Il Covid Nelle Città, Come Le Ha Cambiate

Autori:
Piazze D'Italia- Giorgio De Chirico
Piazze D'Italia- Giorgio De Chirico

L’arrivo inaspettato del Covid ha cambiato notevolmente la faccia delle nostre città. In questo articolo la visione dei giovani sui temi che più li hanno colpiti durante il lockdown.

Di Irene Nembrini

Gli ultimi mesi sono stati senza dubbio un periodo straordinario: abbiamo iniziato a vivere la città più da spettatori che da protagonisti.

Da finestre e balconi abbiamo visto il tempo passare, le stagioni susseguirsi. Ci siamo fermati, come statuette dentro una boule de neige, e abbiamo iniziato ad osservare. Osservare come l’ambiente che ci circonda cominciava a starci stretto, a soffocarci; come avremmo voluto avere un giardino per uscire a prendere una boccata d’aria, un panificio sotto casa per non dover accalcarci al supermercato, una pista ciclabile per andare al lavoro in sicurezza e senza preoccupazioni.

Il Covid Nei Palazzi

Ora che la nostra bolla è «scoppiata» e facciamo i primi, esitanti passi nella normalità, resta l’urgenza di riprendere ciò che abbiamo appreso in questa quarantena, per applicarlo nelle nostre città.
In questi mesi la maggior parte degli italiani si è ritrovata chiusa in piccoli appartamenti, costretta a vivere il lungo lockdown in pochi metri quadrati.

Balconi, terrazzi e giardini comuni sono diventati un lusso, un’espressione dello status quo, tanto che le agenzie immobiliari di tutta Italia hanno visto un boom nelle richieste di case con giardino o cortile. Un’altra criticità è stata la mancanza di distanziamento, in particolare nei condomini e nei palazzi con numerosi inquilini: per quanto questo tipo di alloggio sia particolarmente diffuso nelle città e conveniente in termini di spazio e di costi, in tempo di Covid-19 queste strutture non sono state capaci di garantire la sicurezza necessaria, esponendo gli inquilini a notevoli rischi.

Piazze D'Italia- Giorgio De Chirico
Piazze D’Italia- Giorgio De Chirico

Recoperare La Vita Di Quartiere

Nel dopo lockdown il fronte commercio è stata una delle più grandi sfide del Coronavirus: le lunghe code di fronte ai supermercati di tutta Italia hanno fatto discutere e indignare per mesi, mentre migliaia di piccole attività sono state messe in ginocchio dal lungo periodo di chiusura, dalle restrizioni e dai regolamenti.


Mentre per moltissimi servizi la risposta è stata la digitalizzazione, per le città italiane un ritorno alle origini potrebbe essere benefico: recuperare la vita di quartiere, impegnandoci a lavorare per il benessere e l’integrazione della comunità locale nel tessuto socioeconomico della città potrebbe alleviare alcuni dei problemi riscontrati in questi mesi di pandemia. Dare una nuova spinta a queste attività creerebbe un ciclo di crescita che potrebbe dare nuova linfa ai nostri quartieri.

Piazze D'Italia- Giorgio De Chirico
Piazze D’Italia- Giorgio De Chirico

Le Mascherine E L’Ambiente

Nonostante il periodo difficile e straordinario, l‘interesse per le tematiche ambientali non è scivolato in secondo piano durante la pandemia: l’abbassamento dei livelli di smog e di polveri sottili, così come il ritorno degli animali nei loro habitat, ci hanno fatto sorridere e sperare durante il lockdown.

Questi miglioramenti però, sembrano già svaniti, soppiantati dall’aumento della circolazione di autovetture e dall’inquinamento da parte di mascherine e guanti che ormai costellano parchi e strade. Mentre quest’ultimo aspetto è riconducibile alla disattenzione umana, le numerosissime auto in circolazione sono comprensibilmente dovute alla mancanza di forme di trasporto alternative: usare la propria automobile sembra essere l’unico modo per spostarsi e muoversi in città in presenza di un virus così pericoloso.

Piazze D'Italia- Giorgio De Chirico
Piazze D’Italia- Giorgio De Chirico

L’Abbandono Delle Vecchie Abitudini

Alcune città hanno fatto passi avanti implementando le piste ciclabili e migliorando il sistema dei trasporti pubblici, ma questi accorgimenti non sono sufficienti, e già si teme il ritorno alla vita pre-pandemia a settembre. Il tema della mobilità dolce è particolarmente sentito nelle grandi metropoli, ed è proprio lì che deve essere ripreso: il post Covid-19 può diventare un impulso per abbandonare le vecchie abitudini e lasciare la macchina in garage, optando per biciclette, monopattini elettrici e mezzi pubblici.

Questi ultimi devono essere potenziati, innanzitutto per mantenere il distanziamento, e per mantenere un eventuale cambio di rotta verso uno stile di mobilità più sostenibile. Si parla spesso di utilizzare la pandemia come un’opportunità di crescita, facendo tabula rasa e ripartendo consci degli errori del passato, ma ciò non è avvenuto finora: siamo tornati alle vecchie routine e abitudini dell’era pre-COVID e, nonostante le buone intenzioni, nulla sembra destinato a cambiare. Occorre sfruttare la situazione per creare città più inclusive e sostenibili, e i cambiamenti causati dal Coronavirus sono un buon punto di partenza.

Ti è piaciuto ciò che hai letto?

Ricevi adesso l’ultimo numero del nostro mensile “Il Bullone”, uno spazio in cui i temi cardine della nostra società vengono trattati da un punto di vista “umano” e proposti come modello di ispirazione per un mondo migliore.

Ricevi ultimo Bullone
 
 
 
 

Diffondi questa storia

Iscriviti alla nostra newsletter

Newsletter (sidebar)
 
 
 
 

Potrebbe interessarti anche:

Torna in alto