Rapporti umani: ma come si comunica?
Il vero problema circa la possibilità di avere rapporti «umani» con gli esseri umani è la comunicazione. Come si comunica, ancor di più, cosa si comunica.
Se si è «bravi», si può convincere tutti che il Generale Custer fosse l’eroe buono e i Pellerossa i cattivi, o che fosse giusto fare la guerra in Vietnam per salvare il mondo dal comunismo.
Viceversa, può accadere che le buone notizie non siano interessanti. Oppure che una risposta sensata diventi insopportabile, perché data in modo arrogante. O, al contrario, una persona gentile e umile, possa convincere laddove sembrava impossibile.
Questione di comunicazione. La lingua che si parla, come la si parla, i tempi che si utilizzano, come si portano gli argomenti…
Tutti noi, tra noi, comunichiamo continuamente. Però spesso in modo sbagliato, frammentario, confuso, addirittura ottenendo il risultato contrario a quello che vorremmo, oppure finendo in canali che portano conflitti invece che affinità.
Bisognerebbe quindi insegnare ai ragazzi, fin da piccoli, l’importanza e il valore della comunicazione. Per cui, oltre ai comportamenti e agli argomenti, come abbiamo visto precedentemente, è importante come esprimerli perché siano efficaci, per ottenere le giuste attenzioni e i risultati voluti.
Forse ci vorrebbero dei corsi ad hoc alle famiglie o nelle scuole, però nessuno dà importanza a questo argomento, se non all’università, ma solo per questioni di lavoro e professione. La comunicazione non è considerata cruciale nei rapporti di tutti i giorni: tra madre e figlio, marito e moglie, tra amici e colleghi. Perché?
Credo che una risposta che soddisfi in modo completo non ci sia.
Arriviamo da un secolo o da dei secoli, dove la forza, la prepotenza, i vincenti erano gli esempi da seguire e stiamo approdando in una nuova era dove la gentilezza, il buon senso, il rispetto guadagnano terreno. Ma queste cose vanno insegnate ai ragazzi, non sono per nulla ovvie e devono essere spiegate e mostrate con esempi e con giusti consigli.
Capire e far capire: un lavoro di umiltà e modelli positivi
Capire e far capire, anche in base a risultati eclatanti, che attraverso determinati percorsi si arriva al conflitto e viceversa, attraverso altri si arriva all’accordo, sarebbe utile. Forse anche semplice, ma dobbiamo poter avere degli esempi e avere l’umiltà di ascoltarli. Altrimenti a poco serve parlare a chi non vuole sentire. Quindi, i primi ad imparare come comunicare sono coloro che educano, coloro che devono insegnare ai giovani facendo da «modelli» con il loro modo di essere.
E anche in questo caso ci vuole umiltà, lucidità per capire e per mettersi in discussione, analizzando i risultati che si ottengono. Saper comunicare è utilizzare la strada migliore e più breve per arrivare da A a B, senza passare da Roma, senza finire nelle paludi del litigio o sul ring dell’«ho ragione io». Solo mettendo a fuoco l’argomento e trattandolo in modo gentile ed empatico, col desiderio arrivare a un ACCORDO e non a una vittoria sull’altro. Solo andando d’accordo si va d’accordo.
Quindi, è anche importante avere una strategia di comunicazione, cioè avere ben chiaro l’obiettivo a cui si vorrebbe arrivare, preparandosi il miglior modo per esporre le proprie ragioni o i propri desideri, in modo da essere ascoltato. Senza voler avere ragione, ma con l’obiettivo di arrivare a una soluzione adatta al bene di entrambi.
Invece noi, nel comunicare, mettiamo dentro stati d’animo, paure, desiderio di dimostrare, rancori, secondi fini, tutti motivi per cui si finisce a passare da Roma, magari senza mai arrivare a destinazione, perché si è finiti nel fosso. Noi e l’altro.
Diversi punti di vista
Inoltre l’impossibilità di trovare un accordo è anche data dall’incapacità di riuscire a vedere il punto di vista dell’altro e di saperlo affrontare in modo educato e intelligente. Solo così lo metteremo nelle condizioni d’animo migliori per «vedere» anche il nostro. Spesso una mediazione è migliore sia di una vittoria (se si aveva torto) sia di una sconfitta (se si aveva ragione).
Ascoltare, ascoltarsi e prendere tempo per risposte definitive, spesso aiutano a dipanare la nebbia dei rancori e dei sentieri sbagliati.
Bill, uno che non è sui social, non ha la televisione, ma che si sente ancora in mezzo agli uomini e al mondo.
– Bill Niada
“Ascoltare, ascoltarsi e prendere tempo per risposte definitive, spesso aiutano a dipanare la nebbia dei rancori e dei sentieri sbagliati.”