Nasce la band Exodus, mix di musica e amore

Autori:
Alberto Baldetti e Carlo Ridi hanno avuto la grande idea di creare una band con i ragazzi della sede di Exodus della Mammoletta.

di Lorenzo Rosina, Exodus

La Mammoletta è la «sede del mare» della Fondazione Exodus di Don Mazzi. Fondata nel 1990 da Marta del Bono e Stanislao Pecchioli sull'Isola d'Elba, offre percorsi educativi di accoglienza, reinserimento e prevenzione per adolescenti e giovani adulti con problemi di dipendenza e altri disagi sociali, familiari e psicologici.
La collaborazione tra la Mammoletta e Il Bullone nasce nel 2020 con l’obiettivo di far incontrare le comunità di riferimento per
mettere al centro il dialogo, le riflessioni, le esperienze condivise di giovani che stanno attraversando, ciascuno a suo modo, periodi
complicati e delicati, ma che non smettono di credere nella possibilità dell’oltre e dell’altro.

Voglio condividere un’attività straordinaria che da tempo è parte delle iniziative della comunità, guidata da Alberto Baldetti e Carlo Ridi, che hanno avuto la grande idea di creare una band con i ragazzi della nostra sede Exodus.

L’attività musicale è un momento in cui il gruppo ha un potenziale estremo, si creano momenti speciali dove ognuno di noi, nonostante le proprie fatiche, riesce a dare il meglio di sé stando presente lì, in quel momento, lasciando i pensieri e le preoccupazioni.

Abbiamo incontrato Alberto e Carlo per la prima volta a un loro concerto a Capoliveri: hanno una grande esperienza in ambito musicale, suonano da 50 anni e sono due persone davvero speciali, mi sentirei banale a dover descrivere la loro bellezza con semplici aggettivi; due persone che si danno da fare, si tengono sempre impegnate e, nonostante ciò, riescono a dedicarci tre ore a settimana in cui ci insegnano sia la teoria musicale che la pratica; durante questi momenti loro sono i direttori d’orchestra e noi l’orchestra.

La band è formata da Stefano alla chitarra, Federico e io alle pianole, Greta e Lapo sono i cantanti, Ale alla batteria e Alberto e Carlo dirigono la band.

Mi ha colpito la loro determinazione perché non hanno mai smesso di credere in noi, nonostante alcuni di noi non pensavano di riuscire ad arrivare a un certo livello in così poco tempo. Alberto e Carlo hanno fatto di noi un vero e proprio gruppo.

In questo percorso musicale abbiamo avuto la conferma che con l’impegno, la costanza e la fiducia si possono raggiungere obiettivi che all’inizio potevano sembrare impossibili.

Oramai suoniamo da circa otto mesi e siamo arrivati a un buon livello musicale, contando da dove siamo partiti, e ora siamo vicini al nostro primo concerto organizzato sempre dai mitici Alberto e Carlo, che hanno messo a disposizione un impianto professionale per l’occasione; quel che suoniamo è una sorpresa, e voi che leggete sappiate che il concerto si terrà il 26 luglio qui alla Mammoletta, nell’anfiteatro.

Suonare in un gruppo è sempre stato un mio sogno, oggi si è avverato e man mano che andiamo avanti è sempre più intrigante ed emozionante, continuerà ad esserlo, legandoci sempre di più.

Penso che la musica abbia il potere di unire le persone di tutte le etnie, età e sesso, senza creare una singola categoria, grazie alla sua modalità di espressione libera accompagnata da un linguaggio universale.

È sempre bello condividere momenti musicali con i ragazzi che vengono a trovarci da fuori, ognuno con il suo strumento, non ha importanza se qualcuno non ha mai suonato, non ha importanza che strumento sia, è bello vedere cosa si può creare assieme, ognuno mette un pezzetto suo sconfiggendo magari la timidezza, creando un momento di condivisione, sorrisi e spontaneità.

Oggi la musica è parte integrante della mia vita, il mio rapporto con lei è sicuramente cambiato rispetto a prima. Oggi la musica è accompagnata da un clima tranquillo, sano e costruttivo, mentre fuori di qui è ben diverso.

“Penso che la musica abbia il potere di unire le persone di tutte le etnie, età e sesso, senza creare una singola categoria, grazie alla sua modalità di espressione libera accompagnata da un linguaggio universale.”

– Lorenzo Rosina

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