Un dialogo immaginario con il Dalai Lama

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Di Cinzia Farina

Ci sono giornate o notti prima di addormentarmi, nelle quali vorrei conversare con il Dalai Lama. Alcuni suoi libri sono sul comodino, e quando viaggio porto sempre con me i miei due preferiti, come una coperta di Linus. In certi momenti sospesi, dove la lucidità risulta un po’ offuscata da eventi esterni o personali, ma anche in quei giorni in cui ci si ritrova felicemente inebriati da tanta luce, avrei bisogno di un Suo consiglio per gestire al meglio le due situazioni.

Ecco che allora nel mio immaginario, Tenzin Gyatso, il quattordicesimo Dalai Lama, è seduto con me sul divano, mi sorride e comincio ad «intervistarlo».

Egregio Dalai Lama, come faccio a rimanere positiva quando succede qualcosa di non felice? 

«Le avversità si possono trasformare in buone opportunità. Sono le esperienze negative a mettere in luce la natura della felicità. Lo fanno ponendo in risalto i momenti di gioia. La strada che conduce alla gioia, come alla tristezza, non si allontana dalle sofferenze e dalle avversità, ma le attraversa. Per tutti gli eventi della vita esistono diverse angolazioni».

C’è un modo per non farci inasprire dalla sofferenza?

«La differenza sta nella capacità di scorgervi un significato. Se riusciamo a trovarvi un minimo di senso, la sofferenza può nobilitarci come ha fatto per Nelson Mandela».

Come riuscire a comportarci dignitosamente quando ci attaccano?

«Se avrai imparato ad affinare il pensiero, vorrai capire che cosa ha indotto il tuo aggressore a comportarsi in quel modo. Perciò ti metterai nei suoi panni. La generosità di spirito presuppone degli ostacoli che eliminano le scorie».

Come si fa ad essere sempre «gentili» anche con chi non fa uso di questo riguardo con noi?

«Probabilmente è qualcosa di simile a quello che accade per i muscoli. Se vuoi avere un buon tono muscolare devi lavorare contro resistenza. Se i muscoli sono flaccidi, non possono svilupparsi. Devi fare esercizi. Dunque, ciò che è vero a livello fisico, è assolutamente reale anche a livello spirituale. Cresciamo in gentilezza quando la nostra gentilezza viene messa alla prova».

In certe giornate un po’ ansiose, fa il suo ingresso la paura e vorrei chiamarLa subito per consigliarmi con Lei su come gestire il momento…

«Focalizzarsi eccessivamente su di sé è dannoso anche per la salute. Troppa paura e troppa attenzione a noi stessi portano stress. Se ti concentri eccessivamente su te stesso, la tua visione diventa ristretta, per cui anche un piccolo problema appare gigantesco. Quando la paura diventa esagerata, genera lo stress, e l’ansia di conseguenza inquina le nostre idee».

Cerco di rilassarmi con la meditazione, ma in certe giornate proprio non ci riesco. 

«Con la meditazione possiamo controllare la nostra reattività emotiva, così saremo meno esposti ai pensieri negativi, ma ci vuole tempo per imparare a rilassarci. Imparare a coltivare la nostra mente, allontanandoci dalla rabbia, dalle frustrazioni e insoddisfazioni. Rilassare la mente vuol dire calmarla, purificarla dalle “tossine”, ricordandoci sempre che ogni giorno è una nuova opportunità per ricominciare».

Che cos’è la gioia in realtà?

«Il concetto di gioia è molto più vasto rispetto a quello di felicità. Mentre la felicità dipende spesso da circostanze esterne, la gioia prescinde da esse. Questo stato della mente e del cuore, è ciò che dovrebbe animare la nostra esistenza per condurci a una vita appagante e significativa».

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