Giustificazioni, tra genitori ingombranti e figli insicuri

Autori:
Szilvia Basso
Credits: Szilvia Basso

Il Giudizio, porta le Giustificazioni. Quindi il padre è il Giudizio e la figlia la Giustificazione. Padri (e madri) troppo ingombranti, crescono figli insicuri che si devono giustificare sempre e su tutto.

di Bill Niada

Il Giudizio, porta le Giustificazioni. Quindi il padre è il Giudizio e la figlia la Giustificazione. Padri (e madri) troppo ingombranti, crescono figli insicuri che si devono giustificare sempre e su tutto.

La paura del giudizio blocca, congela pensiero e azione. Si teme di sbagliare e di avere un riscontro negativo e allora tutta l’energia non va nel fare (e progettare), bensì nel trovare giustificazioni. Spesso in anticipo: non vale la pena, non ho tempo, non sono capace, non me lo posso permettere…

Invece che agire ci si giustifica. Ci si deresponsabilizza. Non ci si mette in gioco, non si impara e non si cresce.

Oppure dopo, davanti a un giudizio negativo, si cerca sempre di spiegarsi, magari inopinatamente, perché chi ci giudica può sbagliare, fraintendere, fallire lui stesso. Però ha il potere, e quindi il suo giudizio è cruciale.

Ecco ancora l’importanza di avere e trovare i giusti consiglieri, avendo un punto di vista critico, che però non vuol dire ribelle. Perché la ribellione spesso prescinde dal buon senso, ed è solo un atto di contestazione e reazione verso un potere, a prescindere dal «giusto e dallo sbagliato».

Molte famiglie hanno genitori con pensieri «forti», idee e convinzioni unilaterali, bandiere poco condivisibili, ma incidono in modo totale e profondo sul pensiero e sulle azioni dei propri figli. «È giusto come la penso io», dice il padre. «Si fa così», dice la madre.

Ma magari è follia o solo un punto di vista personale e privo di buon senso. Quante di queste persone conosciamo? Quante volte ci è toccato subire il loro giudizio o la loro volontà in casa o in azienda? Delle volte il loro potere è forte e molto impattante non solo su pochi, può diventarlo anche sul mondo! Trump (e non solo) docet.

Quindi imparare ad avere un pensiero critico, attraverso buoni insegnanti, esempi saggi e una visione aperta e serena è vitale sia per i figli, sia per l’essere umano in generale.

Per non doversi giustificare e sentirsi sbagliato e inadeguato, davanti ad esempi e giudizi sbagliati.

Nella mia esperienza, coloro che tendono a giustificarsi, sono persone con bassa autostima, poco coraggiose, senza grande forza di volontà, tutte caratteristiche date da una famiglia troppo assistenzialista, ma anche da una famiglia troppo giudicante.

Le giustificazioni ci servono per trovare scorciatoie, per evitare i doveri e le fatiche di tutti i giorni, davanti alle quali noi stessi siamo giudici intransigenti degli altri.

Faccio un esempio banale, ma ricorrente. Nel traffico giudichiamo la condotta altrui, ma ci giustifichiamo nel fare lo stesso errore, quando pensiamo di avere fretta. Oppure se pensiamo di avere un diritto. Oppure se pensiamo di non essere visti (giudicati).

In casa giudichiamo il disordine altrui, ma non mettiamo a posto le nostre cose.

Al lavoro giudichiamo l’operato altrui, ma ci giustifichiamo se siamo stanchi, se abbiamo troppo carico, se il referente è uno stronzo… 

Sempre due pesi e due misure. Uno per noi e uno per gli altri. L’importante è avere sempre una scusa pronta!

Tutto ciò però, confonde il giovane, il figlio, che non capisce, perché ha davanti esempi poco chiari, bivalenti. Come potrà capire cosa significa mettere in ordine in una casa in disordine? Il disordine è la sua normalità, difficile immaginarsi qualcosa di diverso. Però intanto viene giudicato e deve ricorrere a giustificazioni per fare qualcosa che non sa e non capisce. E si abitua a trovare la scorciatoia della giustificazione. Così va il mondo…

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