Leo Il Mio Libro, per raccontare, ricordare, non dimenticare ma soprattutto per aiutare, voglio scrivere un libro ma tu non dirlo a nessuno.
IL MIO LIBRO «Un libro per raccontare, per ricordare, per non dimenticare ma soprattutto per aiutare» «Voglio scrivere un libro ma tu non dirlo a nessuno». Fu così che Leo mi mise al corrente di un progetto, uno dei tanti che riempivano la sua mente. Eravamo in ospedale durante i giorni della terapia. Preparò uno schema e si mise al lavoro. Scrisse i primi quattro capitoli, poi la malattia prese il sopravvento e quelle parole rimasero nel suo computer con il titolo Il mio libro.
A distanza di mesi ho ripreso quei testi, recuperato poesie, riflessioni, fotografie, disegni e ho pensato di portare a termine l’opera da lui iniziata. Non è stato facile mettere mano a tutto quel materiale, i ricordi si affacciavano alla mia mente riportandomi indietro nel tempo e poi… come assemblare tutto il lavoro? Come continuare un racconto appena iniziato? Decisi allora di procedere in modo tale che fosse lui a parlare in prima persona. Dal quinto capitolo in poi, io scrivo e lui parla: spiega il suo percorso di cura, le terapie, i ricoveri, facendo emergere i sentimenti e le emozioni che hanno animato la sua lunga battaglia contro quel male che aveva sconvolto la sua esistenza.
Per realizzare tutto questo ho utilizzato il contenuto dei video pubblicati sul suo canale You Tube, Rainman, aperto con l’intento di raccontarsi per tendere una mano a chi, come lui, si trovava a vivere la malattia o situazioni di disagio. Sono nati così nove capitoli che costituiscono la prima parte del libro La mia storia. Nella seconda parte ho inserito le passioni di Leonardo che in questi anni difficili lo hanno aiutato a superare i momenti di sconforto e a guardare sempre avanti. Il pattinaggio, la cucina e l’arte.
Il Mio Libro: pattinaggio e cucina
Il pattinaggio è stato la sua ancora di salvezza: quando doveva affrontare situazioni pesanti metteva i pattini e correva, liberava la sua mente da tutto ciò che lo assillava, sfogava la sua rabbia macinando chilometri. Un grande supporto gli è arrivato anche dalla sua squadra lo Skating Club di Cassano d’Adda: i compagni che pattinavano al suo fianco, durante gli allenamenti lo sostenevano e quando capivano che le sue forze si stavano esaurendo, lo incitavano a tenere duro e a continuare. La cucina avrebbe dovuto essere il suo sbocco lavorativo, avendo frequentato l’Istituto Alberghiero.
Purtroppo, non è stato così, Leo non si è mai inserito nel mondo del lavoro, quindi cucinava a casa, poi pubblicava le foto dei suoi piatti, corredate da una descrizione a volte poetica. Anche l’arte aveva attirato la sua attenzione: era rimasto colpito da alcuni pittori che, con le loro opere, erano riusciti a trasmettere realismo e sofferenza e questo l’aveva affascinato. Il terzo capitolo si intitola Gli scritti. Qui Leo con le sue poesie e le sue riflessioni ci guida alla scoperta del suo universo, dove la vita e la morte, la gioia e la sofferenza scandiscono lo scorrere del tempo.
È un susseguirsi di sentimenti ed emozioni forti, da cui traspare un messaggio che Leonardo ripeterà fino alla fine: lottare sempre, arrendersi mai perché… «the sun will come back». Nell’ultima parte del testo viene illustrato il Progetto AYA promosso dall’Istituto Humanitas di Rozzano, al quale Leo aveva partecipato. Il libro poi si conclude con il ricordo dei membri della società sportiva Skating Club di Cassano d’Adda. Con una dedica di tutti gli amici che gli sono rimasti accanto fino alla fine.
Nella realizzazione di quest’opera ho potuto contare sull’aiuto di tante persone che ci hanno creduto e che ringrazio immensamente. Stefania e Martina, che sono state le prime a consigliarmi di creare una raccolta di tutti gli scritti di Leo.
Le mie figlie Chiara e Maddalena, che con pazienza mi hanno insegnato a utilizzare il computer. Impresa assai ardua e hanno messo in ordine tutto il materiale grafico. Stefano, che ha trascritto il contenuto dei video. Beatrice, che mi ha fornito gli elaborati originali di Leo. Gigi e Michael che hanno corretto gli scritti accostando testi, disegni e immagini, così da rendere le pagine veramente piacevoli alla lettura.
E poi grazie a te Leo, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Voglio concludere con le tue parole: «Questa storia vuol far riflettere non solo i “sani”, ma anche coloro che purtroppo si trovano in situazioni simili alla mia. Infatti, vorrei che questa testimonianza fosse recepita come un “Hey, tranquillo, non sei l’unico a essere intrappolato in un corpo che ti rema contro”. Ricordate che c’è sempre qualcuno che può capirvi e spesso leggere la storia di un estraneo può aiutare a sentirsi meno soli».
I proventi della vendita del libro saranno devoluti all’Istituto Humanitas di Rozzano a sostegno dei progetti in atto nell’ambito oncologico.