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Tonino Bello scriveva: “Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro”. Cicatrici è stato: darci la possibilità di spostare questo macigno e far passare un po’ di luce nell’anima, portar fuori un pezzetto di noi che è sempre stato al buio e renderci conto che, in fondo, mostrarlo non era pericoloso. Cicatrici è stato affidarci uno all’altro, con cura, dolcezza e spontaneità. Non si parla solo di sfregi dell’anima, ma di vere ferite aperte, sanguinanti, nascoste. Malformazioni interiori. Come vivere in apnea, con due sbarre di titanio nella schiena e due sbarre di paura indefinita nel cuore. Sentirsi sempre in colpa, sempre sbagliati, creatori di fallimenti continui. Un circolo vizioso in cui tu stesso crei le condizioni fallimentari per poterti dire: “Visto? Non cambia niente. Per qualsiasi sforzo o lotta, il risultato è sempre lo stesso. Anzi, sempre peggio”. Ma a guardar bene, esperienze di felicità nascono dalla tranquillità di potere “ammettere” e condividere queste ferite, dandogli forma e trasformandole in Cicatrici.
The Shadowing
Tonino Bello wrote: “Every one of us has their own boulder. An enormous stone at the mouth of the soul that starves it of oxygen, that keeps us in an icy grip; that blocks out every ray of light, that stops communication with other people.”
Scars was: giving us the chance to move this boulder and let a little light into our souls. To bring a piece of us which had always been in the dark outside and to realize that actually, showing it wasn’t dangerous.
Scars was trusting each other, with care, tenderness and spontaneity.
We are not just talking about disfigurements of the soul, but real open wounds, bloody and hidden. Deformities inside us. Like living in apnea, with two titanium bars in your back and two bars of indeterminate fear in your heart.
Feeling always to blame, always in the wrong, creators of continuous failures. A vicious circle in which you yourself create the conditions to fail so that you can say to yourself: “See? It doesn’t change anything. Whatever the effort or struggle, the result is always the same. Or even worse.” But taking a closer look, happy experiences grew out of the peace of being able to “admit” and share these wounds, giving them a form and transforming them into Scars.
