Come vivere con un consumo SOTTO ZERO

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La storia di Chiara e Francesca di Cibo Supersonico che hanno vissuto per un mese ad emissini sotto zero, senza elettricità, acqua calda e mangiando solo verdure a km 0.

di Debora Marchisello

Chiara Ratti e Francesca Fariello, fondatrici di Cibo Supersonico, profilo che su Instagram conta più di 40mila followers, hanno preso spunto da un progetto realizzato da Paola Maugeri oltre 10 anni fa, in cui per 30 giorni hanno provato a vivere ad «impatto zero», anzi SOTTO zero.

Ho avuto il piacere di parlare con loro per conoscere meglio i dettagli di questa iniziativa e farmi raccontare più da vicino l’esperienza che hanno vissuto.
Prima di tutto hanno deciso di seguire diverse regole per ottenere il massimo del risultato: niente elettricità, niente acqua calda, spostamenti solo tramite mezzi pubblici e car sharing, cibo vegetale a km 0, niente acquisti se non quelli di prima necessità.

L’unica fonte di energia l’hanno ottenuta attraverso l’utilizzo di un pannello solare realizzato ad hoc da Newpv srl (una startup di Parma), installato sul balcone, che, come mi ha detto Francesca, «è stato più che sufficiente per alimentare cellulari, pc, qualche volta anche per il phon per asciugare i capelli».

Questi piccoli accorgimenti adottati nella vita quotidiana hanno portato alla riduzione dei consumi, avendo anche un grande effetto educativo su chi ha seguito. Secondo gli studi effettuati dai ricercatori che le hanno seguite nel loro progetto, confrontando i consumi di Chiara e Francesca dell’ottobre 2019 e quelli dell’ottobre 2021, il risultato è stato sorprendente: hanno risparmiato oltre il 60% di emissioni di CO2.

cibosupersonico.com

Massima riduzione dei consumi

Grazie all’influenza che ha Cibo Supersonico sui social, molti dei loro followers hanno deciso di supportare l’iniziativa, contribuendo anche al progetto di Piantumazione Selvaggia, un’associazione della provincia di Brescia, che in collaborazione con le ragazze ha piantato 200 alberi grazie alle donazioni di decine di persone. Questa pratica ha permesso a Chiara e Francesca di scendere SOTTO ZERO e di risparmiare quasi due tonnellate di Co2 mensili. Queste piante avranno una durata media di vita di 50-60 anni, quindi i benefici non sono solo attuali, ma saranno anche futuri.

Chiara e Francesca inoltre sono vegane da parecchi anni, e la scelta alimentare è stata ciò che ha permesso alle ragazze di avvicinarsi quanto più possibile all’impatto zero. Secondo i dati statistici valutati a fine progetto, se fossero state onnivore avrebbero avuto un impatto del 70% in più, emettendo 12kg di Co2 rispetto al parametro di sostenibilità stipulato dall’Accordo di Parigi che ne prevede 7kg a persona.
Siamo in una civiltà in cui la cultura ci ha sempre indirizzato al consumo sfrenato di materie prime, energia, automobili, ecc. Da questo esperimento radicale è emerso chiaramente che basterebbe iniziare dalle piccole cose per avere già dei grandi risultati.
Tutto questo è stimolante per poter anche solo provare a cimentarci in qualcosa di simile, anche nel nostro piccolo.

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