Fingere non sempre significa mentire, spesso rappresenta una maschera che usiamo per nascondere idee o tratti caratteriali al fine di essere «comodi», omologati o compatibili con un ambiente sociale.
È Normale Fingere
È un comportamento che fin da bambina mi ha caratterizzato, restando invisibile agli occhi altrui, e di cui non sempre sono andata fiera; crescendo, infatti, mi sto rendendo conto che se per essere accettata in un gruppo devo fingere riguardo ai miei interessi, mettendo magari a rischio i miei valori, allora quel gruppo non fa per me.
Questo, però, è fondamentale nelle relazioni strette e si impara con il tempo, infatti in ambienti nuovi è normale fingere per evitare esclusioni o pregiudizi. Non è detto nemmeno che in questo caso sia giusto, ma il nostro istinto guidato dalla paura di essere considerati diversi, in una società dove il diverso è ancora considerato pericoloso, agisce inconsapevolmente portandoci a indossare una maschera. È triste pensare di doversi zittire per non infastidire gli altri: non si può interrompere a metà un discorso, nemmeno se il nostro interlocutore, ad esempio, getta una cartaccia per terra, o rischieresti di essere visto tu come il maleducato; si deve forzare una risata dopo una battuta di cattivo gusto, per non essere considerato come il «moralista». È più accettabile socialmente essere irrispettosi, ma «intonati» alla situazione, piuttosto che «stonare» con una considerazione valida, ma scomoda. Il silenzio di non essersi fatti avanti poi causerà rimorso, ma sarà comunque troppo tardi. Per questo, in contesti sociali, per quanto possa aiutarci a stare meglio e faccia del bene a noi, fingere non porta nulla di buono per gli altri e quindi non porta nulla di buono alla società.
Fingere Non Significa Mentire
Fingere ha dei lati positivi nelle relazioni con gli altri? Fingere per proteggere è davvero un atto altruista? Perché penso sia un atto altruista? Forse altruista non è il termine adatto, ma quando mento alle persone care, spesso lo faccio perché credo di star facendo loro del bene; mentre altre volte è solo per non essere messa sotto riflettori indesiderati, soprattutto quando penso che chiedere aiuto o lamentarsi sia controproducente. Fingere di stare bene per non lamentarsi inutilmente, secondo me è positivo ed effettivamente risparmia agli altri un peso che potresti benissimo portare da solo e che loro non potrebbero alleggerirti, perché frutto delle tue insicurezze. Quando si sta male, spesso le persone più care non si vogliono coinvolgere, perché vederle soffrire con te potrebbe farti stare addirittura peggio, così scegliamo a chi confidare determinati aspetti della nostra vita, tralasciandone volontariamente altri: proteggiamo le persone a noi più care e riusciamo a cavarcela da soli. In questo caso si parla di finzione, non di menzogna, e non è sbagliata. Finché fingere non ferisce i sentimenti di qualcun altro, non è mai un’azione sbagliata; le bugie, invece, sono sempre un errore, perché mentre nelle bugie la verità salterà fuori prima o poi e farà sicuramente male, nella finzione la verità, se dovesse uscire, non sempre farà male e resterebbe comunque un male «dolce», perché causato con le migliori intenzioni, come dimostrazione di affetto. Forse più che «male» con la finzione causiamo dispiacere.
Alla finzione bisogna reagire con empatia. Bisogna capire perché è stato fatto e come restare vicino a chi ne ha bisogno, senza essere invadente, perché a quanto pare non gli serve qualcuno, ma qualcosa. Se smettessimo di fingere, forse, non ci sarebbe nemmeno l’empatia.