Un’estate diversa dal solito
C’è stata un’estate, tra le tante, diversa dal solito. C’è stata un’estate in cui io, una ragazza insicura ed estremamente ancorata alla propria routine, ho scoperto qualcosa di nuovo di me e del mondo.
Ho passato anni di ansie e preoccupazioni all’idea che l’estate fosse alle porte: la mia malattia, l’anoressia, mi ha costretto a temere un’intera stagione. Estate vuol dire calore, sole, mare. Vuol dire abiti corti e leggeri, aderenti o trasparenti. Vuol dire esporsi, darsi la possibilità di essere visti, notati. L’estate è stata per fin troppo tempo l’incarnazione di tutto ciò che non volevo, perché il mio obiettivo (o meglio, quello del mio disturbo) era di scomparire. Non volevo sguardi o attenzioni, volevo solo non essere notata. E così, per anni, ho combattuto una crociata silenziosa contro l’estate, chiudendomi in casa tra libri e serie tv e rifiutando molte delle occasioni sociali che mi venivano proposte. Sono scappata dall’estate.
Sono scappata dall’estate per tanti anni. Poi, mi sono stancata
Finché non mi sono stancata. Nel 2020 ho finito le scuole superiori e ho sostenuto l’esame di maturità. L’università mi aspettava a settembre e non vedevo l’ora di cambiare vita. Per me, l’estate del 2020 è stata un’occasione per riprendermi libertà che mi ero preclusa da sola e di libertà che, a causa della pandemia Covid, mi erano state tolte da altri. Infatti, il mio quinto anno di liceo è stato difficile: di punto in bianco eravamo tutti a casa, connessi con il pc, relegati in camerette che erano diventate il centro di tutta la nostra giornata. E lì sì che ero stanca, perciò mi sono armata di coraggio. Dopo la maturità ho fatto un patto con me stessa: mi sarei goduta l’estate con leggerezza.
E così ho iniziato a uscire con gli amici, a conoscere persone nuove, a fare esperienze nuove. Ho provato il mio primo drink, ho guidato per la prima volta, ho ballato sotto la pioggia. Ho indossato dei pantaloncini, mangiato un gelato, seguito una corrente di spontaneità. Ho lasciato ogni mio piano a casa, nelle stesse mura in cui ero stata confinata per mesi, e sono uscita. L’estate era sempre calore, sole e mare, ma io ho avuto un nuovo approccio verso di lei. Ho deciso di guardarla con gli occhi nuovi di chi vive di meraviglia, di esperienze, di novità e di eccitazione. Ho guardato l’estate in faccia e ho deciso di abbassare le armi, di accostarmi a lei e di lasciarmi condurre attraverso quel sentiero di possibilità che solo lei sa offrire.
Ancora oggi, a volte, è difficile tenere a mente quell’approccio. A volte mi capita ancora di voler sparire, di non voler essere notata e di scappare da tutto ciò che mi circonda. Ma poi mi ricordo quante cose ho fatto in un’estate sola e quante cose potrei fare se decidessi di viverle tutte in quel modo. O almeno, se imparassi a considerare l’estate come una stagione come le altre, niente più e niente meno. Possiamo fare così tanto quando decidiamo di non avere paura, quando scegliamo di vivere con serenità anche i momenti di imprevisto, di cambiamento, di innovazione. L’estate può darci così tanto, offrirci infinite possibilità: sta a noi scegliere se e come coglierle. Se buttarci a capofitto in quell’oceano di novità che ci chiama, o se nasconderci all’ombra degli scogli familiari che ci proteggono.
– Federica Merli
“Possiamo fare così tanto quando decidiamo di non avere paura, quando scegliamo di vivere con serenità anche i momenti di imprevisto, di cambiamento, di innovazione. L’estate può darci così tanto, offrirci infinite possibilità: sta a noi scegliere se e come coglierle.”