In fiera fino a Düsseldorf per far “volare” la mia carrozzina

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Il B.Liver Cristiano è volato a Düsseldorf per una fiera sugli ausili per la disabilità, dove ha incontrato non solo un piccolo paese delle meraviglie dove sperimentare diversi metodi per migliorare e facilitare la propria quotidianità, ma anche un paese in grado di abbattere ogni barriera architettonica.

di Cristiano Salvatore Misasi, B.Liver

Il B.Liver Cristiano è volato a Düsseldorf per una fiera sugli ausili per la disabilità, dove ha incontrato non solo un piccolo paese delle meraviglie dove sperimentare diversi metodi per migliorare e facilitare la propria quotidianità, ma anche un paese in grado di abbattere ogni barriera architettonica.

Ho sempre amato viaggiare, vedere posti nuovi e allargare gli orizzonti: era l’unico modo per appagare la mia sete di libertà. Da piccolo viaggiavo solo ed esclusivamente per visite mediche; da qualche anno, invece, mi sono concesso il lusso di partire per il puro piacere di farlo.

Un posto che già conoscevo

Ero già stato a Düsseldorf nel 2018: un caro amico, Federico, mi aveva accennato che a settembre si sarebbe tenuta una delle più grandi fiere a livello mondiale, riguardante gli ausili per la disabilità, e siccome nei miei desideri c’era quello di visitare la Germania, colsi l’occasione e partii.

Forse Düsseldorf 2018 è stato il viaggio che mi ha cambiato maggiormente la vita, ed è proprio per questo motivo che ci sono voluto ritornare quest’anno. L’adrenalina era a livelli altissimi già i giorni prima della partenza, ma giunta la mattina del 15 settembre non stavo più nella pelle all’idea di ritornare a Düsseldorf.

Il 15 settembre

Una volta atterrati nella Terra del Reno, con il mio inglese super pratico e molto poco british, chiesi indicazioni sul bus da prendere per raggiungere la fiera, «il 722», mi risposero, e mentre mi dirigevo verso la fermata costeggiando l’intero aeroporto, iniziavo a benedire i tedeschi per la loro civiltà nel costruire i marciapiedi.

Un manifesto con il simbolo della fiera, la «Rehacare Messe», attaccato a una colonna della pensilina, mi fece capire che ero giunto al bus 722 già parcheggiato. L’autista appena mi vide, scese prontamente dal bus e aprì la pedana manuale per farmi salire, la strada che portava verso la fiera passava attraverso il nuovo centro residenziale composto da tante piccole villette a schiera, quei tetti spioventi progettati per far scivolare via la neve mi donavano un senso di pace indescrivibile.

La tratta fu decisamente troppo breve, dopo qualche minuto, infatti, giungemmo alla Messe di Düsseldorf, un complesso di padiglioni dove si svolgono durante l’anno una moltitudine di esposizioni. Entrai nel grande atrio che ospitava la biglietteria, l’affluenza era molto alta, nonostante negli anni dispari la fiera si tenga in forma ridotta rispetto agli anni pari (ridotta si fa per dire, in due giorni non sono riuscito a girarla tutta).

All’interno, la moltitudine di disabili si mescolava perfettamente ai numerosi normodotati. Quando hai modo di vivere realtà come queste capita di imbatterti in gag molto simpatiche e insolite, ad esempio, disabili che sembrano disabili ma poi si rivelano essere espositori che pubblicizzano la propria sedia a rotelle, il proprio propulsore elettrico, che dopo aver finito il loro giro pubblicitario si alzano normalmente come niente fosse, oppure persone che dopo aver provato un ausilio per disabili si divertono come bambini a un parco giochi.

Alcuni mi chiedono perché tengo così tanto ad andare a questa fiera. Partecipare a quest’evento significa poter conoscere gli ausili più innovativi presenti sul mercato mondiale, personalmente anche un solo bullone su una sedia a rotelle messo in modo diverso può ottimizzare i miei tempi, migliorare la giornata e di conseguenza l’intera quotidianità, ad esempio, acquistando dei lacci molto particolari sono riuscito ad allacciarmi le scarpe per la prima volta in vita mia.

Alcune immagini del viaggio a Dusseldorf di Cristiano Salvatore Misasi.

Qualcosa in grado di cambiare l’intera quotidianità

Osservando la meccanica degli altri propulsori elettrici, ho trovato un motore elettrico che si attacca alla mia sedia a rotelle premendo un bottone, molto più semplice di quello che ho attualmente, permettendomi di ridurre notevolmente la tempistica del montaggio e agevolando la mia vita sociale.

Una volta usciti dalla fiera, ci siamo diretti nel centro storico di Düsseldorf e contrariamente a quel che si possa pensare, anche la parte vecchia della città era completamente accessibile, gli stessi locali non presentavano alcun tipo di barriera architettonica. Secondo il contachilometri del motore che tira la mia sedia a rotelle, in tre giorni abbiamo percorso all’incirca 30 km e in questa lunga distanza non sono riuscito a trovare, pur cercandolo, un marciapiede fatto male. Anche la metropolitana era stata progettata per accogliere in tutta tranquillità le persone con disabilità, mediante ascensori comunicanti tra i due binari, e banchine della stessa altezza della metro che permettevano un accesso immediato e sicuro al treno.

Le passeggiate lungo il Reno mi hanno rilassato molto, il suo moto decisamente lento aveva la capacità di rallentare i miei pensieri sincronizzandoli con le enormi navi cargo che trasportano le merci fin dentro la metropoli. L’idea di poter essere totalmente autonomo in una area urbana così grande annientava la frenesia di movimento che solitamente mi caratterizza.

A sud della città una grande torre panoramica dominava l’orizzonte, così l’ultimo giorno decidemmo di andarci. Seppur ci stavamo avvicinando, la torre sembrava sempre molto lontana, ma dopo quasi un’ora di camminata, passato da poco mezzogiorno, arrivammo alla base. L’entrata era preceduta da una grande scalinata e solo per un momento dubitai della civiltà tedesca, ma dopo aver chiesto informazioni a Franco, un gentilissimo gelataio italiano, trovai un piano sotterraneo dal quale potevamo accedere.

L’ascensore divorò i 168 metri e in un battito di ciglia ci portò sul tetto di Düsseldorf: il panorama era bellissimo, da lassù ci sentivamo i padroni del mondo, avrei voluto restare a un passo dal cielo per un tempo illimitato. Düsseldorf è uno di quei viaggi in grado di turbarti positivamente e negativamente, positivamente perché ciò che vedi durante la fiera può cambiarti concretamente la vita, e negativamente perché ti rendi conto che per avere alcuni servizi devi lasciare il Bel Paese. Chissà, magari in un futuro non troppo lontano tornando in Germania, non troverò più questa disparità di civiltà.

Partecipare a quest’evento significa poter conoscere gli ausili più innovativi presenti sul mercato mondiale, personalmente anche un solo bullone su una sedia a rotelle messo in modo diverso può ottimizzare i miei tempi, migliorare la giornata e di conseguenza l’intera quotidianità

– Cristiano Salvatore Misasi

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