Disturbi del comportamento alimentare: la spesa condivisa

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Fare la spesa è un gesto semplice per i più, ma può suscitare particolare disagio per un paziente con disturbi alimentari. Animenta organizza la "spesa condivisa", un momento in cui fare la spesa insieme a qualcuno, che può aiutare a contenere stati d'animo e comportamenti non funzionali.
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Un momento di «spesa condivisa», organizzata da Animenta con la dietista Giulia Graziano.

di Cristina Procida

Fare la spesa è un gesto semplice per i più, ma può suscitare particolare disagio per un paziente con disturbi alimentari. Animenta organizza la "spesa condivisa", un momento in cui fare la spesa insieme a qualcuno, che può aiutare a contenere stati d'animo e comportamenti non funzionali.

Tra le attività proposte da Animenta, ce n’è una assolutamente particolare: si tratta della «spesa condivisa». Lo scorso novembre, per la prima volta, le persone che fanno volontariato con Animenta si sono recate al supermercato in compagnia di Giulia Graziano, dietista, con lo scopo di condividere qualcosa che può apparire semplice per i più, ma che può suscitare particolare disagio a un paziente con disturbi alimentari.

Infatti la spesa può apparire come un momento di forte tendenza al controllo o al dis-controllo: «Si può investire un’enorme quantità di tempo nel decidere cosa comprare, a causa dei pensieri riguardo al cibo e alle etichette nutrizionali», riferisce Giulia Graziano, e «fare la spesa insieme con qualcuno, può aiutare a contenere stati d’animo e comportamenti non funzionali che si possono mettere in pratica ogni qualvolta ci si avvicini a uno scaffale».

“Imparare a fare la spesa consapevolmente non significa conoscere a memoria o controllare i valori nutrizionali o l’elenco degli ingredienti degli alimenti proposti, ma conoscere e osservare quali dinamiche e quali pensieri guidano le nostre scelte”.

Ma non soltanto, la spesa condivisa è anche un momento per toccare con mano i messaggi fuorvianti che ci arrivano spesso dalle aziende, o quali strategie di marketing vengono utilizzate dai supermercati stessi.

Svolgendo questa attività insieme a un esperto, si ha la possibilità di carpire tali messaggi e di comprendere meglio un’attività che appare semplice, ma non sempre lo è.

Imparare a fare la spesa consapevolmente non significa conoscere a memoria o controllare i valori nutrizionali o l’elenco degli ingredienti degli alimenti proposti, ma conoscere e osservare quali dinamiche e quali pensieri guidano le nostre scelte, per poter piano piano recuperare la serenità nei confronti di un’attività quasi quotidiana, come può essere quella della spesa».

Animenta è un’associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui Disturbi del Comportamento Alimentare. Attiva sul territorio italiano dal 2021, il suo lavoro coinvolge circa duecento volontari da tutta Italia tra professionisti, genitori e ragazzi che decidono di supportarne le attività attraverso le loro storie e competenze, provando a divulgare speranza e condivisione.

La collaborazione tra Animenta e Il Bullone nasce dall’obiettivo condiviso di raccontare la vita dopo la malattia, ma anche dal tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, soprattutto in caso di vissuti importanti, partendo, in primis, dalle loro parole.

Rubrica scritta e curata da Cristina Procida.

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