Intervista ad Erica Jong. Sesso e libertà, uomini e donne uniti per il benessere comune

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Di Ilike Furesz

Erica Jong, 77 anni, un mito del movimento di liberazione sessuale femminile, ha scritto nel 1973 uno dei libri più venduti al mondo: Paura di volare, stampato in 27 milioni di copie, tradotto in 43 lingue, il racconto esplicito delle esperienze erotiche di Isadora, donna che ha saputo dare voce a milioni di donne che si ribellavano a una cultura misogina a patriarcale.

Quasi quarant’anni più tardi la scrittrice americana, dopo 26 anni di matrimonio con il suo quarto marito e una figlia quarantenne, ha mandato in libreria Paura di morirestoria della maturità sessuale di Vanessa, donna over sessanta, che ha trovato stabilità sentimentale nel matrimonio, ma ha paura della morte.  

In mezzo, nel frattempo, ci sono state le sfrenatezze tv di Sex and the City e la produzione letteraria delle Cinquanta sfumature di vario colore.

Oggi Erica Jong, nei giorni della pandemia causata dal nuovo coronavirus, invita le giovani donne a continuare a «volare» nella loro sessualità, ma con i piedi per terra. Come?

– Continuando a battersi per l’emancipazione femminile, liberandosi dalle paure, paura di dire, di pensare, di cambiare, paura di «esserci davvero», dal momento che senza pensiero libero, parola libera, cambiamento, non si è attive nel mondo.

Erica Jong

– Sostituendo il conflitto maschio-femmina di un tempo, con un patto che deve cambiare in meglio non solo la condizione delle donne, ma di donne e uomini insieme: un miglioramento di amore e di sessualità, non contro o a scapito dell’altro, ma per rendere felice il nostro comune e reciproco benessere.

L’Italia e molti altri paesi sono sotto shock per la pandemia causata dal COVID-19. I nostri stili di vita sono stati stravolti all’improvviso. Lei ha scritto: «Non esiste alcun surrogato al contatto fisico. Essere vivi vuol dire averne bisogno». Ora ci viene ordinato di non toccarci, non abbracciarci, non baciarci, non darci la mano. Dobbiamo per forza trovare un surrogato. E per citare una sua poesia, come faremo a «spezzare i confini fra di noi & salvarci la pelle a vicenda»?

«Il contatto tra di noi è ciò che ci rende umani. Ma se per un certo periodo non ci toccheremo, non ne moriremo. Dovremo imparare a usare il linguaggio e la musica. E la poesia! È per i momenti come questi che la poesia esiste». 

La pubblicazione nel 1973 del suo primo libro “Paura di volare” l’ha trasformata in pochissimo tempo in un’icona internazionale che ha ispirato milioni di donne in tutto il mondo, un ruolo proseguito con tutti i libri successivi e con ogni intervento pubblico sulla questione femminile.

«Credo e spero di aver ispirato alle giovani donne maggior amore per se stesse e a vivere le loro vite con più energia positiva e più passione, per pretendere che i loro talenti e la loro intelligenza fossero riconosciuti e celebrati. Ho sempre cercato di scrivere libri per le donne che ancora non ci sono. Penso alla scrittura come a un servizio e sono felice se qualcuno me lo conferma».

La famosa scopata senza cerniera in Paura di volare, definizione che tutti ricordano, lei lo ha spiegato spesso, era una fantasia. Che cosa significava esattamente? 

«Molti l’hanno presa alla lettera, ma esprimeva ovviamente una fantasia provocatoria. Allora i tempi erano di rottura. Oggi è un invito per le donne a esprimere il loro desiderio per una vita sessuale felice, fatta di passione e condivisione, totalmente egualitaria».

Che cosa è cambiato nelle loro aspirazioni rispetto agli anni Settanta? Che cosa serve oggi alle donne per essere felici? 

