Di Cristina Sarcina
Avete presente il film di Fellini, Il Casanova? È la perfetta espressione dell’ambientazione barocca, l’incarnazione della frivolezza, l’esuberanza, lo sfarzo, la ricchezza, la trasgressione, il godimento materiale e sessuale che caratterizzano lo stile di vita del tempo e di cui restano tracce che ricercheremo in questo itinerario.
Il Barocco In Italia
Barocco. Il suo nome deriva dal portoghese Barroco che indica la forma della perla scaramazza e dall’aggettivo francese Baroque. Il termine richiama qualcosa di stravagante e bizzarro e viene usato inizialmente con un’accezione quasi dispregiativa, per indicare il capriccio dell’artista che non rispetta le tradizionali regole e il rigore delle proporzioni.
In Italia il Barocco è un movimento artistico e culturale che nasce a Roma nel XVII secolo, durante la controriforma. Le forme del Rinascimento vengono riprese, arricchite ed esaltate attraverso lo sfarzo, il lusso e la teatralità, con l’obiettivo di valorizzare grandezza e potere della Chiesa, ma anche dei Palazzi e della sovranità. Nella sua espressione di «esagerata» teatralità, il Barocco privilegia materiali decorativi quali oro, stucchi, marmi, carte da parati, giochi d’acqua e di luci e ombre. Le linee sono curve, il ricciolo diventa la forma espressiva dominante, le foglie d’oro sono il materiale privilegiato per rivestire e decorare altari, capitelli, mobili e gioielli.
In Italia il Barocco conosce espressioni diverse fortemente legate alla storia e alla cultura dei luoghi, così come all’utilizzo di materiali diversi (dal Barocco di Bernini e Borromini a Roma, a quello napoletano della Cappella del tesoro di S. Gennaro, a quello siciliano della città di Noto). Conosce fasi diverse, fino al Rococò, espressione più tarda e matura del movimento, riflesso di uno stile di vita preziosamente frivolo che si afferma nei salotti dei palazzi privati.
Il Barocco A Milano
A Milano l’inizio del Barocco è legato alla nomina a vescovo di Federico Borromeo, con lui a dominare la scena, dal punto di vista architettonico, sono le committenze religiose: molte chiese preesistenti vengono rinnovate e restaurate in chiave barocca (S. Maria Podone, in Piazza Borromeo, è una delle più antiche chiese di Milano e la sua facciata è rappresentazione di questo stile barocco). Anche la vita civile e privata della città si arricchisce di preziosità barocche: da Palazzo Litta alla Pinacoteca e al Palazzo dell’Ambrosiana; dall’Accademia e la Pinacoteca di Brera, a Palazzo Durini e Palazzo Toscanini.
Oggi vi condurrò alla scoperta del Barocco milanese: alcuni sono luoghi nascosti e poco conosciuti, ma significativi, di grande effetto e splendore; altri forse più noti ma di cui poco si conosce della loro storia e del loro valore. Attraverseremo questi luoghi ammirandone la bellezza, ma sostando anche nell’atmosfera e nella quiete che sanno emanare.
Palazzo Clerici
Sito in via Clerici, ai tempi nota come «Contrada del prestino dei Bossi», Palazzo Clerici rappresenta un tipico esempio di tardo barocco applicato a un edificio privato. Il palazzo fu una delle più sfarzose dimore della città, edificato per volere dei Visconti e ceduto in seguito alla famiglia Clerici, illustri commercianti di seta provenienti da Como. Come consuetudine del periodo, il maggior fasto è riservato agli interni, a quegli spazi che i proprietari potevano effettivamente godere e vivere convivialmente. La facciata risulta, al contrario, semplice e poco decorata, il corpo centrale è arretrato al fine di agevolare l’ingresso delle carrozze. La dimora passò di erede in erede, fu il marchese Antonio Clerici a portarla al suo massimo splendore, siamo nel 1740: le stanze vengono restaurate, mobili prestigiosi vengono importati dall’Austria, porte, finestre, stipiti e cornici vengono decorate con ori ed intarsi, le sale si arricchiscono di quadri di grandi artisti italiani e stranieri, viene commissionato a Gian Battista Tiepolo l’affresco della sala degli Arazzi. Il palazzo è attualmente sede dell’ISPI, Istituto di Studi di Politica Internazionale ed è visitabile su prenotazione (le visite riprenderanno a settembre).
Attraverso il portale si entra nel cortile d’onore, sobrio, con due portici che si fronteggiano. Un’importante scala con gradini e balaustra in granito, decorata da statue di donne dai tratti orientali, conduce al piano nobile, dove troverete le principali sale:
Sala da ballo: salone di rappresentanza, qui venivano organizzati i ricevimenti. Alto soffitto e grandi finestre su ambo i lati, candelabri e lampadari lucenti, un ambiente elegante e fastoso.
Galleria dei quadri: sala espositiva dedicata alla collezione di quadri del marchese, tra questi Rubens, Van Dick, Tintoretto e il Veronese. La sala subisce rimaneggiamenti e molte opere vengono vendute.
Galleria degli arazzi: uno degli esempi meglio conservati di barocchetto a Milano, arricchita dall’affresco di Giambattista Tiepolo, che decora la volta con immagini mitologiche quali il carro del Dio Sole e diverse altre divinità dell’Olimpo. Tutto attorno stucchi, boiserie e arazzi appesi alle pareti.
Sala degli specchi: questa sala era parte degli appartamenti di rappresentanza del marchese Clerici. Utilizzata per i ricevimenti ufficiali della famiglia, presenta un arredamento ligneo con stemmi e trofei militari con le iniziali MC: maresciallo Clerici. Grandi specchi adornano le pareti, frammentano la luce e accentuano il riverbero dell’oro. Sul soffitto si trova un dipinto raffigurante Giove e Ganimede attorniati da Saturno e da Nettuno.
