Medicina, scienza e arte che si intrecciano seguendo chissà quali logiche: la musica viene percepita anche in stato di anestesia totale
di Edoardo Pini
Anche oggi i gangli della base si sono inceppati. Ho i gangli del cervello difettati, ma il Centro Assistenza non sa come risolvere il problema. Ho provato a cercare se in Cina ne fanno di migliori, ma nulla, a quanto pare mi devo tenere questi fino a che campo. Mannaggia ai gangli.
A dire il vero questo attacco aperto ai gangli potrebbe non avere fonti certe. Gli esperti credono siano loro alcuni dei colpevoli che portano i soggetti affetti da Sindrome di Tourette ad avere i tic. Ma la medicina, ad oggi, ha troppe poche certezze sul cervello e spesso quanto sappiamo legato a ciò che c’è nel cranio, è divulgato facendo precedere all’esposizione dei concetti parole quali «si pensa che», «si ritene che», «potrebbe essere che» e similari.
Ci sono infatti zone e meccanismi del cervello difficili da comprendere, anche a fronte di strumenti e tecnologie ancora acerbe. La sindrome di Tourette, così come altre malattie legate al cervello, risentono di queste mancate conoscenze ed è per questo che sono molteplici le aree di ricerca volte a risolvere patologie che trovano nel cervello terreno fertile per prosperare.
Basti pensare al Glioblastoma, tumore del cervello ad oggi orfano di cure risolutive e tema centrale per centinaia, se non migliaia di ricercatori su scala mondiale. Uno dei maggiori problemi da risolvere è come raggiungere fisicamente la massa tumorale superando la barriera ematoencefalica (BBB, Blood Brain Barrier), struttura protettiva che la natura stessa ha costruito a ragion veduta per proteggere il sistema nervoso da avvelenamenti e intossicazioni, selezionando il passaggio sanguigno di sostanze chimiche da e verso il cervello.
Comprendere il cervello
Vengono proposte diverse soluzioni, ma nessuna ad oggi si è rivelata risolutiva, anche proprio perché non si è ancora raggiunta la corretta tecnologia capace di vincere la selezione al cospetto della BBB. Alzheimer e Parkinson finora hanno eziologie non definite e, forse, non potremo capirli a fondo fino a che non si raggiungeranno quelle zone ancora buie del cervello.
Grazie a tecnologie quali la biofotonica, ad esempio, stiamo sviluppando strumenti che ci permetteranno nei prossimi decenni di raggiungere (anche fisicamente), fotografare a risoluzioni maggiori rispetto a quelle oggi disponibili, e interagire con i neuroni al fine di capirne i meccanismi e le logiche. Si stanno studiando, tra gli altri, strumenti in grado di colpire i neurotrasmettitori sottocorticali in modo specifico per il tipo di cellule coinvolte nel dolore, nella depressione e nei disturbi quali il morbo di Alzheimer e lo spettro autistico.
La comprensione dei fenomeni che regolano il nostro cervello è infatti figlia di scoperte tecnologiche atte a creare strumenti e processi in grado di studiare a fondo ogni parte di questo organo. Solo così potremo trovare utili informazioni per tradurre comportamenti e conseguenze di alcune delle malattie più invalidanti oggi presenti. Nel secolo scorso, grazie alla psicologia e alla psicoanalisi, abbiamo capito come raggiungere alcuni degli ingranaggi chiave colpevoli di malfunzionamenti fino ad allora sconosciuti: ci siamo addentrati nelle logiche che mettiamo in atto inconsapevolmente tutti i giorni e abbiamo imparato come riscrivere alcune linee di codice del software principale presente all’interno del nostro organismo e che regola l’umore, il pensiero, il comportamento e le azioni. Eppure c’è ancora molto da indagare: tutti sogniamo, facciamo incubi e circa il 60% di noi ha vissuto una volta nella vita un’esperienza di déjà vu (Brown, A. S. -2003- The Déjà Vu Experience: Essays in Cognitive Psychology, Psychology Press) ma non riusciamo ancora a correlare questi fenomeni ai corretti meccanismi del cervello, descrivendoli nella loro totalità.
Dove arte e scienza si fondono
Si è invece capito che spesso sogni e incubi sono strettamente legati al vissuto come provato da Luigi De Gennaro, docente di psicofisiologia del sonno normale e patologico dell’università Sapienza di Roma e il suo team, che a seguito del terremoto dell’Aquila ha studiato migliaia di persone provenienti dalle zone terremotate, scoprendo come la «geografia» dei disturbi del sonno e dei sogni ricalcava la geografia tettonica del disastro in termini di maggiore o minore vicinanza all’epicentro e intensità del sisma.
Più studiamo e analizziamo, più scopriamo e ci imbattiamo in una struttura complessa che segue logiche che vanno oltre alla pratica medicale e scientifica. E lo conferma l’encefalogramma del bambino di dieci anni che a novembre 2020 è stato sottoposto al Salesi di Ancona all’asportazione di un duplice tumore del midollo spinale. In sala operatoria insieme al paziente, ai medici e alla strumentazione, c’era un pianoforte a coda intonato a 432 Hertz suonato dal musicista, ex biologo molecolare, Emiliano Toso.
Il neurochirurgo Dott. Roberto Trignani, responsabile dell’intervento, conferma come nonostante il bambino fosse in anestesia totale, dal tracciato dell’encefalogramma è stato notato che la musica veniva percepita anche dal paziente, in quanto quando le note si interrompevano, il tracciato cambiava. Medicina, scienza e arte che si intrecciano seguendo chissà quali logiche. Logiche che potremo descrivere e capire solo grazie alla Ricerca, sostenuta e spinta da un investimento di tutti e per tutti.