Amicizia: progetti e viaggi anche con le nostre sedie a rotelle

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Il B.Liver Cristiano ricorda un viaggio a Venezia con vecchi amici: emozioni, risate e ricordi condivisi. Tra esperienze uniche, amicizia e spontaneità, ha riscoperto il valore del vivere.
"Malamocco non è poi così lontano dopo essere arrivati, Federico è l'unico ad essere già lì: che emozione rivederlo dopo tanto tempo. Subito iniziamo come nostro solito a macinare chilometri in solitaria con le nostre sedie a rotelle e ad ogni metro ci affianchiamo per condividere un progetto, un'idea o una disavventura che ci è capitata durante il periodo d'assenza." Immagine generata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Amicizia: ricordi di un viaggio che mi ha fatto riscoprire la voglia di vivere

Ho sempre amato i viaggi, ricordo le mille notti in treno di quand’ero ancora bambino, nelle quali, mentre gli altri dormivano, io stavo sveglio per l’intero tragitto e spiavo da un piccolo spiraglio della tendina del finestrino, sognavo, ammaliato da quelle lucine che nel buio mi raccontavano le storie di mondi che non conoscevo.

Crescendo, ho appreso che le uniche due cose in grado di portare un’evoluzione spontanea in una persona sono i viaggi e gli amici, quelli veri. L’ultimo viaggio è riuscito ad unire nuove esperienze e l’incontro con vecchi amici, la Calabria sembra essere fuori dal mondo, quando per raggiungere Venezia devi svegliarti alle tre del mattino, ma forse l’adrenalina prima dell’alba è la vera cornice del quadro; appena atterrato i ricordi del 2022 ritornarono a farmi visita.

La banchina che balla e un po’ ti fa perdere l’orientamento e il doversi spostare obbligatoriamente con il battello, ti fanno capire che Venezia è unica, così come la vita in laguna; in mezzo a tutte quelle onde provocate dall’avanzamento della barca, non vedevo l’ora di rincontrare i miei amici. Malamocco non è poi così lontano dopo essere arrivati, Federico è l’unico ad essere già lì: che emozione rivederlo dopo tanto tempo. Subito iniziamo come nostro solito a macinare chilometri in solitaria con le nostre sedie a rotelle e ad ogni metro ci affianchiamo per condividere un progetto, un’idea o una disavventura che ci è capitata durante il periodo d’assenza. Il giorno dopo, per allargare la nostra compagnia, ecco arrivare Paolo e Alessandro, fratello di Federico soprannominato «il Boss», ora le sedie a rotelle sono 4.

Seppur ognuno con una personalità e un carattere completamente diverso, quando siamo insieme si viene a creare un’armonia magica, alla base della quale c’è la condivisione di tutto: che sia un dolore, una preoccupazione, una gioia o un’idea. Non potrò mai dimenticare l’immagine di me, Alessandro e Federico intenti a spostare un tavolo bagnato in ferro dal giardino alla piazza: sì e no l’abbiamo mosso di trenta centimetri, ma le risate sono state chilometriche; oppure di quando Paolo, Ale ed io dovevamo tornare a casa dal bar e avevamo un solo motore e così abbiamo pensato bene di creare un trenino con tre vagoni; ricordo anche le cadute del Boss e nonostante il dolore la sua faccia rassicurante dopo essersi rialzato, quante cose ho imparato da lui.

“La banchina che balla e un po’ ti fa perdere l’orientamento e il doversi spostare obbligatoriamente con il battello, ti fanno capire che Venezia è unica, così come la vita in laguna; in mezzo a tutte quelle onde provocate dell’avanzamento della barca, non vedevo l’ora di rincontrare i miei amici“.
Immagine generata dal sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Tra gli innumerevoli spritz, la visita a Venezia, dove nessuno aveva ancora visto una banda matta come la nostra, e storie su cui è meglio mantenere un certo riserbo, posso dire di aver vissuto quattro giorni meravigliosi, con questo viaggio oltre a portarmi a casa dei ricordi molto cari, ho capito che quando la routine diventa opprimente, quando si fa fatica a trovare una valida ragione per alzarsi al mattino, basta prendere un volo per trovare un respiro più intenso e fare affidamento su amici, su fratelli che quel respiro sanno proteggerlo come una seconda cassa toracica.

– Salvatore Cristiano Misasi

“Ho capito che quando la routine diventa opprimente, quando si fa fatica a trovare una valida ragione per alzarsi al mattino, basta prendere un volo per trovare un respiro più intenso e fare affidamento su amici, su fratelli che quel respiro sanno proteggerlo come una seconda cassa toracica.”

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