Cronaca del 70° Festival di Sanremo – giorno 2

Autori:

Di Oriana Gullone e Fabio Valle

La seconda serata del Festival inizia in maniera trionfale con un Rosario Fiorello che, dedito a rispettare la promessa fatta ieri sera all’Ariston, si presenta travestito da Maria De Filippi e accoglie gli spettatori insieme ad Amadeus
Questa seconda serata si svolge in maniera identica alla prima, le 4 “nuove proposte” si sfidano ad inizio puntata portando alla finale della categoria Marco Sentieri e Fasma. E successivamente i restanti 12 “Big” si esibiscono cercando di guadagnare posizioni nella classifica che verrà annunciata a fine puntata a fronte della serata dei duetti di domani.


Le esibizioni dei big vengono scandite dagli interventi dei nuovi ospiti che durante questa puntata sono: Tiziano Ferro, che sarà presente tutte le sere durante la competizione e che questa sera ha portato sul palco alcune sue vecchie glorie (Sere Nere/ Il Regalo Mio Più Grande); e ancora, Massimo Ranieri, che insieme a Tiziano porta sul palco dell’Ariston alcune delle sue canzoni più celebri cantate a duetto; i Ricchi e Poveri, che ritornano insieme dopo tantissimi anni esibendosi con i loro maggiori successi e animando il teatro dell’Ariston e la Sala Stampa Lucio Dalla; Gigi D’Alessio: che sale sul palco per festeggiare i 40 anni dall’uscita della sua canzone “non dirgli mai”. 
Uno degli ultimi ospiti presenti alla serata è stato Zucchero, che dopo aver ricordato i suoi prossimi appuntamenti ha deliziato il pubblico con “spirito nel buio”.


Ma uno dei momenti che secondo me vale riportare di seguito è l’esibizione organizzata da Christian Pintus e Paolo Palumbo (ragazzo affetto ormai da 4 anni da SLA, che costretto su una carrozzina elettrica comunica e si esibisce grazie ad un suo collaboratore e ad uno schermo
Con la canzone “io sono Paolo” dove lui parla della sua esperienza e in maniera poetica fa commuovere tutto il teatro dell’Ariston poiché “Se vi dicono che i sogni non so riescono a realizzare sappiate che i limiti sono solo dentro noi stessi” e non penso ci sarebbe modo migliore per chiudere questa cronaca.

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