Caro Babbo Natale, sogno l’aria pulita, sole e tramonto. E il tempo per respirare

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Edoardo ha scritto una lettera a Babbo Natale, con una richiesta particolare: "sogno l'aria pulita, tramonto e alba; ma se hai bisogno, non esitare a chiamarmi."

di Edoardo Hensemberger, B.Liver

Edoardo ha scritto una lettera a Babbo Natale, con una richiesta particolare: "Sogno aria pulita, tramonto e alba; ma se hai bisogno, non esitare a chiamarmi."

Caro Babbo Natale, se penso a quanta gioia mi dava questo periodo…

Caro Babbo Natale,

ne è passato di tempo dall’ultima volta.

Non pensavo che mi sarei mai ritrovato a scriverti. Eppure, se penso a quanta gioia mi dava ogni anno in questo periodo scriverti… immagino sia solo un’altra ingiustizia del diventare adulti. Non esiste nessun uomo paffuto con la barba bianca che porta i regali in tutto il mondo e… spoiler alert… il mondo sarebbe migliore se ci fosse.

Ricordo che quando ero più piccolo, mi era stato vietato di scrivere un elenco di cose che desideravo. La lettera doveva essere una vera lettera che lasciasse intuire, ma quasi senza mai chiedere esplicitamente. Perché sarebbe stato poco elegante limitarsi a dire vorrei questo, quello e quell’altro. Quasi come nella vita.

Comunque, non voglio scriverti una lettera in cui mi faccio portatore delle colpe dell’uomo e lamento con te tutti i problemi del genere umano. Ne abbiamo tanti, lo sappiamo, e sappiamo bene anche quali sono, anche se spesso facciamo finta di non vederli.

Come ogni lettera che si rispetti però, anche questa deve avere, se non un elenco dei desideri, almeno una cosa che vorrei no?

Io preferisco gli elenchi delle cose che vorrei

Beh, io preferisco gli elenchi, quindi eccolo qua.

Mi piacerebbe guardare il sole che sorge con qualche amico, senza il bisogno di dire niente. Mi piacerebbe che la luce del tramonto delle domeniche di sole, quella luce che colora Milano di meraviglia, mi rimanesse dentro nei momenti più bui. Mi piacerebbe trovare in questa vita uno spazietto che sia solo mio, che parli la mia lingua e che non sia dovuto a nessun altro.

Mi piacerebbe viaggiare guardando negli occhi le persone che incontro. Mi piacerebbe sentire l’aria fredda nei polmoni trasmettere una scarica di energia. Mi piacerebbe sapere di avere la forza per farcela.

Mi piacerebbe avere la forza di fare qualsiasi cosa

Fare cosa chiedi?

Qualsiasi cosa che capiti, non importa. Mi piacerebbe essere capace di godermi il passare del tempo, senza bisogno di trasformare le cose in ciò che non sono. Mi piacerebbe anche che tutte le parole, che ho già scritto o che devo ancora scrivere, mi portassero da qualche parte dove non sono mai stato. Mi piacerebbe che la luna ogni tanto mi facesse sapere che ci guarda, così come noi guardiamo lei, e magari che le stelle, quando cadono, facessero un po’ più di rumore, così da non perdere l’occasione di esprimere un desiderio. Un altro? Sì un altro, perché alla fine sono gratis, no?

E se poi qualcosa non va? A noi che ci importa? Andrà quello che deve andare.

E poi sì il mondo, le ingiustizie, le guerre e tutte quelle cose che hanno fatto tanto dubitare Amleto, ma che tanto non credo di poter cambiare, almeno non fino a quando non imparerò a convivere con me stesso.

Niente, mi rendo conto di essere ricaduto in una lettera che sta a metà tra un elenco e un cliché. Dovrei cancellare tutto e riprovarci da capo, ma non sono mai stato così disciplinato… se vuoi, puoi provare a fare qualcosa tu a riguardo, ma senza impegno.

Ecco fatto, l’ennesimo pezzo un po’ filosofico un po’ noioso e sicuramente un po’ sbagliato.

Senti, sai che ti dico? Facciamo così, dimentica tutto quello che ho scritto finora.

Se dopo il tuo giro di consegne ti accorgi che ti avanza una Porsche 911 Targa, lasciamela da qualche parte, anche in doppia fila, anche senza benzina… alla fine mi accontento di poco.

P.S.

Se invece per caso davvero ci sei, se posso esserti di aiuto in qualcosa, non esitare a chiamarmi, o a scrivermi una lettera, magari il 25 di giugno; sono sicuro che la mia casella di posta sia meno piena della tua.

“Se invece per caso davvero ci sei, se posso esserti di aiuto in qualcosa, non esitare a chiamarmi, o a scrivermi una lettera, magari il 25 di giugno; sono sicuro che la mia casella di posta sia meno piena della tua.”

– Edoardo Hensemberger

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