Da Tomba a Sinner: i campioni che ti aiutano a vivere

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Il B.Liver Michele Fagnani ripercorre le vicende di alcuni grandi campioni sportivi, quelli che ci hanno fatto appassionare e stringere attorno ai colori azzurri. Il fenomeno Tomba, Rossi e poi Sinner: il giovanissimo che ha riportato il tennis sui nostri schermi e nei nostri cuori.
"In fondo, credo che rispondano a un nostro bisogno d’identificarci con eroi che ci danno un motivo per vivere emozioni che la nostra vita di tutti i giorni non ci permette, sentendoci parte di un gruppo che condivide le stesse gioie." Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

di Michele Fagnani, B.Liver

Da rivali ad amici: il fenomeno calcistico e non solo

In Italia il calcio è vissuto intensamente tutta la settimana, ma le rivalità tra tifosi sono accese, fin troppo. Poi però, quasi magicamente, quando ci sono manifestazioni come i Mondiali o gli Europei (specie quando vinci) un’intera nazione si unisce e il tifo è di un solo colore: l’azzurro della nostra maglia.

Questo fenomeno si verifica talvolta anche in altri sport non così popolari come il calcio.

È successo un po’ di anni fa (io non c’ero, ma la generazione dei nostri genitori se ne ricorda bene) con Alberto Tomba, campionissimo di sci per più di un decennio a cavallo degli anni ottanta e novanta.

Lo sci, prima di lui, era uno sport che se andava bene passava sui tg regionali, poi diventa febbre da stadio. La gente invade le valli per andare a sostenerlo con trombe e campanacci. In città ci si ferma davanti alle vetrine con i televisori che trasmettono le sue gare. Perfino il Festival di Sanremo, quando Alberto alle Olimpiadi di Calgary ’88 conquista due medaglie d’oro, si ferma per vederlo scendere in diretta.

Anni dopo, un altro campione ha saputo unire persone differenti per estrazione sociale, età e gusti sotto la bandiera della passione generata dalle sue imprese: Valentino Rossi.

Sicuramente il pilota di Tavullia (ma chi avrebbe mai saputo dove si trova?) è entrato nel cuore della gente per la sua ironia durante le interviste post gara, ma non solo; infatti memorabili erano anche le sue esultanze per le vittorie, utilizzando parrucche improponibili e non possiamo dimenticare la marea gialla di tifosi che lo ha sostenuto per tutta la sua immensa carriera.

Il nostro Michele Fagnani con il campione Jannik Sinner.

Il fenomeno Jannik Sinner

Oggi è la volta del tennis con Jannik Sinner, classe 2001, che rappresenta già il presente del tennis italiano avendo portato a casa un titolo 1000 a Toronto e avendo guidato l’Italia nella storica vittoria in Coppa Davis: un successo che mancava dal lontano 1976.

Recentemente ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam agli Australian Open (primo italiano a trionfare nel Paese dei canguri) e l’ATP 500 di Rotterdam. Oltre ad essere un grande giocatore in campo, Jannik ha dimostrato di esserlo anche fuori, infatti è sempre disponibile per un autografo o una foto: ve lo posso garantire avendo avuto l’opportunità di incontrarlo a Montecarlo.

Lui è un ragazzo molto serio e dedito al lavoro, vedi il recente rifiuto all’invito sul palco dell’Ariston per dedicarsi ai prossimi impegni tennistici. Dalle Finals di Torino sono sempre presenti sugli spalti dei fan speciali, i «Carota Boys», così chiamati per il colore di capelli di Jannik, ma anche perché nel corso di una partita del torneo di Vienna il tennista aveva mangiato una carota al posto della classica banana.  

L’impennata di passione sportiva degli ultimi anni

Uno degli effetti positivi che questi campioni provocano, è un’impennata di passione da parte delle persone – soprattutto tra i più piccoli – che vogliono intraprendere una carriera sportiva così da poter imitare i loro idoli.

Ognuno di questi campioni ha caratteristiche sue proprie, ma tutti sono uniti dal fatto di essere simpatici e alla mano, quasi fossero degli amici con cui condividere momenti di vita. In fondo, credo che rispondano a un nostro bisogno d’identificarci con eroi che ci danno un motivo per vivere emozioni che la nostra vita di tutti i giorni non ci permette, sentendoci parte di un gruppo che condivide le stesse gioie.

– Michele Fagnani

“In fondo, credo che rispondano a un nostro bisogno d’identificarci con eroi che ci danno un motivo per vivere emozioni che la nostra vita di tutti i giorni non ci permette, sentendoci parte di un gruppo che condivide le stesse gioie.”

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