“Rondine” è uno spazio sicuro: raccontandomi, ho preso consapevolezza

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Ginevra riflette su come l'esperienza del "quarto anno" presso Rondine le abbia dato la possibilità di riscoprire se stessa, sentendosi parte di una comunità e imparando a guardare ciò che le accade intorno con più consapevolezza, con uno sguardo accogliente e non giudicante.

di Ginevra Ariaudo

Ginevra riflette su come l'esperienza del "quarto anno" presso Rondine le abbia dato la possibilità di riscoprire se stessa, sentendosi parte di una comunità e imparando a guardare ciò che le accade intorno con più consapevolezza, con uno sguardo accogliente e non giudicante.

Sono Ginevra e ho vissuto il mio quarto anno di Liceo a Rondine.

Per me è difficile pensare di condensarlo a parole, dandogli voce come merita, ma ci provo. 

Un anno fa, a casa, in Piemonte, sentivo il bisogno di aria nuova: volevo un’esperienza che scomodasse me e le mie abitudini consolidate. Così, eccomi qui, dove ho trovato i miei compagni di viaggio.

Sentivo la velocità di una realtà che non mi dava il tempo di soffermarmi sull’ascolto di me stessa e degli altri come avrei voluto. A Rondine ci è stato offerto uno spazio sicuro da cui studiare il mondo, un’occasione per fermarsi e poi procedere con più consapevolezza. 

Durante l’anno abbiamo provato a raccontarci. Credo che le ore di teatro siano state per me la migliore occasione per imparare a farlo, anche quello ero un luogo protetto in cui non sforzarsi di essere, ma essere e basta. Questa è stata una prova che la convivenza ha semplificato perché, volente o nolente, ti svela giorno dopo giorno, nei tuoi fastidi e nella tua stanchezza, nella quotidianità che non eri abituato a condividere.  

Si percepisce dal primo passo nel borgo, anzi da prima, dalla via che lo separa dalla strada provinciale, che a Rondine c’è qualcosa di inedito in quelle poche case, nella scuola, nella locanda, che ti fa stare bene. Ci siamo sentiti partecipi e presi in causa; non solo con la solita frase: «i giovani sono il futuro», ma con l’invito a essere il presente.

Abbiamo capito quanto siano importanti i nostri passi, le nostre mani tese, le nostre idee espresse. Lo abbiamo capito quando, in prima fila, abbiamo retto lo striscione con su scritto «In cammino per la pace», quando durante l’anno abbiamo sviluppato i nostri progetti a impatto sociale da riportare a casa nel nostro territorio, quando li abbiamo presentati al Social Expo che si è svolto in occasione di Youtopic Fest.

“a Rondine c’è qualcosa di inedito in quelle poche case, nella scuola, nella locanda, che ti fa stare bene.

– Ginevra Ariaudo

In questo borgo solitario ogni giorno abbiamo condiviso spazio e tempo. Con lo Studentato Internazionale ci siamo scambiati opinioni, modi di vivere, tradizioni e ricette. Mi sono sentita parte di questa comunità ed è stata una delle cose che più mi ha appagata

Questo tempo è stato per me fondamentale, perché mi ha permesso di imparare a guardare me e ciò che mi accade intorno con più consapevolezza, con uno sguardo accogliente e non giudicante. 

Venire a Rondine è stato riscoprirmi, ma anche riscoprire il bene infinito che gli altri custodiscono

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