Sciare senza vedere: il sogno e il coraggio di Nicola

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Il B.Liver Nicola racconta il coraggio di scendere da una pista sciistica senza poter vedere niente. Dalla frustrazione iniziale di dover "appendere gli sci al chiodo", al miraggio di una guida per non vedenti e competizioni sciistiche, fino alla speranza e al sogno: partecipare alle Paraolimpiadi del 2026 a Cortina d'Ampezzo.

di Nicola Capitani, B. Liver

Il B.Liver Nicola racconta il coraggio di scendere da una pista sciistica senza poter vedere niente. Dalla frustrazione iniziale di dover "appendere gli sci al chiodo", al miraggio di una guida per non vedenti e competizioni sciistiche, fino alla speranza e al sogno: partecipare alle Paraolimpiadi del 2026 a Cortina d'Ampezzo.

Il coraggio di salire sopra a una montagna e di saper scendere da questa senza vedere.

Quando abbiamo fatto la 75^ riunione di redazione del Bullone è stato scelto il tema del coraggio: a me è venuta in mente una parte della mia vita con una storia molto lunga, che inizia nell’inverno del 2004, quando per la prima volta ho messo degli sci ai piedi, cercando di scendere la discesa di un piccolo campo scuola nel paesino di Campitello di Fassa.

Quando ci passo davanti rimango sempre affascinato, stupito e commosso a vedere tutti i bambini scendere giù da questo campo scuola. Ma perché ho iniziato a sciare e soprattutto perché da quel campetto? Il motivo è che mio nonno, Franco Pisano, ha deciso all’inizio del 2000 di acquistare una casetta in questo luogo magico, così noi ogni anno in inverno ci andiamo ed è grazie lui se tuttora io scio.

Successivamente ho continuato a sciare negli anni prendendo diverse lezioni, così sono migliorato, anche se, nel mentre, la mia vista calava sempre di più a causa della retinite, una malattia della retina.

Sciare senza vedere

Questa cosa me la ricordo, cioè che, fino al 2014 (avevo 12 anni), riuscivo anche ad andare in bici da solo e infatti nel mio telefono ho una foto di quell’estate, dove sono a Campitello in sella alla mia mountain bike gialla e sto per scendere la discesa davanti a casa mia, da solo.

L’inverno del 2014 è stato l’ultimo inverno in cui ho sciato da solo, perché i problemi sono iniziati proprio da questo momento, essendo che mia madre mi perdeva sempre uscendo di pista, però raccontarlo è buffo, ma viverlo sulla propria pelle è brutto.

Un miraggio

Quindi, nell’estate 2015 pensavo di dover smettere di praticare questo sport e di dover appendere gli sci al chiodo.

Però nel settembre dello stesso anno tutto è cambiato, grazie a un articolo comparso sulla Gazzetta di Parma – giornale della mia città -, che parlava di un ragazzo non vedente, Stefano Curti, che aveva appena vinto la coppa Europa di sci per non vedenti, assieme alla propria guida.

Io e mio padre iniziamo a parlarne pensando che questo fosse un miraggio, però, sempre mio papà Luigi, ha cercato in ogni modo di mettersi in contatto con questa guida e a novembre lo trova e lo contatta.

Mirco Panizzi viene a cena a casa nostra e afferma: «Nicola tornerà a sciare e io lo porto in gara». Sembrava che parlasse di cose fantasiose, invece nell’inverno 2015 Mirco mi riporta a sciare e a gennaio partecipo alla mia prima gara durante la settimana bianca di «Neve Uisp 2015», a Pozza di Fassa.

“nel settembre dello stesso anno tutto è cambiato, grazie a un articolo comparso sulla Gazzetta di Parma – giornale della mia città -, che parlava di un ragazzo non vedente, Stefano Curti, che aveva appena vinto la coppa Europa di sci per non vedenti, assieme alla propria guida. Io e mio padre iniziamo a parlarne pensando che questo fosse un miraggio.”

– Nicola Capitani

Che cos’è «Neve Uisp»? È una settimana bianca organizzata una volta all’anno in una località sciistica differente, dall’Unione Italiana Sport per tutti. Mi sono unito così all’associazione Skirace a Parma, che ha il compito di far fare attività sportiva a tutti, incluse le persone disabili.

Io e Mirco abbiamo continuato a sciare assieme per sette anni fino ad oggi, vivendo tantissime avventure.

Ci siamo posti un sogno e un obiettivo: andare alle Paraolimpiadi del 2026 in Italia, a Cortina d’Ampezzo. Il desiderio di partecipare è grande, anche sapendo che forse sarà una cosa impossibile, la speranza rimane.

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