Vita di coppia, amicizia e lavoro, riflessioni di Chiara

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Cari lettori, scrivervi quanto sono importanti per me l’amicizia; la vita di coppia; il matrimonio e il lavoro, mi è più complicato di quanto pensassi.

di Chiara Baù

Cari lettori, scrivervi quanto sono importanti per me l’amicizia; la vita di coppia; il matrimonio e il lavoro, mi è più complicato di quanto pensassi. Ciò nonostante mi auguro di cuore che rendervi partecipi dei miei interrogativi possa offrirvi spunti di riflessione, aiutandovi magari a sentirvi in buona compagnia.

Il mio trentasettesimo compleanno è appena scoccato e sono disabile motoria da tutta la vita. Sono sempre stata consapevole che il fatto di non poter camminare avrebbe reso la mia quotidianità più difficile. Certamente, però, non mi aspettavo di incontrare così tanti ostacoli.

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, avere un impiego retribuito è sempre stato tra le mie priorità, anche se non sul podio. Finora ho avuto una sola, ma interessante, esperienza di stage in una libreria; il mio compito era quello di recensire e valutare romanzi per utenti prevalentemente compresi tra i sei e i diciotto anni. Tale valutazione poteva anche avere lo scopo di promuovere la lettura di un romanzo a tema specifico nelle scuole. Leggere e scrivere mi piace moltissimo. Nonostante non sia facile (il Covid non ha aiutato) trovare un lavoro a progetto o indeterminato che sia, tra i libri di narrativa, nel mondo della scrittura o nel campo del giornalismo sociale, sarebbe bellissimo per me. In ordine di importanza, seppur gliene attribuisco molta, il lavoro nella mia scala di valori è in quarta posizione.

Sul podio ci sono i miei genitori e la mia cagnolina. Gli amici e il mio grande desiderio di avere una relazione di coppia tanto solida da potersi coronare nel matrimonio. La mia età, purtroppo, è anagraficamente matura per sperare ancora di diventare mamma, ma non è tardi per potermi augurare una bella e duratura storia d’amore. Per trovare l’amore, si sa, non è mai troppo tardi. Per quanto mi riguarda, però, l’handicap mi rende difficile qualsiasi rapporto sociale extra famigliare, sia esso di amicizia o di coppia. Questo assurdo fatto mi ha causato una sensazione quasi costante di solitudine, inadeguatezza e problemi di autostima. Un grazie immenso alla «Bullone Company» che mi sta aiutando a vedere di nuovo la me che stavo rischiando di dimenticare. Essere una B.Liver mi dà un incentivo positivo che mi fa bene!

Spero fermamente che la mia piccolissima sfera di amicizie possa rinsaldarsi, rinvigorirsi e rifiorire, alimentandosi di nuovi volti e sorrisi. Tuttavia il mio cuore è stanco e sconfortato, molte volte essere costretta a convivere con la solitudine mi fa sentire sbagliata.

La stessa cosa, con sfumature ancora più accese, mi capita rivolgendo i miei pensieri alla sfera amorosa. Da molto tempo desidero una vita di coppia il più possibile autonoma. La realtà invia il messaggio per cui il novantacinque per cento dei «normodotati» vede la disabilità come una condizione che conferisce alla persona che ne è portatrice un alone di perenne e insuperabile infantilità. Questa errata offensiva visione non permette a un uomo che ha la fortuna di essere sano di vedermi come una donna desiderosa di dare e riceve amore. Sia fisico che spirituale. Che dolore, mi si spacca l’anima! Perché i più pensano che noi non possiamo sposarci? Cari «normodotati» sappiate che a tutti, prima o poi, capita di essere nel bisogno e di dover chiedere aiuto. Quando vi accadrà vi accorgerete che non essere invincibili non toglie nulla al vostro valore personale.

Ai nuovi amici che mi auguro ci saranno nel mio domani dico: «dopo avermi conosciuta siete liberi di considerarmi antipatica, ma non allontanatevi da me a priori solo perché non conoscete le quattro ruote su cui sono seduta. Voi maschi, non fermatevi solo all’aspetto fisico, andate oltre mannaggia! Potreste trovare l’amore vero, sincero e passionale anche in una donna con disabilità, senza un corpo perfetto ma con un grande cuore». Spero che queste mie provocazioni siano utili sia per le donne e gli uomini che hanno nell’animo turbamenti simili ai miei, sia per coloro che hanno voglia di scoprire un punto di vista non convenzionale.

Se qualcuno ora volesse chiedermi: «che cosa e chi vuoi trovare nella tua storia d’amore?», risponderei con le bellissime parole della canzone Simili di Laura Pausini: «Io così simile a te, liberi e prigionieri della stessa gabbia. Arrivi tu, da che pianeta? Occhi sereni, anima complicata. Io così simile a te a trasformare il suono della rabbia. Io così simile a te, un bacio in fronte e dopo sulle labbra. Tu mi ricordi che chi vola impara a sfottere le sue cadute e mi fai passare la paura di precipitare. Che meraviglia essere simili!»

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