Libertà, necinismo, paura e consapevolezza.

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Serve essere consapevoli per essere liberi. La paura ci limita nella nostra libertà personale.

di Cinzia Farina

Il Neocinismo, corrente filosofica dei nostri tempi sottolineata nelle opere di Roberto Albanesi, dà alla libertà una definizione concreta e «personale». 
E ha due dimensioni: quella che ci è «imposta» dal mondo esterno e quella che ci diamo noi. «Una persona è libera se le sue scelte non limitano ulteriormente la libertà».

Si tratta di libertà interiore, come Nelson Mandela, che rinchiuso per 18 anni in una cella, riuscì a sopravvivere senza gravi traumi psichici, perché immerso nelle sue attività di studio e corsa sul posto.
Pensava che sarebbe arrivata l’ora della libertà (esteriore), questo gli è bastato per non perdere la libertà interiore.
Il modo più pericoloso di essere prigionieri è infatti quello di essere prigionieri dentro sé stessi.

La paura limita la libertà

«La libertà è uno stato della mente, è pura osservazione senza movente… l’osservazione porta a scoprire la mancanza di libertà», scriveva il filosofo Krishnamurti nel suo libro Libertà totale.
«La nostra libertà non sta fuori di noi, ma in noi. Si può essere vincolati dall’esterno e tuttavia sentirsi liberi, perché ci si è liberati dalle catene interiori»: è un passo di Jung che dovremmo fare nostro.

Le paure influiscono in modo consistente nel non concederci una vita libera. Una trappola in cui la mente tende a farci cadere è di identificarci con le nostre paure. La libertà quindi è una meta verso cui protendere, è la capacità di modellare giorno dopo giorno il rapporto con noi stessi. Nasciamo liberi, infatti se osserviamo un bimbo piccolo, leggiamo la totale spontaneità: egli è libero di essere se stesso. 
Il suo viaggio verso una vita libera, però, può essere stato ostacolato da tutto ciò che nei primi anni di vita ha limitato l’espressione della sua energia interiore. Bisogna diventare consapevoli dei meccanismi mentali che ci intrappolano: vedere che la nostra vita si svolge prevalentemente nella mente.

La consapevolezza della libertà

La consapevolezza è la via verso la vera libertà. Liberi dal proprio ego, dal sé inteso come realtà separata dall’interno ed esterno. Il lavoro della consapevolezza infrange le barriere della prigione interiore, con la quale magari da piccoli ci siamo così identificati da credere che fosse l’unica realtà possibile.
A volte è più facile far finta che quella prigione vada bene, piuttosto che lottare per conquistare la nostra libertà. Guarire le radici è l’unico processo per facilitare questo passaggio. Libero da sé stesso significa libero dalla storia personale, dal passato e dai condizionamenti che ci possono essere stati. Una volta che abbiamo unificato il nostro interno, bambino interiore e genitore interiore, non litigheremo più con la libertà. Anche nelle circostanze più dolorose, nella violenza, nell’isolamento forzato, nella malattia, rimane uno spazio di libertà interiore, che possiamo «impugnare» e fortificare con la speranza e l’amore.

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