Udine, ennesima tragedia tra stage e lavoro

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Giornata di mobilitazione a una settimana dalla morte di Lorenzo Parelli (Fonte: Ansa)
Giornata di mobilitazione a una settimana dalla morte di Lorenzo Parelli (Fonte: Ansa)

Nonostante i buoni propositi per tutelare i giovani negli stage scuola lavoro, per l’ennesima volta abbiamo assistito a una tragedia…

di Ivan Gassa

Caro direttore, ci risiamo, nonostante tutti i buoni propositi espressi da una normativa che vuole formare ed introdurre i giovani nel mondo del lavoro, per l’ennesima volta abbiamo tradito le promesse. Si parla della norma che regola lo «stage» cioè la presenza, in azienda, di uno studente o futuro lavoratore da formare. È di questi giorni la notizia del giovane di Udine deceduto nell’ultimo giorno di frequenza del proprio percorso, schiacciato da un tubo. Tragedia che si intreccia con una vera e propria strage, quella delle morti «bianche», così chiamate perché avvenute per cause lavorative dirette o indirette (malattie).

Morti bianche sul posto di lavoro

La sicurezza sul posto di lavoro è un annoso problema che secondo dati ufficiali nell’anno 2021 conta 1221 morti in Italia e 2.200.000 nel mondo, dato sottostimato per mancanza di dati certi in alcune regioni della Terra, dove lo sviluppo industriale selvaggio miete vittime ogni giorno. In pratica, una città più grande di Milano ogni anno scompare.

Si sono scritte e riscritte leggi per tutelare i lavoratori sul posto di lavoro, ma nonostante ciò il numero di morti rimane troppo alto. Tornando allo «stage» la normativa è scritta bene con varie tipologie di tirocinio, con periodi ben definiti, con il coinvolgimento della scuola e del mondo del lavoro, e allora cosa non ha funzionato? Il controllo, possiamo avere le leggi e le norme più belle del mondo, ma se non siamo in grado di farle rispettare tutto ciò è inutile. La tragedia ha scoperchiato il «vaso di Pandora».

Imprenditori che utilizzano lo stage scuola lavoro

Come sempre, in queste situazioni, imprenditori con pochi scrupoli, utilizzano gli stagisti alla stregua di una normale forza lavoro, senza essere seguiti dai loro «tutor», come recita la norma, anche perché lo stage non viene remunerato, pertanto si tratterebbe di lavoro «nero». Capirete che in una situazione del genere, la possibilità che avvenga un incidente aumenta in maniera esponenziale.

Ora, dopo l’ennesima tragedia, il ministro del Lavoro promette misure più rigide per quanto riguarda la normativa e l’assunzione di nuovi Ispettori per aumentare i controlli. Dal mio punto di vista bisognerebbe incentivare, tramite benefici fiscali, gli imprenditori virtuosi e aumentare le sanzioni per coloro che trasgrediscono. Lo studio, lo stage e poi il lavoro sono la gran parte del tempo della nostra giornata, della nostra vita e non possono essere un rischio continuo, rendiamoli più sicuri.

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