Avere Una Disabilità Non Vuol Dire Essere Malati

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Il pensiero di Pietro sulla differenza di avere una disabilità ed essere malati, secondo la sua esperienza.

Di Pietro Ironleg

Cos’è la disabilità? Non è una domanda semplice. Sicuramente è un fenomeno complesso che dipende anche da quale punto di vista lo si guarda.

Per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le persone con disabilità sono coloro che presentano durature menomazioni, fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.

Oltre un miliardo di persone, circa il 15% della popolazione mondiale, vive con qualche forma di disabilità. Più della metà di queste persone è costretta ad affrontare difficoltà molto importanti nella vita di tutti i giorni. Inoltre le persone con disabilità stanno aumentando, a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Si potrebbe dire quindi che la disabilità potrebbe interessare in realtà chiunque in una determinata fase della vita, che in condizioni ambientali sfavorevoli potrebbe produrre una difficoltà nella partecipazione sociale. Come dire, che più che parlare di normodotati, siamo tutti o quasi provvisoriamente sani!

Tra i problemi seri, dei quali con più evidenza le persone con disabilità possono soffrire, ci sono la discriminazione, la mancanza di assistenza sanitaria e l’esistenza di barriere architettoniche nei trasporti pubblici e negli edifici.

Chi vi scrive è nato con una disabilità. Ho 15 anni, e sono affetto da una forma di nanismo chiamata acondroplasia. Mi capita spesso quando vado in giro, che la gente mi chieda se ho una malattia, a causa del mio corpo. Al di là dell’imbarazzo o della delicatezza della domanda, questa è la spia di un modo di intendere la disabilità, e le persone con disabilità.

Le persone con disabilità non sono dei malati. Possono avere delle malattie che determinano dei danni, ma non possono essere identificate con queste menomazioni. La disabilità e la malattia sono due cose molto differenti; la disabilità, come ho detto prima, è una condizione, invece una malattia è ad esempio il raffreddore, la tosse, il mal d’orecchio, e via dicendo.

Io, nella mia diversa altezza, non mi sento malato, ma esprimo una delle diversità che chiede di essere considerata, al pari di altre, nella vita quotidiana.

La mia vita certamente non è sempre stata semplice, non solo dal punto di vista della salute, ma ho avuto anche problemi «esterni» come i parcheggi, le strade non asfaltate, gli atteggiamenti delle persone che, ad esempio, rischiano sempre di considerarmi un bambino piuttosto che un adolescente.

Tutto ciò è come dire che l’ambiente esterno, nei confronti della mia condizione di base, è quello che ha «prodotto» la mia disabilità. Come quella volta che non sono potuto andare al cinema perché l’unico ascensore non andava, e nessuno ha pensato a un’alternativa che mi permettesse di arrivare in sala.

La disabilità non è più quindi una questione che riguarda i disabili, ma ci riguarda tutti. E ognuno, da ogni posizione che occupa (politico, insegnante, ingegnere, semplice cittadino) ha il compito di non produrre disabilità, ma di preparare un mondo che accogliendo la diversità, diventi un mondo migliore per tutti.

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