Più volte, Animenta e le associazioni che si occupano di Disturbi Alimentari, hanno raccontato e denunciato un accesso alle cure sempre più difficoltoso; abbiamo quindi chiesto ad Armando Cotugno, medico psichiatra dell’ambulatorio DCA dell’Asl Roma 1, di raccontarci le difficoltà e quali sono i motivi scatenanti.
Quando parliamo di difficoltà nell’accesso alle cure, nel caso dei Disturbi Alimentari, di cosa parliamo?
«Negli ultimi anni ci troviamo davanti a una congiuntura di due aspetti: l’incremento dell’incidenza nelle fasce della prima adolescenza, e le poche strutture dedicate a queste malattie. Questi due fattori hanno creato uno stato di difficoltà che è ben superiore a quello di qualche anno fa.
Noi, come servizio Asl, dopo il Covid abbiamo registrato un incremento del 100% della domanda, con il conseguente raddoppio della nostra capacità di accogliere i pazienti: il trend è rimasto invariato, e di conseguenza sono aumentate anche le liste d’attesa. Ciò capita anche nelle altre Asl, ma in generale sul territorio laziale la situazione è di scarsità di servizi, soprattutto dedicati.
I pazienti non sanno dove andare: i servizi non sono organizzati per una simile domanda, e inoltre è presente un ritardo organizzativo nel concepire servizi che siano specializzati in DCA. Sostanzialmente ci sono pochi servizi dedicati ed è aumentata terribilmente la domanda».
“I pazienti non sanno dove andare: i servizi non sono organizzati per una simile domanda, e inoltre è presente un ritardo organizzativo nel concepire servizi che siano specializzati in DCA. Sostanzialmente ci sono pochi servizi dedicati ed è aumentata terribilmente la domanda“
– Armando Cotugno, medico psichiatra DCA Asl Roma 1
Quanto è influente il criterio del peso nella presa in carico?
«Nel caso dell’anoressia nervosa è un criterio di gravità: il disturbo anoressico viene distinto in lieve, medio, grave ed estremo, a seconda dello stato di malnutrizione. Altra cosa è nel disturbo bulimico, dove ci può essere anche un normopeso, ma magari c’è una situazione di alta frequenza di episodi di vomito che hanno una significatività clinica, a seconda della frequenza. È vero che parliamo di disturbi psicopatologici, ma hanno una ricaduta anche sul piano organico: la valutazione clinica complessiva deve tenere insieme entrambe le cose».
Il motivo per cui non si possono prendere in carico utenti da altre Asl, è perché le Asl sono sature o è un problema organizzativo?
«È un problema di organizzazione dei servizi psichiatrici. La psichiatria storicamente è legata al territorio; questo ha un suo senso, ma anche un suo limite: ci sono alcune aziende in cui non esistono servizi dedicati, per cui i pazienti non hanno un posto dove andare, e quindi a volte chiedono di essere seguiti in altre Asl. Questo non è possibile: sia perché l’organizzazione è questa, sia perché alcuni servizi, il nostro ad esempio, hanno un bacino di utenza di un milione e ottocentomila abitanti. La nostra lista d’attesa arriva fino al 2024»
“alcuni servizi, il nostro ad esempio, hanno un bacino di utenza di un milione e ottocentomila abitanti. La nostra lista d’attesa arriva fino al 2024“
– Armando CotugnoAnimenta è un’associazione no-profit che si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui Disturbi del Comportamento Alimentare. Attiva sul territorio italiano dal 2021, il suo lavoro coinvolge circa duecento volontari da tutta Italia tra professionisti, genitori e ragazzi che decidono di supportarne le attività attraverso le loro storie e competenze, provando a divulgare speranza e condivisione. La collaborazione tra Animenta e Il Bullone nasce dall’obiettivo condiviso di raccontare la vita dopo la malattia, ma anche dal tentativo di provare a interpretare o reinterpretare il mondo con cui si interfacciano i ragazzi di oggi, soprattutto in caso di vissuti importanti, partendo, in primis, dalle loro parole. Rubrica scritta e curata da Cristina Procida