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Di Cristina Sarcina

Milano ha origine celtiche, furono i Galli Insubri nel VI sec a.C. a fondare il primo insediamento abitativo attorno a quello che era, nella tradizione celtica, un santuario o bosco sacro, un luogo dalle coordinate astrali particolari in cui si radunavano i Druidi. Il nome di questo sito era Medhelan ovvero «punto di mezzo»; nasce così la primordiale città di Milano. Il primo grande sviluppo si ebbe con l’arrivo dei Romani nel 222 avanti Cristo. Il nome Medhelan viene latinizzato in Mediolanum, ma non perde il suo significato di terra di mezzo, non solo in senso geografico e commerciale, ma anche religioso e politico. I Romani la resero Municipium, le diedero un ruolo governativo e una forza militare e la fecero capitale dell’Impero Romano. La passeggiata di oggi è un itinerario di circa due ore, percorribile facilmente a piedi, non prevede zone trafficate, avrete così modo di passeggiare in tranquillità, osservando e vivendo quello che resta ancora dell’antica Milano Imperiale.
In via Brisa i resti del Palazzo Imperiale
1° TAPPA. Si parte da via Brisa, zona Magenta; qui troviamo i resti del Palazzo Imperiale. Costruito ai tempi di Massimiano Augusto dopo il 291 d.C., era residenza dell’imperatore, della corte e della guardia imperiale, comprendeva palazzi di rappresentanza, edifici amministrativi ma anche giardini, corti porticate, complessi termali e un accesso privato al Circo. I resti delle terme e del circo sono ancora visibili, nascosti tra gli edifici di via Brisa, corso Magenta e Santa Maria alla Porta, questi sono solo alcuni segni giunti a noi di un complesso impianto edilizio che fu maestoso, e che modificò gran parte dell’area a nord ovest della città.

Vai in via Morigi e scopri una domus
2° TAPPA. Pochi passi per arrivare in via Morigi 2, dove è possibile ammirare porzioni di pavimento in battuto di calce in scaglie di marmo colorato di una domus romana, tipica abitazione destinata alle ricche famiglie patrizie. Questi resti ci raccontano la ricchezza di decoro e di materiali pregiati con cui venivano costruite le domus.

Il Sacello di Sant’Aquilino
3° TAPPA. La passeggiata continua verso le famose colonne di San Lorenzo e l’omonima basilica, luogo tanto caro ai milanesi. La chiesa è della seconda metà del IV sec. ed è di sorprendente originalità. Ricordo la prima volta che vi entrai, abituata a sedere tutti in fila nelle lunghe navate delle chiese latine, mi accoglieva qui uno spazio diverso, più ampio e luminoso, centralizzato, con le sedute disposte a raggiera e rivolte all’altare. Negli anni la basilica subisce trasformazioni e rimaneggiamenti, di età romana rimangono ancora visibili all’interno splendidi mosaici e l’intero Sacello di S.Aquilino (ora in restauro).

Quella torre in largo Carrobbio
4° TAPPA La porta Ticinese che intravedete da San Lorenzo, risale al periodo medioevale. Per ammirare l’antica porta di origini romane, invito i più curiosi a raggiungere Largo Carrobbio, dall’interno di un ristorante si potranno riconoscere i resti della torre attualmente inglobati in un edificio moderno.
Il Sarcofago di Saliconte
5° TAPPA. Attraverso via Lanzone, silenziosa vietta di antiquari, raggiungiamo la Basilica di Sant’Ambrogio, dove l’affascinante chiostro ci introduce ai tesori di questo luogo sacro. La basilica mantiene nelle misure e nella forma, la spazialità dell’antica chiesa paleocristiana; totalmente diversa da San Lorenzo, lo spazio si sviluppa qui in lunghezza: una navata centrale e due minori laterali. È la prima di quattro basiliche erette a Milano per volere del santo vescovo Ambrogio; un complesso articolato: attorno alla chiesa e ai suoi due campanili, si costruisce il monastero, la canonica, l’oratorio e l’atrio colonnato che ci accoglie all’ingresso. All’interno troverete splendide opere di epoca romana e medioevale, come il Sarcofago di Saliconte, in marmo lavorato a bassorilievi, o i resti della decorazione del coro, conservate nell’antyquarium del museo della basilica; ma sono molte le notizie storiche, artistiche e anche leggendarie legate a questa chiesa.

Siamo all’ultima tappa di oggi e vi lascio con un solo consiglio, quello di immergervi in questo luogo, regalandovi del tempo. Respirate l’aria della storia, immaginandola, ricostruendola magari, provate ad apprezzare l’Arte per la sua pura bellezza e per il valore della sua tecnica, e provate a vivere questa architettura antica, anche solo ascoltando il suono del silenzio.