Che fortuna nascere ricchi!
È un classico… chi non lo penserebbe? Forse anche a ragione. Si hanno privilegi, si vive nel benessere materiale, si hanno bei vestiti, belle auto… Si hanno molte più possibilità di arrivare dovunque, perché la strada per coloro che possono pagare è liscia, mentre chi non può arranca in mezzo a buche e fossi.
A volte però, quando si ha tanto si tende a sprecare il denaro in cose inutili o voluttuarie. Si desidera mostrare, rischiando di cadere nella vanità o nel cattivo gusto. Si consuma troppo, pensando a sé stessi, senza empatizzare con chi ci sta intorno.
Viceversa, se abbiamo risorse scarse, facciamo più attenzione. Sprechiamo poco, diamo un valore diverso alle cose e ci concentriamo sul necessario. Siamo più frugali e badiamo al sodo. Magari potremmo anche vivere meglio, perché abbiamo meno grilli per la testa.
Qual è la morale? Forse non c’è una morale, perché nessuno ha colpe se nasce ricco o povero, ma potrebbe averla se usa male il denaro, se lo spreca, lo butta o lo sotterra in un forziere lasciandolo marcire, per paura o per disinteresse.
Il denaro è l’ossessione della nostra società. Tutti parliamo sempre di soldi. Li si sogna, ci si danna per «farli» e si lotta per non lasciarli. Il denaro è una forma illusoria della nostra felicità. Lo inseguiamo tutta la vita, senza capire cosa lasciamo indietro. Cosa ci serve e cosa ci realizza. Perché, come ho visto spesso, se si riflette su ciò che si desidererebbe avere se avessimo un mese di vita, nessuno vorrebbe più soldi, bensì vorrebbe stare in un bel posto, circondato dai propri affetti, per lasciare loro il miglior ricordo di sé. Tutte cose che non si possono acquistare.
Però il denaro è un enorme strumento educativo. Nel suo segno possiamo scendere molto in basso per brama e avarizia, oppure farlo circolare per costruire cose bellissime. Possiamo diventare persone aride e viziate che genereranno infelicità, o essere persone altruiste che avranno intorno a sé gioia e affetto. Possiamo diventare gretti e ciechi, o luminosi e amati.
Comprendendolo, dovremmo educare i nostri figli a usarlo come mezzo virtuoso, senza desiderarlo come fine ultimo facendoli diventare schiavi, invece che insegnare loro come usarlo per esseri Uomini liberi.
In famiglia e a scuola bisognerebbe iniziare a spiegare cosa è necessario e cosa è superfluo, cosa si può comperare e cosa non si può comperare. Ciò che ci serve per vivere e sopravvivere bene, come l’aria pulita, l’acqua, la natura, la gentilezza, la serenità che sono gratuite, ma preziose e viceversa, mostrare come la brama di denaro possa recare infelicità, risse, faide, aggressività.
Invece l’istruzione che diamo sembra servire solo ad acquisire capacità economiche, non la capacità di generare benessere per vivere (e far vivere) una buona vita.
Perché per vivere una buona vita ci vogliono buone relazioni e generosità e affetto le creano, mentre avarizia e conflitto le distruggono.
– Bill Niada
“Perché per vivere una buona vita ci vogliono buone relazioni e generosità e affetto le creano, mentre avarizia e conflitto le distruggono.”