Per identità di genere si intende il senso di appartenenza di una persona a un sesso o un genere. Capire le loro identità, permette di sopprimere gli ostacoli imposti dagli stereotipi
Scrivere sull’identità di genere mi spaventa, o meglio, mi spaventa l’idea di non parlarne in modo corretto; so che per identità di genere si intende «il senso di appartenenza di una persona a un sesso o un genere», ovvero la percezione del sé al sesso o genere nel quale ci si identifica, e può essere binaria o non binaria. Non ho mai messo in dubbio il mio essere donna, il mio sentirmi donna, e proprio per la superficialità della mia ordinarietà, mi sento inadeguata a parlarne.
Scoprire la propria identità di genere
Confrontandomi con una mia cara amica sui miei timori stilistici, mi consiglia: «Ma perché non parli con una persona non binaria?», ed io, ingenuamente rispondo «Tu conosci qualcuno?», «Sì, io», replica; immediatamente mi sento pervasa da un senso di stupore e sorpresa, ma poi la curiosità ha la meglio, le chiedo spiegazioni come un bambino che chiede ai genitori di spiegargli perché il cielo è azzurro, e così ha inizio il suo racconto, intervallato dalle mie domande disordinate. Mi spiega di essersi sempre sentita come a cavallo tra due binari, dove da una parte c’erano le femmine e dall’altro i maschi, dapprima vergognandosi nell’essere scambiata per un ragazzo, e poi abbracciando sempre più la sua fluidità, creando un terzo binario del tutto personale, anzi, un non-binario su cui viaggia, non più tra le rotaie in attesa di un treno, ma su un sentiero circondata da persone che la accolgono e la rispettano.
Capire le identità LGBTQ+
Perché per me è importante documentarmi, conoscere qualcosa apparentemente lontano dal mio essere? Perché accettare le persone LGBTQ+ e capire le loro identità, permette di sopprimere gli ostacoli imposti dagli stereotipi di genere, in modo che ognuno possa realizzarsi liberamente, senza obblighi sociali discriminatori. Non ho ancora compreso tutto, faccio ancora errori, a volte sbaglio pronomi, non uso sempre lo schwa, ma a mio parere l’integrazione è la capacità di accettare e accogliere, è il voler fare domande per conoscere ciò che è estraneo a noi, è scontrarsi con i propri limiti e talvolta la propria ignoranza. E come scriveva l’immensa Wislawa Szymborska in Nella moltitudine, «Sono quella che sono, un caso inconcepibile come ogni caso».