Barbara Pisano e Luigi Capitani, genitori B.Liver
Barbara e Luigi sono i genitori di Nicola, B.Liver affetto da cecità. Dal momento della sua nascita si sono ritrovati in un gelido inverno, diverso dalle isole tropicali che immaginavano. Quello che non sapevano, era che l'inverno di Nicola si sarebbe fatto più mite quando avrebbe incontrato la realtà del Bullone, "un'isola che accoglie".
Questa lettera l’ho scritta a me stessa tante volte, soprattutto per ricordarmi il viaggio che ho percorso fino a qui… Ora che sono ufficialmente la mamma di un B.Liver, sento una profonda gratitudine verso Il Bullone e le persone che lo animano, per averci fatto sentire accolti ed essere il motore di questa bellissima avventura che ci ha folgorato fin dal primo giorno.
Sono convinta che non si è trattato semplicemente di un colpo di fortuna incontrarci, come non è stato semplicemente un evento il Festival del Bullone. Ricordo, quando è nato Nicola, ci siamo resi subito conto che qualcosa non andava, ma una parte di me non voleva ammetterlo, perché avrebbe significato interrompere bruscamente quel bellissimo viaggio ai tropici cui eravamo diretti con il suo papà e i suoi fratelli: la destinazione era un Paese caldo, ospitale e lussureggiante, il bagaglio era leggero con le poche cose che servono in una fantastica isola tropicale.
Cosa era successo? Dove ero finita e dove era la nostra isola felice?
Nicola alla nascita presentava diverse malformazioni, ma tutti mi rassicuravano che non era nulla di grave e che si sarebbe potuto risolvere con la chirurgia, ma lui cresceva velocemente e notavo che aveva difficoltà ad orientarsi nello spazio; arrivò dopo poco la diagnosi di una sindrome genetica rara con una grave patologia retinica che lo avrebbe portato alla cecità.
Realizzai improvvisamente che ero sbarcata in un Paese che non conoscevo dove c’era molto freddo e distese di ghiaccio, oltre tutto avevo portato con me solo costumi da bagno e nulla che ci potesse riscaldare, ma dove era finita la nostra isola tropicale? Raccolte le forze, avevo iniziato a guardarmi intorno, per capire se oltre al ghiaccio e alla desolazione del posto potevo trovare un riparo e vestiti pesanti per poter sopravvivere.
Eravamo in cinque e Nicola era l’ultimo nato… hai presente quando ti dicono che tanto il terzo figlio cresce da solo e che non farai fatica, ecco, esattamente il contrario! Ma l’inverno passa e Nicola cresce e noi con lui, abbiamo dovuto imparare a tenere il fuoco sempre acceso e a coprirci, perché l’inverno qui è veramente freddo, ma soprattutto abbiamo imparato ad aspettare con fiducia la primavera, perché anche qui arrivano le gemme e meravigliosi fiori e il ghiaccio un po’ si scioglie; ci sono colori mai visti prima, così vivi e intensi che non si trovano in altri Paesi, poi il cielo in estate si riempie di mille colori! Ripensando all’incontro con il Bullone e a questa esperienza posso dire che Nicola ha iniziato da solo un nuovo viaggio, verso un Paese dove l’inverno è davvero mite!
Buon viaggio Nicola.