La storia della B.liver di questo mese è quella di Elisa, una ragazza che ha combattuto contro i disturbi del comportamento alimentare prima di approdare ad una profonda e cosciente consapevolezza: la vita è una sola, amarsi è fondamentale.
Chi è Elisa
Quando vi chiedono di presentarvi, voi da dove partite? Io oggi vorrei iniziare così: mi chiamo Elisa, ho 25 anni e sono una ragazza che ha stravolto la sua vita.
Indipendentemente da chi leggerà questa condivisione, spero che possa essere utile, emozionante e magari, chissà, che possa anche dare uno spunto per trovare il coraggio di cambiare e seguire la propria strada.
Vi porto quindi con me oggi e nel mio passato, mentre sul futuro voglio già anticiparvi che non leggerete nulla, perché ho smesso di sentirmi una cosa statica, ma mi vivo come una persona in continua evoluzione, che ha creato le proprie radici nel fango e poi però è sbocciata. Praticamente come le magnolie, ne ho una tatuata sulla schiena.
Quindi partiamo da questo momento esatto: sto scrivendo la mia storia seduta in un bar dell’aeroporto Marco Polo, a Venezia, pronta per andare a Parigi per il weekend.
È il secondo viaggio da sola che faccio. Ho con me uno zaino piccolo della Rains, con giusto un paio di cose dentro. Praticamente spoglia, ma alla fine mi serve qualcos’altro per un weekend via? Per me no. I miei genitori mi hanno insegnato sin da piccola il valore della semplicità, del vivere apprezzando le piccole cose e che per essere felici basta poco.
Tante bellissime cose che ho accantonato per anni, sperimentando l’esatto opposto, ricercando sempre quella cosa in più, la cosa che mi permettesse di farmi sentire integrata con i miei coetanei, accettata dalle persone di cui mi ero circondata, che mi permettesse di adempiere all’idea di me che mi ero costruita.
Ma io ho mai saputo davvero chi ero? Cosa volevo? Dove volevo andare? Quest’ultimo punto non ce l’ho chiaro tuttora, ma alle altre due domande, invece, ho trovato una risposta, devo dire abbastanza recentemente, perché io in realtà sono entrata in contatto con me stessa da poco.
“sul futuro voglio già anticiparvi che non leggerete nulla, perché ho smesso di sentirmi una cosa statica, ma mi vivo come una persona in continua evoluzione, che ha creato le proprie radici nel fango e poi però è sbocciata. Praticamente come le magnolie, ne ho una tatuata sulla schiena.”
– Elisa Sudiero
I disturbi del comportamento alimentare
Ho sofferto per 9 anni di disturbi alimentari, ma il mio malessere risale a tanti anni prima. Ad oggi, con la lucidità e la consapevolezza di una persona che ha lottato contro mostri che non tutti conoscono, posso dire che finché non sono riuscita a guarire non ho mai vissuto davvero.
Forse le persone che non ci sono passate non possono nemmeno immaginare cosa voglia dire soffrire di un disturbo alimentare: è totalizzante. Ti ingloba e ingoia tutto, te e chi hai al tuo fianco. Il peso lo porti tu per la maggior parte, ma chi ti sta vicino, chi ti ama, soffre nel vederti soffrire.
Per voi che magari non li conoscete, vi voglio dire una cosa: non è una questione di corpo e cibo, quello sono solo un mezzo per esprimere un dolore più profondo.
“Per voi che magari non li conoscete, vi voglio dire una cosa: non è una questione di corpo e cibo, quello sono solo un mezzo per esprimere un dolore più profondo.”
– Elisa Sudiero
Per me è stato uno in particolare: sono una persona semplice, estremamente sensibile, infinitamente empatica, con l’autostima bassa e al contempo estremamente socievole. Non mi sono mai sentita abbastanza per meritarmi l’amore. Ero piccola quando tutto è iniziato, ma sono ancora giovane ora che ne parlo.
Alla fine dell’università ho dovuto affrontare una cosa che ha innescato in me una miccia che poi ha fatto partire tutta una serie di mine messe a raffica nella mia vita e niente, poi è esploso letteralmente tutto. Raso al suolo, tutto. Tutto tranne ciò che ha saputo resistere.
