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Di Cristina Sarcina
Eccoci al secondo dei dieci appuntamenti di questa rubrica itinerante alla scoperta della nostra Milano nei secoli e nelle sue continue trasformazioni. Nel primo itinerario abbiamo camminato rivivendo la primordiale città romana, oggi vi propongo un’affascinante evoluzione: Milano nel Medioevo.
La città romana fu gradualmente sovrapposta e rimpiazzata da quella medievale. Nel periodo che va dal 500 al 1500 Milano subisce la dominazione di poteri differenti: dai Longobardi ai Carolingi fino all’epoca comunale. Da un iniziale periodo di declino, Milano rinasce grazie all’istituzione dei moderni Comuni e all’attività dei consoli. Siamo nel 1117 quando la città diventa ufficialmente Comune: divisa in sei sestieri e trenta contrade, modifica organizzazione sociale e politica, il suo ruolo governativo nel territorio, e la sua forma urbis, ampliandola e facendole assumere nuovo aspetto. Le mura medievali, di forma circolare, vanno ad inglobare i sobborghi esterni; la struttura del tessuto urbano si organizza ora su un disegno radiocentrico, con una strada principale circolare, identificabile nell’attuale circonvallazione della cerchia dei Navigli, e diverse strade secondarie disposte a raggiera.
Caratteristica comune a tutti i nuclei medievali è la centralità cittadina e un’economia fondata sul commercio e l’artigianato: nascono in questo periodo le corporazioni delle Arti e dei Mestieri, ovvero l’associazione di tutti coloro che nella città esercitavano la stessa professione; fedeli a uno statuto che disciplinava privilegi e doveri della categoria, gli artigiani contribuivano anche alla manutenzione della città ed esercitavano opere di bene.
Con la comparsa delle corporazioni nasce anche la tendenza a raggruppare vie e quartieri in base alle funzioni degli edifici, siano essi commerciali, ecclesiastici, universitari. Cambiano la forma della città e le tipologie edilizie. Lotti stretti e lunghi sono sede delle case-bottega, paragonabili alle odierne case a schiera, nascono dalla coincidenza del luogo di lavoro con l’abitazione. Al piano terreno trovava spazio l’officina o bottega dell’artigiano, gli scuri che venivano utilizzati la sera a chiusura delle aperture su strada, venivano ribaltate durante il giorno trasformandosi in banconi per l’esposizione delle merci.
Itinerario «LE VIE DELLE CORPORAZIONI»
Un angolo di Medioevo, una piazza che profuma di storia, un luogo appartato dove tutto quel girare frenetico creato da negozi, taxi, gente, suoni e rumori, si ferma, regalandoti un momento di pace; mi piaceva andarci durante gli anni di università, per ritrovare concentrazione e ascolto. Posta tra il Duomo e il Cordusio, Piazza Mercanti fu aperta e costruita nel 1228, la posizione è strategica e centrale, per tale motivo fu scelta come sede del nuovo Broletto, oggi Palazzo della Ragione. La piazza diventa in breve teatro di aggregazione cittadina, dapprima luogo di esecuzioni pubbliche, apprezzate dalla folla per il macabro spettacolo, in seguito sede di mercato. Tante le corporazioni di artigiani che si collocavano proprio intorno al Broletto di Piazza Mercanti dando nome alle vie: Fustagnari, Armorari, Spadari, Orefici e altre ancora. L’itinerario di oggi si snoda proprio attorno a queste vie alla ricerca dei segni antichi.
Piazza Mercanti (1): il nostro punto di partenza. Ancora due parole e qualche schizzo su questo luogo, per entrare nella magia del tempo.
La piazza, inizialmente, aveva dimensioni più ampie, si estendeva sino al cinquecentesco palazzo dei Giureconsulti in via Mercanti, e il broletto si trovava al centro. Pensate a quanto doveva essere animata e grande quest’area, fulcro della vita cittadina. Guardatevi attorno e ammirate Casa dei Panigarola, la Loggia degli Osii, il Palazzo delle Scuole Palatine, Palazzo della Ragione e il pozzo.
CASA DEI PANIGAROLA
Lato ovest, conosciuto anche come Palazzo della Congregazione dei Mercanti, ospitava l’ufficio degli statuti, luogo in cui venivano scritti i decreti ducali. Frutto di diversi rimaneggiamenti, l’edificio è oggi sede di un ristorante.
LA LOGGIA DEGLI OSII
Lato sud, decorato con statue, scudi e grandi arcate a tutto sesto, questo palazzo fu eretto nel 1316 come nuova sede per le attività giuridico-notarili della città.
IL PALAZZO DELLE SCUOLE PALATINE
Lato sud, eretto per volere di Gian Galeazzo Visconti, fu sede della scuola più prestigiosa di Milano, dove studiavano i cittadini più in vista dell’epoca.
PALAZZO DELLA RAGIONE (Broletto Nuovo)
Lato est, uno dei più vasti edifici pubblici di epoca medievale giunti a noi intatti, salvo rimaneggiamenti cinquecenteschi e settecenteschi. Il cantiere viene aperto nel 1228 e terminato nel 1233, la denominazione «Ragione» deriva dalla sua funzione di giustizia, questo era il palazzo del potere pubblico cittadino. L’edificio, a pianta rettangolare, è posto su un basamento a cui si accede da una scalinata, al piano terreno un ampio portico a due navate e sette campate agevola la fruizione della piazza e crea uno spazio coperto di aggregazione per i cittadini. Il salone, posto al piano superiore, viene modificato nel tempo, originariamente prendeva luce da ampie trifore ora murate, incorniciate da un arco in laterizio, alternato a cornici marmoree e una profilatura in cotto.
