A Rondine i ragazzi delle guerre imparano a non avere nemici

Autori:
Il B.Liver Riccardo racconta la marcia della pace: un propizio momento di contemplazione che dal centro di Arezzo porta direttamente a Rondine, Cittadella della pace. Una manciata di ore investite dal potere di riflettere, per marciare tutti insieme verso una nuova consapevolezza e contro i conflitti.

di Riccardo Russo, B. Liver

Il B.Liver Riccardo racconta la marcia della pace: un propizio momento di contemplazione che dal centro di Arezzo porta direttamente a Rondine, Cittadella della pace. Una manciata di ore investite dal potere di riflettere con chi il conflitto l'ha conosciuto, per marciare tutti insieme verso una nuova consapevolezza.

La Marcia della Pace

Lo YouTopic Fest 2023 è stato inaugurato con una marcia della pace che ci ha portato dal centro di Arezzo fino a «Rondine, Cittadella della Pace».

Superando in un primo momento il valore simbolico, è stata una camminata divertente di un paio d’ore immersi nella natura e nelle colline toscane, che fornivano una cornice colorata all’evento, un percorso svolto insieme a molti ragazzi provenienti da tutta Italia

La fine della marcia è coincisa con l’inizio del Festival. Arrivati a Rondine gli studenti della World House hanno raccontato le loro esperienze sul tema centrale dell’evento: il conflitto. Loro sono ragazzi che provengono da Paesi dove la guerra è tutt’oggi presente e il racconto di ciò che hanno vissuto ha arricchito, se non completato, l’esperienza.

Il conflitto

Le loro storie sono arrivate lì dove spesso i media non arrivano o non possono arrivare: il posto dove i numeri lasciano spesso indifferenti, mentre ascoltare le testimonianze del loro vissuto lascia un’impronta profonda. Storie diverse una dall’altra che comportano ciascuna una differente tipo di sofferenza, che però è terribile in quanto nata da azioni umane e che quindi poteva essere evitata.

“Le loro storie sono arrivate dove spesso i media non arrivano o non possono arrivare

– Riccardo Russo

Proprio dopo aver sentito queste storie credo non abbia senso parlare delle relative fatiche che una marcia di una decina di chilometri può portare, inezie rispetto a quello che chi non ha il dono della pace vive quotidianamente.

La marcia come un momento di riflessione

In questo senso la marcia può essere vissuta con uno spirito contemplativo, come un lungo momento di riflessione per essere consapevoli della propria fortuna e per spingere all’azione chi non ha questa fortuna, sia in prima persona sia attirando l’attenzione di chi ha le risorse, il ruolo e le possibilità di agire più concretamente nei conflitti mondiali. 

Lo spirito con cui si affrontava la marcia era decisivo per l’esperienza, in quanto non vi era una simbologia all’inizio o lungo il percorso, in questo senso sono rimasto dispiaciuto della scelta di alcune scolaresche di anticipare il rientro in aula facendo perdere agli studenti i discorsi di apertura del Festival.

Molti ragazzi hanno così perso l’opportunità di poter comprendere appieno il significato di quella che alla fine rischia di essere passata solamente come un’altra gita noiosa, secondo il mio parere. La marcia e i racconti sono stati un singolo grande evento per chi ha partecipato ad entrambi: prima di sentire i discorsi dei ragazzi ho trovato difficile cercare il significato del percorso dentro di me, senza avere messaggi esterni su cui riflettere.

“Chi seglie di incamminarsi esce rinvigorito nelle proprie credenze e desideroso di applicarsi

– Riccardo Russo

Le politiche future nascono da una base solida tra la gente comune

Penso che l’esperienza della marcia della pace assuma un’importanza maggiore per chi partecipa piuttosto che per la risonanza esterna dell’evento. Chi sceglie di incamminarsi è naturalmente già sensibile al tema della pace, ma ne esce rinvigorito nelle proprie credenze e magari desideroso anche di applicarsi in prima persona, per come gli è possibile, per questo è importante che molti manifestino e che questi eventi siano organizzati di frequente in molteplici località, per allargare il messaggio e creare gruppi di ragazzi sensibili a queste tematiche.

Le decisioni che poi saranno prese a un piano superiore, nascono da una base solida tra la gente comune e tra i ragazzi per ciò che saranno le politiche future.

Ti è piaciuto ciò che hai letto?

Ricevi adesso l’ultimo numero del nostro mensile “Il Bullone”, uno spazio in cui i temi cardine della nostra società vengono trattati da un punto di vista “umano” e proposti come modello di ispirazione per un mondo migliore.

Ricevi ultimo Bullone
 
 
 
 

Diffondi questa storia

Iscriviti alla nostra newsletter

Newsletter (sidebar)
 
 
 
 

Potrebbe interessarti anche:

Torna in alto