«L’amore e il lavoro sono il binomio che ci rende felici. Vogliamo essere desiderate, ma anche manifestare i nostri desideri. Le donne non devono avere paura di esprimere se stesse. Queste sono sempre state le radici dell’albero della felicità e lo saranno sempre, e valgono per gli uomini ma anche per le donne che spero di aver ispirato a vivere le loro vite con più energia positiva e più passione, per pretendere che i loro talenti e la loro intelligenza siano riconosciuti e celebrati. Se ho regalato alle giovani donne maggior amore per se stesse, ho fatto quello che desideravo». 

Paura di volare, pubblicato da Bompiani nel 1973

Sono stati raggiunti questi risultati? Non sembra che ci siamo riuscite, se ripensiamo al caso Weinstein, ma forse il movimento #metoo è servito per la creazione in questo nuovo millennio di un nuovo «accordo sull’amore» tra i due sessi?

«Dipende da quali uomini e quali donne. Lo stupro non è sparito dal mondo, anzi, avviene ancora troppo spesso. Perché alcuni uomini sentono il bisogno di essere violenti con le donne? E perché alcune donne attribuiscono un valore erotico alla forza maschile? Sono due domande che mi lasciano sempre perplessa quando rifletto sul concetto di consenso: come possiamo esprimere il nostro consenso all’amore e al sesso? Non è possibile elaborare una forma di contratto, ma come possiamo renderlo chiaro e inequivocabile? Credo che in realtà abbiamo bisogno di creare un nuovo linguaggio della sessualità, ma come? Ė uno dei compiti delle nuove generazioni».

Pensa che le nuove generazioni siano meglio preparate per stabilire rapporti egualitari tra i sessi?  Che cosa possiamo fare per educare i nostri figli e nipoti a diventare adulti equilibrati che cercheranno di essere felici senza fare del male al proprio prossimo?

«Questa è la domanda principale che dobbiamo farci! E dobbiamo far crescere i nostri figli e nipoti in modo che sappiano non solo farsi questa domanda, ma trovarle una risposa corretta. Penso che la definizione di consenso sia oggi il nostro interrogativo più importante. Dovremmo domandarci perché gli uomini siano spaventati da donne che chiedono l’uguaglianza in fatto di sessualità. Dovemmo anche chiederci se sia possibile trovare un nuovo linguaggio per il dialogo tra uomini e donne».

È nota la sua opposizione senza sconti al presidente Donald Trump… 

«Sin dall’inizio ho detto che non rinuncerò mai alla mia lotta contro questo cosiddetto “presidente illegittimo”. È un pericolo per l’ambiente, per lo stato di diritto, per il futuro delle donne, per gli uomini, e un terribile esempio come marito e padre». 

Lei ama l’Italia e ha vissuto nel nostro Paese, dove purtroppo da vari anni assistiamo a un tragico aumento di casi di violenza domestica, tanto da aver creato una nuova terribile parola, femminicidio. Nella maggioranza dei casi si tratta di uomini che uccidono una donna che hanno amato e che li ha lasciati o cerca di farlo. È un costo eccessivo pagato dalle donne per l’indipendenza. Quando pensa che cesserà questa violenza contro le donne? E come possiamo aiutare le nostre sorelle in Paesi dove vengono fatte sposare ancora bambine, imprigionate e lapidate solo per aver cercato di diventare essere umani liberi e autonomi?

«Non si è mai parlato a sufficienza di quanto essenziali siano le donne in tutte le culture: essenziali per la vita in generale, e poi per i bambini, per il mondo del lavoro. Se le donne fossero rispettate e onorate per il loro ruolo e se gli uomini si rendessero conto della loro importanza, le donne non avrebbero bisogno di lasciarli. Andarsene è una forma di censura, è come gridare: “tu non mi apprezzi e io non posso vivere senza essere apprezzata”. E le spose bambine… è una cosa che deve essere abolita nel nome del consenso. Il matrimonio deve essere un accordo consensuale fra due persone, ma una bambina non è in grado di esprimere un consenso che valga per il resto della sua vita futura! Sposare una bambina è un affare per un uomo, ma alla donna non è consentito un parere. Torniamo a quanto ho detto prima, dobbiamo lottare affinché le donne siano apprezzate per il loro ruolo e solo quando gli uomini capiranno quanto siamo preziose, avremo l’uguaglianza che cerchiamo».

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