IL POZZO
Fu aperto nel XVI secolo di fronte al palazzo dei Giureconsulti, in seguito fu portato al centro della piazza dove si trova tuttora.
Via Orefici (2): usciamo dalla piazza per iniziare una passeggiata tra le vie storiche degli artigiani. via Armaioli (3), via Spadari(4), via Speronari (5), via dei Piatti (6), via Cappellari (7), via Pecorari (8).
Il meticoloso lavoro dei fabbri che producevano le spade e le armature richieste in tutta Europa, la produzione di tessuti e gioielli, la lavorazione del legno, sono tutte eccellenze della Milano medievale.
Nei primi anni del ‘400 in via Spadari ai numeri 10 e 11 si trovava la casa dei Missaglia, una delle più rinomate famiglie di armaioli operanti a Milano in epoca medievale. L’edificio fu demolito nel 1902 a seguito di ristrutturazioni urbane, camminando lungo la via non è possibile purtroppo, ammirarne alcun resto, immaginate un ricco palazzo gotico, con decorazioni in cotto e affreschi, finestre ad arco (in parte recuperate e oggi conservate ai Musei del Castello Sforzesco), un’ampia corte interna porticata e al piano strada, l’officina in cui venivano lavorati gli armamenti bellici. Casa Missaglia era anche conosciuta come «casa dell’Inferno», nome assegnatogli per lo spettacolo prodotto dai i fuochi delle forge e dal rumore assordante degli attrezzi dei fabbri.
L’arte orafa in Lombardia ebbe un forte sviluppo in epoca longobarda, opere di pregio sono raccolte e visibili al museo del Duomo di Monza e nella Basilica di S. Ambrogio a Milano; nel XV secolo l’oreficeria milanese raggiunge il suo pieno consolidamento: attingendo alle tecniche e alla magnificenza della produzione longobarda, elabora uno stile prezioso e raffinato. Nelle botteghe milanesi di via Orefici l’oro viene sapientemente lavorato e modellato, vengono selezionate perle e pietre preziose di cui si intensifica l’uso, si introducono gli smalti e nuove tecniche di incastonatura. Gli oggetti in cui l’arte orafa trova maggiore impiego, sono gioielli ed ornamenti per le famiglie nobiliari, ma di grande valore sono soprattutto le opere decorative realizzate per gli edifici ecclesiastici.
Ho sempre apprezzato la bellezza e l’importanza del lavoro artigianale: vedere mani sapienti che danno forma a degli oggetti, è un momento che considero magico. Nel prossimo itinerario vi accompagnerò a scoprire un luogo dove questa magia accade ogni giorno da secoli, un luogo storico per Milano, e uno spazio dove, a mio parere, ci si sente accolti, dove potrete ammirare, conoscere, e anche sperimentare, quest’arte antica del creare con le mani.
IL COMMENTO
Di Edoardo Grandi
A differenza delle città d’arte italiane più famose, Milano a prima vista è meno appariscente dal punto di vista monumentale, artistico e urbanistico. Questo è dovuto a molteplici fattori, come invasioni, eventi bellici con relative distruzioni e ricostruzioni, cambiamenti sociali ed economici (si pensi solo alla grande immigrazione seguita dopo la fine della seconda guerra mondiale), scelte politiche a volte necessarie, altre molto discusse.
Della Milano medievale restano poche ma significative tracce, a cominciare dalle chiese romaniche, come la celebre Basilica di Sant’Ambrogio (chiese spesso rimaneggiate nel corso dei secoli), o alcune delle porte medievali d’accesso alla città, come Porta Nuova, in fondo a via Manzoni, o la ben nota Porta Ticinese, adiacente alle Colonne di San Lorenzo, da non confondersi con l’omonima porta ottocentesca costruita sulla fascia più esterna.
Purtroppo non molto rimane visibile della «Milano città d’acqua», con la copertura dei Navigli lungo il perimetro delle mura medievali avvenuta nel secolo scorso. Ne sono però testimonianza vivente la Darsena, il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese, resi ancor più celebri e affollati dall’attuale movida, e tratti più periferici ma pittoreschi del Naviglio Martesana, a nord.
Come nel caso delle vie che ricordano gli antichi mestieri, anche le vie d’acqua milanesi hanno lasciato il segno nella toponomastica: per esempio via Conca del Naviglio, via Conchetta o via Laghetto. Questo si può notare anche in nomi meno conosciuti: durante lo scavo della cerchia dei Navigli, i materiali di risulta venivano trasformati in bastioni difensivi chiamati terraggi: ed ecco appunto via Terraggio, nei pressi di Sant’Ambrogio.
Non si deve pensare che i grandi stravolgimenti siano solo frutto di interventi recenti (piazza del Duomo appare come è oggi solo a partire della seconda metà dell’ottocento): ben prima del Duomo, la cui lunghissima edificazione è iniziata nel 1386, i milanesi avevano un’altra grande basilica, Santa Tecla, situata presso quello che è oggi l’inizio di via Mercanti. Fu abbattuta in età sforzesca nel 1461, per fare posto a una vasta piazza davanti al nascente Duomo.