Bullone e Mammoletta camminano insieme

Autori:
Giancarlo Perego, direttore del Bullone e Don Mazzi, presidente di Exodus
Giancarlo Perego, direttore del Bullone e Don Mazzi, presidente di Exodus

Ad accoglierci i ragazzi della Mammoletta e alcuni provenienti da altri servizi educativi, con noi arrivano anche le ragazze di Educatori Senza Frontiere

di Lara Frassine

Era gennaio 2021 quando il Bullone intervistĂ² Stanislao Pecchioli, responsabile, insieme a Marta del Bono della comunitĂ  La Mammoletta. Da lì nasce quella che si potrebbe definire, per rimanere in tema con gli articoli di questo numero, un’incredibile storia d’amore.
I ragazzi della comunità iniziano a partecipare alle riunioni di redazione del Bullone, si appassionano al giornalismo, iniziano a scrivere i primi articoli e da lì diventano parte integrante della redazione, non viene stampato un numero del giornale senza almeno un loro articolo. E così il 27 maggio 2022 tre di loro ricevono il tesserino da giornalista pubblicista ad honorem insieme ad altri ragazzi del Bullone.

Il cammino insieme procede nel migliore dei modi, ma sempre a distanza, sono sempre zoom oppure un telefono a tenerci in contatto, qualcosa deve cambiare, le nostre strade si devono incrociare, ci dobbiamo vedere, vogliamo passare del tempo insieme.
Ăˆ il venti luglio quando un gruppo di ragazzi del Bullone parte per l’isola d’Elba, direzione La Mammoletta. Partono sei ragazzi insieme a Lara e Sofia: si parte la mattina presto, come succede sempre nei viaggi piĂ¹ belli. Da lì tre treni, due cambi, un traghetto, sette valige, dieci zaini, venti bulloni, tre tesserini da giornalisti pubblicisti da consegnare, tanti diari da scrivere, le Albicocche di Antonio, i libri di Elisa, la maglia di Cicatrici di Leti, la piadina troppo buona di Chiara, il travicolo di Elia e tante altre cose che non vi posso raccontare, si sa quello che succede in viaggio rimane in viaggio.

I ragazzi del Bullone e della Mammoletta insieme durante un'attivitĂ  di gruppo
I ragazzi del Bullone e della Mammoletta insieme durante un’attivitĂ  di gruppo

I ragazzi della Mammoletta

Sono piĂ¹ o meno le 17 quando arriviamo in comunitĂ . Ad accoglierci i ragazzi della Mammoletta e alcuni provenienti da altri servizi educativi, con noi arrivano anche le ragazze di Educatori Senza Frontiere; perchĂ© in quei giorni la Mammoletta ha aperto le sue porte e si è trasformata in un meraviglioso spazio di incontri e scoperte. Il Bullone, infatti, ha avuto la possibilitĂ  di partecipare al campus estivo che viene organizzato in comunitĂ  e gestito e strutturato insieme ad Educatori Senza Frontiere. Il tema del nostro campus era «Il Labirinto», insieme abbiamo sperimentato, abbiamo camminato, abbiamo riso, ci siamo persi e ci siamo ritrovati. Pian piano, grazie alle attivitĂ  proposte da ESF, iniziamo a conoscerci, ci raccontiamo e ci ascoltiamo, ogni momento si trasforma in una piccola magia fatta di scoperta di sĂ© e dell’altro.

Passano i giorni e il tempo sembra acquisire una forma nuova, diversa, piĂ¹ vera. Le nostre giornate sono scandite dallo stare insieme, sistemiamo la comunitĂ , teniamo puliti gli spazi, suoniamo, cantiamo, andiamo al mare, mangiamo e a tavola ci facciamo delle grosse risate, ancora mi sembra di poter sentire le lacrime che, alcune sere, mi venivano giĂ¹ dal ridere. Ma a scandire il tempo c’è anche la possibilitĂ  di prendersi dello spazio per sĂ© stessi, di stare da soli in ascolto delle proprie emozioni.

Le parole di Vicky, un’educatrice di ESF, raccontano bene quella sensazione che si prova solo alla Mammoletta: «Nel mondo fuori, per prendere coraggio si indossa qualcosa: maschere, armature, ruoli. Qui invece bastano una manciata di ore per rendersi conto che funziona diversamente. Osservando con attenzione, noto che fin dal primo cerchio di attività una cosa li accomuna: sono tutti scalzi. Mi hanno insegnato che per prendere coraggio e mettersi in gioco è meglio togliere che mettere. E così, con un po’ di timidezza, ma con la voglia di sentire sotto i piedi il legno, il cemento e la terra, lascio anch’io le infradito, entro nel cerchio. E non sono da sola».
In quei giorni si è creato qualcosa di veramente unico, difficile da raccontare a chi non l’ha vissuto, ci siamo tanto cercati e ci siamo tanto trovati, a volte con delicatezza, altre volte con risate che rompevano un silenzio assordante fatto di storie troppo complicate per essere giuste.

Ăˆ proprio vero quello che scrive Ilaria, un’altra ragazza di ESF: «La Mammoletta è un posto magico fatto da persone coraggiose per altre persone coraggiose». Ed ecco allora che la meraviglia che si è creata nel rapporto tra Antonio e A. acquisisce un senso nuovo, piĂ¹ umano e urla al mondo che nonostante tutto, nonostante un tumore al cervello, nonostante una vita difficile e piena di sofferenze, siamo qui, siamo vivi e siamo insieme.

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