La Mammoletta: ho aperto gli occhi e ho visto che ci sono gli altri

Autori:
Nina, della Fondazione Exodus, invita alla riflessione sulla pace, esortando a cambiare mentalità e a coltivare relazioni umane autentiche.
mammoletta pace
"Parlare di pace è sempre un'occasione importante. Un'occasione per percorrere a ritroso il filo della propria vita, un filo che lega momenti di dolore, violenza e guerra a una forte necessità di svolta."

La Mammoletta e la rivoluzione interiore: un cammino verso la pace

Parlare di pace è sempre un’occasione importante. Un’occasione per percorrere a ritroso il filo della propria vita, un filo che lega momenti di dolore, violenza e guerra a una forte necessità di svolta; è arrivato un momento nelle nostre vite in cui ci siamo resi conto di essere stanchi di essere sempre in conflitto, sempre sull’attenti, forse è successo anche a te. È arrivato un momento dove abbiamo aperto gli occhi, anche solo per un secondo, e abbiamo visto altro. Allora abbiamo deciso di affidarci a quel secondo di lucidità, rincorrendo la bellezza, l’amore, la pace che abbiamo scoperto essere presente. Abbiamo deciso di dare valore e rispetto alla vita. Sprecare il proprio tempo facendosi la guerra, vedere dentro e attorno a sé solo detriti e distruzione, non è vivere. Scappare dalla guerra non è facile, specialmente se la guerra è dentro di te. La mentalità violenta, egoista, brutale della guerra può facilmente attrarre come una ragnatela, è molto più facile di quanto si pensi rimanerci intrappolati.

Ogni volta che, anziché fare un passo indietro in una discussione ci battiamo per vincere a tutti i costi, ottenendo la ragione che forse neanche ci appartiene, coltiviamo la guerra che tanto ci disgusta. Ogni volta che schiacciamo l’altro per guadagnarci qualche privilegio, coltiviamo quella stessa violenza che sta distruggendo intere popolazioni, che sta distruggendo la nostra Terra. Ogni volta che scegliamo la via più comoda per svincolarci dalle nostre fatiche contribuiamo a distruggere l’ideale di pace che ci ostiniamo a difendere. Allora come possiamo cambiare le regole del mondo moderno? Com’è possibile che ci siano persone che uccidono senza rimorso, persone che vengono uccise senza colpa, persone che guardano e stanno in silenzio? Noi alla Mammoletta parliamo di rivoluzione, ovvero di un radicale mutamento, un’inversione di rotta senza precedenti. Parliamo di rivoluzione interiore, perché noi siamo parte del mondo. Noi siamo i primi ad essere stati in silenzio per troppo tempo di fronte al disagio che picchiava tutto e tutti intorno a noi, noi ne abbiamo fatto parte. E siamo noi a dover cambiare mentalità, a mettere in discussione ogni cosa, perché viviamo in un mondo in cui tutto punta ad  aumentare i bisogni, le smanie, l’ego, il controllo, l’ansia, la paura, la rassegnazione. Siamo noi a doverci sradicare da una società che ci vuole ignoranti, incuranti, sempre insoddisfatti.

Ci sentiamo liberi, quando la nostra unica libertà è quella di scegliere tra tanti prodotti, e consumare il più possibile per tappare vuoti e domande. È ingiusto e poco umile attribuire la colpa di ciò che sta accadendo in Ucraina e a Gaza ai rispettivi governi, senza contare tutti gli altri Paesi che in questo momento sono in guerra, in cui un popolo cerca di sopraffare l’altro, di cui non si parla e non ci informano. È una responsabilità di cui dobbiamo farci carico, una responsabilità da condividere, che deve accompagnarci in ogni azione e scelta, conducendoci a una coerenza che, ad oggi, è rara sebbene sia nominata e desiderata da tutti. Ciò non significa che dobbiamo martoriarci o diventare dei chierici, ma forse fare qualche rinuncia in più, fare un passo indietro e ritrovare l’umiltà può farci bene, probabilmente è importante porsi qualche domanda in più e sforzarci di trovare una risposta nelle nostre azioni. Noi alla Mammoletta camminiamo per conoscerci a fondo, per fare pace con i nostri conflitti, con i nostri dolori, abbracciandoli uno per uno. Solo così impariamo a crescere e a fermarci di fronte alla bellezza della vita che cresce intorno a noi.

Ma non basta, il passo successivo è quello di trovare la forza di portare la comunità all’esterno, integrarla al di fuori per ritrovare la pace nelle cose semplici. Aiutare gli altri a trovare il tempo di fermarsi e riflettere, mettersi in discussione. Questo è quello che Marta, Stany e tanti altri fanno per noi ogni giorno, ed è quello che noi speriamo di riuscire a fare a nostra volta, forse l’unica maniera per dire grazie in un modo che non risulti banale. Cerchiamo persone, associazioni e istituzioni che ci accompagnino per espandere le nostre parole, che ci accompagnino nel progettare manifestazioni e interventi pubblici. Personalmente, spero che i ragazzi, miei coetanei, siano integrati in questo genere di riflessioni anche a livello scolastico, sviluppando un percorso dove ci raccontiamo cosa è la pace, non è questione di politica o di economia, è questione di umanità, va ritrovata e coltivata. Perché la vita non può essere un costante tentativo di raggiungere la propria, esclusiva, felicità, e tutto quello che c’è intorno non può essere ignorato. Noi crediamo e siamo la prova che c’è del buono in tutti, dobbiamo aiutarci a tirarlo fuori e metterlo a frutto. Unire i propri fili per creare una rete piena dei colori più vari, senza competizioni od ostentazioni.

Costruire un mondo dove ognuno si attivi per mantenere la pace, sempre.

– Nina Cresci

“Parlare di pace è sempre un’occasione importante. Un’occasione per percorrere a ritroso il filo della propria vita, un filo che lega momenti di dolore, violenza e guerra a una forte necessità di svolta; è arrivato un momento nelle nostre vite in cui ci siamo resi conto di essere stanchi di essere sempre in conflitto, sempre sull’attenti, forse è successo anche a te. È arrivato un momento dove abbiamo aperto gli occhi, anche solo per un secondo, e abbiamo visto altro. Allora abbiamo deciso di affidarci a quel secondo di lucidità, rincorrendo la bellezza, l’amore, la pace che abbiamo scoperto essere presente.”

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