Parole che cambiano: se vuoi cambiare la tua prospettiva di vita ascolta, informati e studia

Autori:
La B.Liver Giusy riflette sul patriarcato e sulla libertà negata; lotte, paure e coraggio delle donne: insieme per una società giusta, senza violenza né oppressione.
giusy parole che cambiano
"Hai presente la sensazione di insicurezza e di paura quando è buio e stai percorrendo una strada vuota per tornare a casa dopo una serata con le amiche? L’ansia di dover controllare dietro di te, la velocità con cui inserisci le chiavi nel portone per essere al più presto al sicuro?". Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

La libertà negata e il coraggio delle donne

Hai presente la sensazione di insicurezza e di paura quando è buio e stai percorrendo una strada vuota per tornare a casa dopo una serata con le amiche? L’ansia di dover controllare dietro di te, la velocità con cui inserisci le chiavi nel portone per essere al più presto al sicuro?

Hai presente cosa vuol dire trovarsi davanti all’armadio e dover scegliere un vestito meno appariscente, diverso da quello che avresti voluto indossare, ma giusto per non attirare l’attenzione?

Sai cosa vuol dire ancora oggi non poter scegliere per sé stessi e per il proprio corpo?

Cosa vuol dire dover faticare il doppio per farsi rispettare sul posto di lavoro, ottenendo poi uno stipendio più basso rispetto agli uomini?

Conosci la paura di porre fine a una relazione perché non sai quale reazione avrà il tuo ragazzo?

Sai che ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo?

Questa ansia accompagna ognuna di noi, oggi più che mai. Non è una novità purtroppo, ormai è quasi la normalità.

Ogni ingiustizia, ogni violenza, ogni vita è un peso in più, un carico troppo pesante, e di cui siamo stanche, che tutte noi ci portiamo sulle spalle.

“Ogni ingiustizia, ogni violenza, ogni vita è un peso in più, un carico troppo pesante, e di cui siamo stanche, che tutte noi ci portiamo sulle spalle.
Immagine realizzata con sistema di intelligenza artificiale Bing Image Creator.

Giulia Mei, nella sua canzone Bandiera scrive un manifesto di denuncia, un testo che sa racchiudere i pensieri di ognuna di noi:

«Libera, voglio essere libera», canta.

LIBERE, perché ora non lo siamo e non lo saremo mai fino a quando la società stessa negherà l’evidenza di ciò che accade. La libertà è negata da una società e un governo che ancora oggi non riconoscono le radici del patriarcato celato, celato da campagne per la parità di genere, da dibattiti pubblici in cui i partecipanti sono per il 90% uomini pronti a discuterne, senza conoscerla; un patriarcato nascosto dietro ai commenti – non solo degli uomini – quando una donna decide di non voler esser madre.

Un patriarcato non tanto nascosto quando ormai quasi ogni giorno accade l’ennesimo femminicidio e piuttosto che interrogarsi sul gesto, si ha quasi un’ossessione per il carnefice, per la sua vita, per il suo essere un «ragazzo normale» da cui non te lo saresti mai aspettato. In realtà, è proprio quel «bravo ragazzo» a toglierci la vita, a limitare la nostra libertà e farci sentire in pericolo.

È proprio per le sorelle a cui è stata tolta la vita che noi scendiamo in piazza e lottiamo affinché tutto ciò non accada più.

Not all men, dicono, eppure questa frase appare come una giustificazione davanti ad accuse che mettono in dubbio le loro convinzioni.

Scrivo pensando a chi vorrebbe cambiare prospettiva, a te, lettore, che probabilmente ora ti sentirai accusato.

Sì, forse un po’ perché mentre stai a casa a commentare i movimenti femministi, anche tu potresti far parte di quel cambiamento.

Informati, ascolta, leggi da un altro punto di vista, dal nostro. Sii pronto a cambiare le convinzioni che magari pensavi di non avere e che sono frutto del retaggio patriarcale.

Cambia la tua verità. Confrontati con noi, esprimi i tuoi dubbi, discuti con altri ragazzi. Scendi in piazza, non per dimostrare che non sei come gli altri, ma perché credi in quella battaglia, perché come noi sei stanco e arrabbiato di vedere quel numero aumentare.

Di sicuro tutto ciò non è abbastanza, ma è un piccolo passo nel cambiamento.

A te sorella, dico che non sei sola, siamo marea, sperando un giorno di essere «non una di meno».

– Giusy Scoppetta

“Scrivo pensando a chi vorrebbe cambiare prospettiva, a te, lettore, che probabilmente ora ti sentirai accusato.
Sì, forse un po’ perché mentre stai a casa a commentare i movimenti femministi, anche tu potresti far parte di quel cambiamento.
Informati, ascolta, leggi da un altro punto di vista, dal nostro. Sii pronto a cambiare le convinzioni che magari pensavi di non avere e che sono frutto del retaggio patriarcale.
Cambia la tua verità. Confrontati con noi, esprimi i tuoi dubbi, discuti con altri ragazzi. Scendi in piazza, non per dimostrare che non sei come gli altri, ma perché credi in quella battaglia, perché come noi sei stanco e arrabbiato di vedere quel numero aumentare.

Ti è piaciuto ciò che hai letto?

Ricevi adesso l’ultimo numero del nostro mensile “Il Bullone”, uno spazio in cui i temi cardine della nostra società vengono trattati da un punto di vista “umano” e proposti come modello di ispirazione per un mondo migliore.

Ricevi ultimo Bullone
 
 
 
 

Diffondi questa storia

Iscriviti alla nostra newsletter

Newsletter (sidebar)
 
 
 
 

Potrebbe interessarti anche:

Torna in alto