Ius e Cittadinanza, La Cultura E La Riforma

Autori:

Ius, cittadinanza, cultura italiana e la rifora della norma in atto. Come i nati in Italia diventano italiani.

Di Sarah Kamsu

È un peccato che in Italia la legge sulla cittadinanza non venga vista come priorità, come qualcosa che non serve. La riforma sulla cittadinanza non cambia le regole per gli adulti. Ma si tratta di una proposta di nuove norme mirate solo ed esclusivamente ai minorenni.

Italiana Solo A 18 Anni

Io sono nata in Italia da genitori stranieri e ho potuto richiedere la cittadinanza italiana solo al compimento dei 18 anni, ho avuto la fortuna di ottenerla in tempi ragionevoli, ma non per tutti va così e soprattutto ho avuto la fortuna di non aver avuto dei momenti della vita in cui non essere cittadina italiana mi abbia discriminato. Io credo che la cittadinanza non venga sentita come priorità e non è una priorità per chi non vive questa situazione, ma sicuramente è un’esigenza reale per molti ragazzi nati e cresciuti qui che si sentono italiani, ma non vengono riconosciuti dallo Stato come tali. Senza la cittadinanza alcuni diritti vengono loro privati, come il libero movimento all’interno dei Paesi UE o l’opportunità per il loro futuro dell’ammissione ai concorsi pubblici e agli ordini professionali, il diritto di far parte dell’elettorato attivo e passivo, quindi il diritto di voto.

E si è costretti a rinnovare il permesso di soggiorno come veri e propri stranieri.

Si nasce, si cresce in Italia, ne si condividono la lingua, la cultura, gli usi.

Diventare Cittadini

In questa legge si parla di ius soli illimitato, ius soli temperato, ius culturae? In questa proposta di legge non si sta parlando di ius soli illimitato, cioè diventare cittadini di un Paese quando si nasce sul territorio come in quasi tutti gli Stati del continente americano, ma di ius soli temperato e ius culturae, già applicato in altri Stati dell’Unione Europea come Francia, Inghilterra, Germania, cioè permettere di diventare cittadini italiani, a chi è nato in Italia da genitori stranieri che hanno il permesso di soggiorno permanente o di lungo periodo e soggiornano legalmente in via continuativa per 5 anni sul territorio nazionale, con lo ius soli temperato lo si diventa non automaticamente ma sempre su richiesta dei genitori, inoltre per i genitori extra UE sono richiesti anche un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, un alloggio idoneo e il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana.

Si parla poi anche di ius culturae, cioè permettere di diventare cittadini italiani a chi è arrivato in Italia con genitori stranieri entro i 12 anni e abbia frequentato in Italia uno o più cicli scolastici, e chi è arrivato in Italia con genitori stranieri dopo i 12 anni, vi ha soggiornato almeno per sei anni e ha superato un ciclo di studi.

Come si può vedere questo è semplicemente un tentativo di andare oltre allo ius sanguinis e la legge attuale. Rimangono requisiti importanti per poter richiedere e ottenere la cittadinanza.

Ius Sanguis

Con lo ius sanguinis per ottenere la cittadinanza, in caso tu sia nato da genitori stranieri, attualmente sei costretto ad attendere fino a 18 anni.

Spesso sento dire che la cittadinanza non si regala, infatti con lo ius soli temperato e lo ius culturae, non si può parlare di un regalo né di automatismo, perché chiunque vorrà ottenere la cittadinanza per i propri figli o per sé da maggiorenne, dovrà comunque richiederla e sostenere dei costi come il pagamento di 250 euro per attivare le procedure.

Attraverso questa riforma della cittadinanza possiamo dire che i beneficiari immediati saranno circa 800mila ragazzi e si pensa che i beneficiari futuri potranno essere circa 58mila all’anno. Io credo che chi nasce, cresce, studia in un Paese appartiene culturalmente a quel Paese prima di esserne cittadino, la cittadinanza è semplicemente il riconoscimento che lo Stato dà a questa appartenenza.

La cultura è sempre appresa e non è innata, passa attraverso l’apprendimento e non per via genetica.

Di generazione in generazione si trasmette nella società integrando anche persone con origini differenti.

Doppia Cultura e Doppia Appartenenza

Indipendentemente dalle nostre caratteristiche somatiche, le nostre origini, tutti gli esseri umani sono in grado di apprendere e imparare qualunque sistema culturale come loro proprio. Il luogo dove nasciamo, dove cresciamo, dove ci formiamo diventa la nostra cultura che ci portiamo dietro tutta la vita; assorbiamo la cultura in cui nasciamo al di là del fatto che poi verrà riconosciuta a livello giuridico. Io ho appreso entrambe le culture: quella della mia famiglia e del mio Paese d’origine e la cultura italiana simultaneamente, fin dalla nascita, abbracciandone la lingua, i modi di dire, di fare, il cibo, le usanze. E oggi, all’età di 23 anni, posso dire di avere una doppia cultura e una doppia appartenenza: per me una ricchezza.

Far parte di una cultura significa sostanzialmente condividere attraverso l’apprendimento una serie di pratiche, di valori, di conoscenze.

Supporto in Italia il movimento chiamato «Italiani senza cittadinanza» che si sta impegnando per questa causa. Speriamo che un giorno lo Stato italiano prenda sul serio questa riforma.

Ti è piaciuto ciò che hai letto?

Ricevi adesso l’ultimo numero del nostro mensile “Il Bullone”, uno spazio in cui i temi cardine della nostra società vengono trattati da un punto di vista “umano” e proposti come modello di ispirazione per un mondo migliore.

Ricevi ultimo Bullone
 
 
 
 

Diffondi questa storia

Iscriviti alla nostra newsletter

Newsletter (sidebar)
 
 
 
 

Potrebbe interessarti anche:

Torna in alto