La visita del Bullone a Palazzo Reale per la mostra su Cézanne e Renoir
Il Bullone, invitato da Ferrovie dello Stato e Skira, ha avuto la possibilità di visitare la mostra dedicata a Cézanne e Renoir. Così, martedì 25 giugno, uno degli ultimi giorni disponibili, ci siamo recati a Palazzo Reale per approfondire le opere e la vita dei due pittori. L’esposizione di cinquantadue capolavori ricorda la nascita dell’Impressionismo che compie centocinquant’anni, e rende omaggio all’eredità lasciata da questi maestri. Accolti dalla guida, è iniziato il viaggio alla scoperta di Cézanne e Renoir. Già dal principio, la mostra è strutturata di modo che le opere di un pittore occupino una sezione e quelle dell’altro siano posizionate di fronte, per rendere evidenti le differenze di stile fra i due artisti. Entrambi sono padri dell’Impressionismo, ma con tecniche e visioni affatto simili.
Paul Cézanne era nato il 19 gennaio 1839 ad Aix–en-Provence in Francia, da madre operaia e padre che si era fatto da sé, arrivando a gestire una banca. Questa era la grande differenza tra Cézanne e molti altri suoi colleghi: egli non si sentiva obbligato a dipendere economicamente dalla vendita dei quadri, perché godeva di benefici e sicurezze dettate dalla posizione familiare. Il padre aveva provato più volte a fargli seguire una carriera di diritto, ma quest’ultimo era deciso a voler diventare pittore, così si trasferì a Parigi per frequentare l’Accademia delle Belle Arti. All’età di trent’anni, Cézanne conosce Hortense Fiquet, donna che diventa sua moglie e madre di suo figlio, Paul Cézanne Jr. L’artista era lento a dipingere, al contrario di Renoir, che vivendo grazie al suo lavoro, sentiva forse il bisogno di produrre di più, e si era anche formato in tal modo.
La vita di Pierre–Auguste Renoir iniziava il 25 gennaio 1841, presso Limoges, sempre in Francia. Originario di famiglia modesta, appena il padre scoprì il suo talento, lo supportò e incoraggiò mandandolo fin dai tredici anni a decorare porcellane, o a chiusura di quell’azienda, a dipingere stoffe e ventagli. Nel frattempo Renoir continua i suoi studi, seguendo i corsi serali dell’École de Dessin et d’Arts décoratifs, scuola in cui il pittore deciderà di investire i risparmi per iscriversi regolarmente. Incontra poi la sua compagna di vita durante una posa, esattamente come Cézanne, con la quale avrà quattro figli. I due si incontravano spesso al Café de la Nouvelle Athènes parigino, nonché alle prime mostre impressioniste a cui partecipavano insieme. Nonostante le distanze prese da Paul dalla scena artistica di Parigi, i due manterranno sempre i rapporti nei successivi quarant’anni.
Questi pittori hanno stili diversi, anche se appartenenti alla stessa corrente; l’uno si focalizza sulla forma della realtà, mentre l’altro sui soggetti come a voler riprodurre foto istantanee. Nella prima stanza sono esposte le rappresentazioni familiari, in particolare moglie e figlio per Cézanne, e quartogenito per Renoir.
Cézanne si concentra molto sulla geometria, nella concezione generale e nell’utilizzo delle pennellate, fondamentale spunto per movimento il cubista. Renoir, invece, lavora molto su luce e ombra senza utilizzare il nero, padroneggiando i colori per far emergere al meglio, con la parziale oscurità, i protagonisti della scena. Pare che i due maestri non fossero diversi solo per quanto riguarda l’arte e la loro storia personale ne è la conferma. In ogni sala si trova una citazione a parete. Ci siamo soffermati in particolare su queste: «Per me, un dipinto dev’essere una cosa amabile, allegra e bella. Ci sono già abbastanza cose brutte nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre», (Renoir); e «Procedo molto lentamente, perché la natura è per me estremamente complessa, e i progressi da fare sono infiniti», (Cézanne). Il primo voleva trovare più bellezza possibile, il secondo osservava. Erano persone diverse, che avevano trovato rifugio e la propria strada nell’arte, questo li legava, ed entrambi hanno lasciato questa Terra «dipingendo», come avevano promesso di fare.
Cézanne il 15 ottobre 1906 era assorto nella sua pittura en plein air, quando un temporale lo colse alla sprovvista: lo trovò un contadino in preda alla tempesta, e sul momento decise di caricarlo sul carretto scoperto per riportarlo a casa, pochi giorni dopo, la mattina del 22 ottobre, l’artista moriva a causa di una polmonite. Renoir invece, da anni era semiparalizzato per una grave forma di artrite che lo costringeva a dipingere legandosi i pennelli alle mani. Se n’è andato a causa di un attacco cardiaco, poche ore dopo essersi tolto dalle dita per l’ultima volta gli strumenti del mestiere. Sono storie ricche di passioni, poco afferrabili dall’esterno, perché il sentimento è difficile da capire, e colme di determinazione e desiderio di raggiungere il proprio obiettivo.
– Pierre–Auguste Renoir
“Per me, un dipinto dev’essere una cosa amabile, allegra e bella. Ci sono già abbastanza cose brutte nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre“.