Restiamo umani: trovare esempi di amore nella quotidianità

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In un mondo sempre più incerto, restare umani significa prendersi cura degli altri. Anny, attraverso l’esempio di persone e comunità, ci aiuta a scoprire che la vera umanità si coltiva con attenzione, amore e rispetto.
"Penso alla mia amica M., insegnante di scuola primaria: insieme a grammatica, storia, arte, musica e poesia, trasmette ai suoi alunni con racconti e riflessioni, ma soprattutto con l’esempio, il senso del rispetto, la pazienza, l’attenzione e la cura verso chi nel gruppo-classe è più lento o più fragile, magari per una disabilità." Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Cosa dobbiamo tenerci stretti per restare umani?

In questo presente che annuncia un futuro sempre più incerto, con guerre, Intelligenza Artificiale e conflitti globali, quali sono i punti fermi che dobbiamo tenere stretti per restare umani?

È un argomento che mi arrovella, ci sto riflettendo da una settimana, ma come talvolta mi succedeva sui banchi di scuola, i pensieri affollano la mia mente, si affastellano l’uno sull’altro, ogni risposta contiene in sé un altro interrogativo e non so da che parte cominciare. Cos’è proprio dell’essere umano? La filosofia in Occidente ci riflette da circa ventiquattro secoli, come si può rispondere a questa domanda in poche battute?

Allora scelgo di osservare la realtà che mi circonda nella semplicità della vita quotidiana.

Nella concreta esistenza di persone, famiglie, associazioni e comunità emerge come il prendersi cura dell’altro sia un modo indispensabile e imprescindibile per crescere e far crescere in umanità e quindi per rimanere «umani».

“Allora scelgo di osservare la realtà che mi circonda nella semplicità della vita quotidiana.
Nella concreta esistenza di persone, famiglie, associazioni e comunità emerge come il prendersi cura dell’altro sia un modo indispensabile e imprescindibile per crescere e far crescere in umanità e quindi per rimanere «umani».
Immagine generata dal sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Penso alla mia amica M., insegnante di scuola primaria: insieme a grammatica, storia, arte, musica e poesia, trasmette ai suoi alunni con racconti e riflessioni, ma soprattutto con l’esempio, il senso del rispetto, la pazienza, l’attenzione e la cura verso chi nel gruppo-classe è più lento o più fragile, magari per una disabilità.

Penso a un’altra amica, D. che vive con serenità, forza d’animo e fiducia in Dio i disagi crescenti di una malattia neuro-degenerativa, circondata dall’amore e dalla cura del marito, dei figli, dei parenti e degli amici che non la lasciano mai sola.

Penso a M. e ad A., giovani sposi, genitori di due maschietti: hanno accolto in affido due fratelli, più grandi dei loro figli, per offrire loro il supporto di una famiglia stabile che possa accompagnarli nella crescita verso l’autonomia della maggiore età.

Penso ai professionisti e alle professioniste, alle volontarie e ai volontari di Casa di Deborah: l’affettuosa attenzione reciproca e verso i ragazzi e le ragazze che frequentano la casa, il senso di cura competente e caloroso sono contagiosi anche per gli adolescenti, che così vengono educati a dare, oltre che a ricevere, ad aprirsi agli altri, invece che rimanere ostaggio delle proprie fragilità, paure e insicurezze.

Penso a F., operatore di una casa di riposo: cura gli anziani del suo reparto come persone e non come numeri.

Penso alle case-famiglia della comunità Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi: celibi e nubili, coppie e famiglie si dedicano alla cura di chi è fragile per una disabilità fisica o psichica e ha bisogno di una famiglia che lo accolga; si aprono alla cura di chi esce dal carcere, dalla droga, o dalla tratta della prostituzione e ha bisogno di accompagnamento e relazioni buone per ricostruire il proprio futuro.

Penso a La compagnia del Bullone.

Potrei continuare per pagine e pagine. Il nostro Paese è ricco di persone, associazioni e realtà che hanno posto nella cura la finalità e il senso del proprio esistere. Cura è, inoltre, coltivare attorno a sé il buono, il bello e il vero che esiste nella realtà, con i mezzi che ci sono dati, con sguardo amorevole e paziente, con cuore grande e accogliente. E nell’imparare a curare, coltivare e accudire, ci si rende conto di quanto si riceve e di quanto ci si arricchisce in umanità.

– Anny Saccomani

Quali sono i punti fermi che dobbiamo tenere stretti per restare umani?
È un argomento che mi arrovella, ci sto riflettendo da una settimana, ma come talvolta mi succedeva sui banchi di scuola, i pensieri affollano la mia mente, si affastellano l’uno sull’altro, ogni risposta contiene in sé un altro interrogativo e non so da che parte cominciare. Cos’è proprio dell’essere umano?

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