Dopo l’università, il crollo
Non sapevo cosa fare della mia vita, mi sentivo una fallita. Ancora non avevo un lavoro che mi ero appena laureata? Malissimo. Per di più lo stavo cercando nel tentativo di tornare a fare la vita di convivenza che facevo prima. Ancora non sapevo che da lì tutta la mia vita sarebbe cambiata.
Per riassumere, ho passato un anno infernale. Ero una persona solare, espansiva, piena di vita, facevo mille cose, sempre festa, sempre disposta a farsi in quattro per gli altri, senza mai considerarsi tra le priorità. Insomma, ho sempre messo il focus fuori, mai dentro di me.
Ma quando devi capire cosa fare della tua vita come fai se non ti conosci? Se hai sempre passato tutti gli anni precedenti a scappare dal confronto con le parti di te che ti facevano paura, che ti facevano soffrire, che odiavi e non volevi vedere, come fai? È difficile, ma ho dovuto farlo.
“Ma quando devi capire cosa fare della tua vita come fai se non ti conosci?”
– Elisa Sudiero
Con la terapia è iniziato il mio viaggio verso il cambiamento
Sono entrata in terapia, sono stata seguita da una nutrizionista. Mi sono isolata da tante persone, cercando di spiegare cosa stavo facendo. Non volevo ferire nessuno, ma non avevo le energie per nessun altro se non per me. Ho allontanato chi mi giudicava, chi mi faceva sentire sbagliata mentre percorrevo, per la prima volta, il cammino dentro e verso me stessa.
Non perché lo volessi davvero, ma perché sentivo che se mi avessero ferita in quel momento, che mi ero privata di qualsiasi tipo di difesa per fare quello che stavo facendo, la ferita sarebbe stata fatale, mi avrebbe fatta tornare indietro e non volevo e non potevo permettermelo.
Sono andata avanti a testa bassa. Ho pianto tanto. Ho messo in discussione tutto: chi ero, chi avevo a fianco, cosa mi piaceva e mi faceva stare bene, cosa volevo tenere nella mia vita e cosa no.
Ho imparato l’arte del lasciare andare, che la vita è un fiume e solo se ti adatti al suo flusso e non ti opponi all’intrinseco, costante cambiamento, allora puoi vivere serenamente.
Ho imparato che io devo amarmi perché sono io ora e per sempre la mia compagna di vita, quella su cui devo contare e dentro cui devo guardare per trovare la forza e il coraggio di affrontare le difficoltà che si possono trovare durante il percorso.
Nessuno te lo dice quanto male faccia cambiare. Ma quando sei mosso da un istinto quasi primordiale, per cui non hai altra alternativa, perché anche se fa male prima stavi peggio, devi farlo: non puoi scendere a compromessi.
Imparare a volersi bene
In tutto questo, però, ho intrapreso il viaggio più bello della mia vita: quello alla scoperta di me stessa. Ho cambiato due lavori, ho capito che amo scrivere ed è il mio mezzo per aiutare le persone (altra cosa che amo), quindi ho iniziato un master in Marketing e ora faccio la copywriter.
Ho capito ciò che amo, sia in termini di valori, che di cose e abitudini. Soprattutto una cosa ho capito: amo le parole, quelle dette pensandoci prima per non ferire l’altra persona, le persone che non giudicano, la libertà di espressione e il non vincolarsi a un modello.
Ho imparato chi sono e quanto valgo, ho imparato a prendermi cura di me. C’è voluto tanto coraggio, non sono arrivata e non arriverò mai per fortuna, perché siamo in continuo cambiamento e nella vita può succedere di tutto. Ma so chi sono ed era ciò di cui avevo bisogno per iniziare a stare bene. Perché solo quando stai bene allora puoi fare tutto il resto. E la vita è bella ed è solo una, bisogna viverla a pieno.
“Ho imparato chi sono e quanto valgo, ho imparato a prendermi cura di me.”
– Elisa Sudiero