza d’animo che commuove e rasserena.
Sono convinta che i bimbi qui assistiti trovino e troveranno conforto sino all’ultimo istante e che i genitori trovino e troveranno aiuto nel reggere il peso di tanta fatica e dolore.
Una vicinanza di così vasta portata tra chi assiste e chi viene assistito, una simile condivisione consapevole é generatrice di dignità. Moneta rara e preziosa che sapeva coniare madre Teresa quando raccoglieva per strada i moribondi e i diseredati della Terra.