Ossario E Chiesa Di S. Bernardino
Luogo nascosto e poco conosciuto, le sue origini risalgono al 1127, quando nell’’area si edificò l’ospedale di San Barnaba, rifugio dei trovatelli di Milano. In seguito si aggiungono un secondo ospedale e un cimitero. Le dimensioni risultano esigue e come spesso accade in quest’epoca, si decide di edificare anche una camera adibita ad ossario, affiancata da una piccola chiesa, oggi visitabili gratuitamente: la chiesa ha pianta ottagonale, all’interno balconcini marmorei barocchi, due cappelle laterali, diversi affreschi e un importante organo, un ambiente piccolo ma lucente e onesto. Procedendo lungo il corridoio si accede all’ossario, spazio raccolto, poco illuminato, con una volta affrescata, le pareti quasi interamente ricoperte di teschi e ossa, disposti nelle nicchie, sul cornicione, che adornano pilastri, fregiano porte: il senso macabro si fonde con la grazia del tardo barocco, il rococò. È un posto unico a cui si accede attraverso un ambulacro lungo e stretto che sembra un cunicolo, l’ingresso di una catacomba e che fa da anticamera alla cappella, in cui le ossa stesse creano e arredano l’ambiente. È una sensazione primitiva, primordiale, un po’ cupa, che contrasta con la pittura raffinata e luminosa della volta sovrastante. Le ossa compongono croci, cornici, sono poste in forme geometriche, raccontano storie di un tempo lontano e invitano i visitatori a una sosta di preghiera e meditazione sul senso e il mistero della vita e della morte.
Palazzo Sormani-Andreani
Una tra le biblioteche più note e frequentate di Milano, fu tra 600 e 700 residenza lussuosa e rinomata, ma le origini sono in realtà cinquecentesche, avvisaglie delle forme classiche rinascimentali sono ancora presenti. Diverse le famiglie nobili che si succedono alla proprietà, con il cardinale Monti, grande collezionista d’arte, il palazzo viene rinnovato e adattato a luogo espositivo per la sua collezione di quadri. Le stanze sono allestite con teatralità e decori lussuosi. Interventi successivi riguarderanno le facciate, a favore dello stile barocchetto, la facciata su strada segue linee tonde, sinuose e bombate; la facciata sul giardino retrostante, di epoca successiva, è più lineare ed austera. All’interno la sala del Grechetto, dove è conservato il mito di Orfeo, una serie di 23 tele che circondano la sala e che costituiscono un esempio unico delle conoscenze di botanica e zoologia dell’inizio del XVII secolo, raffigurando specie animali e vegetali da tutto il mondo. Palazzo Sormani ha un giardino interno, progettato e organizzato all’inglese nel XVIII secolo da Leopold Pollack, qui vi si trova un complesso di statue sul tema della caccia al cinghiale. È un bellissimo posto dove poter sostare con il proprio libro nella quiete e nella frescura, in pieno centro città.
Giardini Guastalla
In via Francesco Sforza, nei pressi dell’Ospedale Maggiore e dell’Università Statale, una delle aree verdi più belle e antiche di Milano. Le origini sono legate all’edificazione, nel 1555, del collegio Guastalla, voluto da Paola Torelli, contessa di Guastalla (RE) che trasferitasi a Milano, decise di investire denaro per aiutare giovani nobildonne cadute in rovina, dando loro un luogo dove poter vivere e studiare. Il giardino Guastalla che nasce con uso privato del collegio, ancora oggi è circondato da un alto muro che lo ricorda; nasce come giardino all’italiana, curato, formale, semplice, elegante. Nel 600 le modifiche barocche: si costruisce una splendida vasca peschiera, all’epoca usata per allevare pesci e alimentata dalle acque del Naviglio che scorre ancora sotto via Francesco Sforza. Un piccolo gioiello barocco: andamento sinuoso e forme simmetriche, composta da due terrazzamenti comunicanti tramite scale e arricchita da balaustre in granito bianco. Altri elementi architettonici da ammirare, una piccola edicola anch’essa seicentesca e un tempietto neoclassico del Cagnola. Il giardino, seppur di piccole dimensioni, ospita una ricca e fascinosa natura, piante secolari e arbusti, soprattutto roseti; tra le piante potrete ammirare una curiosa Catalpa, conosciuta anche come «albero dei sigari», vecchi faggi, un noce nero, un platano, una magnolia, e ancora frassini, carpini e ippocastani. Il giardino è aperto tutti i giorni in orari stabiliti, numerose le panchine all’ombra delle chiome, luogo privilegiato dagli studenti delle vicine scuole e da famiglie con bambini cui è dedicata un’area giochi.
Rotonda Di Via Besana
Alla fine del XVII secolo il sepolcreto dell’Ospedale Maggiore si rivela insufficiente, si decide quindi di costruire una nuova struttura che possa dare sepoltura ai cadaveri non reclamati della città. Si stima che negli anni il Nuovo Sepolcro abbia accolto più di 150.000 salme. La Rotonda di via Besana è un complesso tardo barocco strutturato in un porticato dall’andamento ondulato, che vede il susseguirsi di volte a crociera, e nella Chiesa di S. Michele, posta al centro della Rotonda, interessante nella sua costruzione inusuale a croce greca con al centro la cupola. Quattro facciate identiche, lineari e semplici nel decoro. Oggi la Chiesa è sconsacrata ed è diventata sede di eventi espositivi e musicali, mostre e museo per bambini. È un luogo piacevole in cui sostare, tra bambini che giocano, studenti che leggono sulle panchine o che si godono una pausa nella quiete del porticato, gruppi di yoga e giovani che si incontrano all’ora dell’aperitivo.